Lo spazio urbano è fondamentale nel processo di creazione di una memoria collettiva e per immaginare il futuro. In Croazia, nella toponomastica, non vi è però traccia di nomi femminili

08/01/2019 -  Ana KuzmanićIvana Perić Zagabria

Le visualizzazioni dello spazio pubblico urbano giocano un ruolo importante nel plasmare la memoria collettiva e nell’immaginare un futuro (diverso). Nella toponomastica delle città croate non vi è quasi alcuna traccia delle donne. Delle 64 città croate incluse nell’analisi di H-Alter, solo in 9 la percentuale di strade intitolate a donne è pari o superiore al 5%. In più della metà delle città analizzate, comprese alcune delle più grandi città del paese, questa percentuale è inferiore al 2%. In 11 città non esiste alcuna strada intitolata a donne.

Europa, non c’è spazio per le donne nella memoria urbana

Questa prassi vergognosa non è circoscritta esclusivamente alla Croazia. A giudicare dai nomi delle strade nelle principali città europee, la storia appartiene agli uomini. Se l’identità delle città è “maschile”, dov’è il posto (e quando arriverà il tempo) delle donne?

Le città in Croazia, e in tutta Europa, tuttora rispecchiano il sistema patriarcale che relega la donna all’ambito domestico, dove il suo ruolo primario è quello di generatrice della vita, ovvero di madre.

Nell’agosto di quest’anno, migliaia di donne hanno protestato a Parigi perché solo il 2,6% delle strade nella capitale francese è intitolato a donne. Delle 166 donne a cui sono dedicate  le strade di Parigi, la maggior ha avuto questo riconoscimento solo perché erano mogli o figlie di uomini famosi. Pertanto, il gruppo femminista “Osez le Féminisme” ha deciso di impegnarsi per cambiare la situazione, cominciando col proporre una lista di donne meritevoli – tra scienziate, artiste e donne rivoluzionarie – a cui dedicare nuove strade di Parigi.

Nel 2012, Maria Pia Ercolini, insegnante di geografia di Roma, ha analizzato le titolazioni delle strade della capitale e i risultati sono scoraggianti. Dall’analisi è emerso, infatti, che a Roma solo il 3,5% delle strade è dedicato a donne. Ercolini ha creato su Facebook il gruppo “Toponomastica femminile”, come un punto di partenza per una campagna finalizzata a porre rimedio a questo squilibrio. Migliaia di cittadini e cittadine di Roma hanno aderito alla sua iniziativa.

Sulla base di una legge approvata nel 2007, le città spagnole hanno revocato le titolazioni di strade ai membri del regime franchista. Il messaggio è stato chiaro: non c’è spazio per il fascismo nelle strade. In alcune città, come Léon e Valencia, le autorità hanno deciso di sfruttare l’occasione per dare adeguata visibilità alla storia delle donne, titolando le strade rimaste senza nome alle donne che meritano di essere omaggiate.

Di recente, la città di Bruxelles ha lanciato una campagna di crowdsourcing per la titolazione di nuove strade. La città sta realizzando 28 nuove strade e i cittadini del paese sono stati invitati a fare proposte. È stata la prima volta che la capitale belga ha dato ai cittadini l’opportunità di proporre un nome per le nuove strade, e tra le numerose proposte c’erano molti nomi di donne, sistematicamente marginalizzate nella titolazione di nuove strade.

Croazia, l’assenza simbolica delle donne a Zagabria

L’anno scorso Katja Vretenar e Zlatan Krajina della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Zagabria hanno condotto una ricerca i cui risultati hanno mostrato che Zagabria si è trasformata in una città degli uomini: le donne, nonostante la loro presenza fisica, sono “simbolicamente assenti”.

Nel maggio 2018, reagendo all’iniziativa del consiglio comunale di Zagabria di intitolare il parco di fronte al caffè letterario “Booksa” in via Martićeva a uno scrittore, l’associazione “Kulturtreger” ha lanciato una petizione intitolata “Park književnicama!” [Parco alle scrittrici!].

Gli organizzatori della petizione hanno sottolineato che sarebbe ora che la città ponesse fine alla discriminazione e all’ingiustizia nei confronti delle donne meritevoli che hanno lasciato tracce significative nella vita letteraria e culturale di Zagabria. Tuttavia, il consiglio comunale ha deciso di ignorare la petizione e, nel luglio 2018, ha dedicato il parco allo scrittore Enver Čolaković, marginalizzando ancora una volta non solo le tre scrittrici proposte nella petizione (che ha raccolto oltre 1600 firme), ma tutte le donne che meritano di essere ricordate dalla città di Zagabria.

