Una lunga intervista a Fabrizio Romano, Ambasciatore italiano a Tblisi. Il ruolo geostrategico della Georgia e del Caucaso, le opportunità economiche per le aqziende italiane, le relazioni economiche tra i due Paesi. La seconda di due puntate
A cura di Maura Morandi
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Anche in ambito economico, nel corso degli ultimi anni, è aumentato l'interesse di imprenditori ed investitori italiani verso la Georgia. Quali risorse sono fonte di attrazione per gli investitori italiani e quali i settori economici coinvolti? L'Ambasciata ha intrapreso iniziative a sostegno di questi nuovo orientamenti?
L'Ambasciata a Tbilisi ha organizzato negli ultimi due anni, uno per anno, due "Business Forum Italia-Georgia", cioè momenti di incontro tra imprenditori dei due Paesi, italiani e georgiani, per dare la possibilità agli stessi di incontrarsi in quadro istituzionale e cercare di far decollare una collaborazione nel settore economico che viene fortemente richiesta dalla parte georgiana e che può portare a sviluppi interessanti per i nostri imprenditori, quindi con reciproco vantaggio. Il secondo "Business Forum" è stato aperto dal vice Ministro Urso, e questo gli ha conferito una particolare autorevolezza. Entrambe le iniziative, comunque, hanno visto la presenza delle massime autorità georgiane: Primo Ministro, ministro dell'Economia, ministro delle Finanze, ministro dell'Agricoltura, etc.
In occasione della visita del Presidente Saakashvili in Italia, è stata organizzata invece un' iniziativa simile a Roma, l' "Invest in Georgia", con rappresentanze molto autorevoli. Si può dire, quindi, che in questo momento fra i Paesi dell'UE, ma credo che il discorso possa essere allargato a molti dei Paesi non UE, l'Italia è quello che finora ha avuto maggiori momenti di incontro nel settore economico. Non bisogna dimenticare che abbiamo creato qui nel 2004 il "Comitato degli imprenditori italiani in Georgia", un organismo formato da imprenditori italiani ma anche georgiani che rivestono una carica nel quadro di aziende italiane. E' un organo che funziona come organo consultivo dell'Ambasciatore e dell'Ufficio Commerciale per meglio organizzare ed articolare il lavoro economico dell'Ambasciata. Non dimentichiamo, inoltre, che l'Ambasciata è stata una delle prime della rete a creare lo sportello unico Ambasciata-Istituto Commercio Estero, sin dal luglio 2003, che fa in modo che un rappresentante dell'ICE operi all'interno dell'Ambasciata per collaborare nelle attività di sostegno e di affiancamento degli imprenditori che le istituzioni fanno in questo Paese.
Altri momenti importanti sono stati i progetti finanziati con la Legge 212, progetto del "Telecentro" e progetto "IGEPP". Entrambi hanno consentito di approfondire e di studiare la Georgia da un punto di vista dei potenziali interessi degli operatori italiani per fornire a questi ultimi una banca dati (IGEPP) o business analyst (Telecentro), quindi elementi e risorse umane, per migliorare l'azione di penetrazione della nostra economia e dei nostri imprenditori in questo Paese.
Questo è il quadro istituzionale, come si può vedere, ben nutrito nel quale gli imprenditori sono chiamati a muoversi. Ora quello che noi abbiamo fatto è di rendere edotto il mondo imprenditoriale ed economico italiano sulle opportunità esistenti e di dargli gli strumenti per poter operare il più efficacemente possibile in Georgia. Adesso tocca a loro decidere se impegnarsi o meno in questo Paese. I settori nei quali possono attivarsi maggiormente potrebbero essere il settore edilizio, dei semilavorati, delle macchine, del turismo dove si potrebbero creare quelle sinergie che i georgiani tanto auspicano con gli italiani.
Certo, mi rendo conto che si tratta di un Paese nuovo, di un'area nuova e noi abbiamo sempre cercato di presentare la Georgia come un punto di partenza ed uno di arrivo: di arrivo verso tutta la regione perché la Georgia ha buoni rapporti sia con l'Azerbaigian che con l'Armenia, mentre non è la stessa cosa tra questi due, e quindi un imprenditore italiano potrebbe dalla Georgia coprire tranquillamente le due aree come storicamente, per certi aspetti, si faceva; punto di partenza verso regioni più distanti, più verso oriente e verso l'Asia Centrale proprio per quelle ragioni che elencavo prima quando parlavo del ruolo geo-strategico della Georgia.
Quali sono le attività intraprese dall'Ambasciata e dal governo italiano per favorire l'interscambio culturale tra i due Paesi?