Spinte dal desiderio di stimolare un cambio di rotta su questo fronte, abbiamo analizzato le intitolazioni delle strade in 64 delle 128 città croate. Nella nostra analisi non abbiamo preso in considerazione le strade intitolate ai coniugi (marito e moglie) perché riteniamo che tale percezione della donna rifletta la logica patriarcale. Abbiamo inoltre escluso dall’analisi le strade intitolate alle figure femminili che possono essere considerate fittizie, come le fate o quelle intitolate alle donne sante.

Va inoltre sottolineato che, nei casi in cui le autorità locali non ci hanno consegnato elenchi completi delle strade, abbiamo usato i dati disponibili su Internet, che possono non corrispondere fedelmente alla situazione attuale, ma crediamo che tali variazioni siano trascurabili, tali da non poter incidere sul risultato finale.

Abbiamo analizzato 15.010 intitolazioni, di cui solo 297, ovvero il 2,37% è femminile.

Le città migliori e peggiori

Delle 64 città analizzate, in 11 non esiste alcuna strada intitolata a una donna. Si tratta delle seguenti città: Benkovac, Buje, Buzet, Čazma, Duga Resa, Gospić, Imotski, Ivanec, Novi Marof, Sinj e Slunj.

In cima alla classifica è la città di Belišće, dove 4 delle 49 strade sono intitolate a donne (8,16%). Solo in 9 città la percentuale delle strade intitolate a donne è pari o superiore al 5%: Belišće (8,16 %), Čakovec (5.14 %), Hvar (5,20 %), Krapina (5,33 %), Opatija (5,15 %), Orahovica (5,06 %), Požega (6,83 %), Pregrada (5,13 %) e Slatina (6,45 %).

In più della metà delle città analizzate, comprese alcune delle principali città del paese, questa percentuale è inferiore al 2%.

Più grande è la città, più profondo è l’oblio

Nell’analisi sono state incluse le 8 principali città croate: Zagabria, Spalato, Fiume, Osijek, Zara, Pola, Slavonski Brod e Karlovac. È emerso che a Zagabria solo lo 0,95% delle strade è dedicato a donne, a Spalato 1,89%, a Fiume 3,75%, a Osijek 1,89%, a Zara 3,68%, a Pola 1,61%, a Slavonski Brod 2,84% e a Karlovac 1,46%.

Quindi, in 5 delle 8 principali città, la percentuale delle strade dedicate alle donne è inferiore al 2%. La situazione peggiore è a Zagabria (lo 0,95%), e la migliore, anche se lungi dall’essere ideale, a Fiume (3,75%).

È da notare inoltre che, oltre ad essere completamente marginalizzate nelle titolazioni di strade, alle donne non vengono quasi mai dedicati grandi spazi pubblici, come piazze e parchi. La maggior parte delle città analizzate non ha nemmeno un parco o una piazza a nome di una donna.

Chi sono le donne a cui vengono intitolate le strade?

La maggior parte delle strade con nomi di donne nelle città analizzate è dedicato alla scrittrice Ivana Brlić Mažuranić (16), alla scrittrice e giornalista Marija Jurić Zagorka (13), alla pittrice Slava Raškaj (12) e alla compositrice Dora Pejačević (11).

Molte strade nelle città croate sono intitolate alla donne sante (via Santa Lucia a Novi Vinodolski; via Sant’Agata a Novigrad; via Santa Maria a Novalja, Dubrovnik e Zara; via Santa Margherita a Karlovac; strada di Sant’Anna a Bjelovar, ecc.), alla Vergine Maria (via della Natività di Maria a Novigrad, via della Madonna di Zečevo a Nin, via della Madonna della Neve a Požega, via dell’Assunzione a Slavonski Brod, via della Madonna della Pace a Sebenico, via della Madonna del Mare a Trogir, ecc.), nonché alle fate (via della Fata di Velebit a Metković e Nin).

Al posto di una conclusione

Nelle città analizzate non abbiamo riscontrato nessuna strada dedicata ad alcune delle donne più importanti nella storia croata, per cui abbiamo creato la seguente lista come una fonte di ispirazione per le future e (speriamo) tempestive (re)intitolazioni delle strade in tutto il paese: Nada Dimić, Daša Drndić, Božena Begović, Anka Berus, Paula Landsky, Marija Braut, Mirjana Gross, Nada Mihelčić, Vesna Krmpotić, Mare Žebon, Katarina Dujšin Ribar, Mara Čop Marlet, Dunja Rihtman-Auguštin, Vinka Bulić, Elza Kučera, Ivana Tomljenović Meller, Žarana Papić, Olga Pavlinović, Vera Dajht Kralj, Nada Klaić, Jelena Krmpotić-Nemanić, Vanda Kochansky-Devidé, Jasenka Kodrnja, Zoja Dumengjić, Nives Kavurić-Kurtović...

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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