Anche in questo campo c'è molto da dire perché il mio predecessore ed io abbiamo cercato di venire incontro alla richiesta di cultura italiana, in certi casi si può dire alla voglia o alla fame di cultura italiana che c'è in Georgia e abbiamo cercato di mettere in piedi una serie di iniziative, alcune di carattere continuativo altre invece di carattere più una tantum.
Dal punto di vista continuativo, un aspetto secondo me importante che siamo riusciti a sostenere ed addirittura a qualificare ulteriormente è la concessione di borse di studio che hanno consentito a sempre più studenti georgiani di andare in Italia ed approfondire la cultura del nostro Paese, soprattutto la lingua, anche nell'ottica di poter avere, in quelli che poi sarebbero diventati quadri georgiani, un riferimento italiano.
Negli ultimi due anni abbiamo lanciato il "Premio Roma" che prevede la concessione di borse di studio di un anno dei migliori talenti georgiani in determinati settori, per lo più artistici, per andarsi a specializzare nelle scuole più prestigiose italiane. L'abbiamo fatto l'altro anno con grande visibilità, quest'anno lo stiamo lanciando proprio in questi giorni. Poi abbiamo avuto ormai già tre settimane della lingua italiana che in realtà in tutti e tre i casi si sono protratte ben più di una settimana e che sono consistite di tutta una serie di iniziative per lo più legate alla lingua e alla letteratura italiana ma non solo, perché ci sono stati momenti musicali e di presentazione di arti figurative.
Poi abbiamo dato vita a tutta una serie di manifestazioni ad hoc anche in questo caso a carattere musicale, espositivo etc. Quindi, come vede, i gradi di approccio sono vari e cerchiamo di proporci a 360 gradi e di presentare un po' tutti gli aspetti della cultura italiana, di quella passata ma anche di quella presente. Non dimentichiamo il cinema, perché sono state più d'una le retrospettive e le rassegne cinematografiche e non dimentichiamo nemmeno l'opera perché abbiamo organizzato già varie messe in scena in comune di spettacoli con il Teatro dell'Opera "Paliashvili" di Tbilisi. Non dimentichiamo infine l'attività di "scounting" perché siamo riusciti ad inviare in Italia con borse di studio degli eccellenti giovanissimi cantanti georgiani che diventeranno sicuramente cantanti di livello internazionale, dello star system. In totale in questi ultimi tre anni, abbiamo realizzato almeno una settantina di iniziative, che per un'Ambasciata che non dispone di grandissime risorse mi sembra sia una media perlomeno rispettabile.
La Georgia è uno splendido Paese dal punto di vista naturalistico, molto interessante da un punto di vista storico-culturale e geopolitico, ma è anche un Paese caratterizzato da grandi sacche di povertà ed afflitto fin dalla sua recente indipendenza da due conflitti interni in Abkhazia ed in Ossetia del Sud che hanno causato migliaia di rifugiati e profughi. Quali interventi sostiene lo Stato italiano in campo umanitario a favore della Georgia?
Noi abbiamo svolto in questi ultimi tre anni tutta una serie di azioni umanitarie importanti dal punto di vista dell'impatto sociale, perché abbiamo donato, a più riprese, aiuti alimentari al governo georgiano per le fasce più povere della popolazione: lo stiamo continuando a fare e lo stiamo facendo in questi giorni. L'Italia credo sia stato uno dei primi Paesi, in termini di rapidità e di quantità di materiale inviato, ad intervenire in occasione delle alluvioni dell'anno scorso.
Abbiamo poi azioni di carattere più tecnico grazie agli strumenti legislativi italiani per l'assistenza allo sviluppo dei paesi amici dell'Italia, anche se non esiste una vera e propria cooperazione allo sviluppo nel senso classico del termine, perché la Georgia ha una sua dimensione particolare. Malgrado questo, gli interventi sono stati diversi ed importanti, penso, per rifarmi a quello che lei dice dei conflitti in Abkhazia ed in Ossetia del Sud, alle azioni fatte proprio in queste regioni per assicurare quelle che si chiamano confidence-building e democracy-building, azioni che si sono poi concretizzate in singoli progetti per queste popolazioni. Non dimentichiamo però che accanto a tutto quello che l'Italia fa bilateralmente, c'è l'aspetto multilaterale: cioè l'Italia è tra i principali contribuenti di enti ed organizzazioni che operano efficacemente in Georgia. Parliamo dell'OSCE se ci riferiamo al conflitto in Ossetia, delle Nazioni Unite se ci riferiamo a quello dell'Abkhazia, parliamo ovviamente dell'UE e di tutte quelle agenzie che operano in Georgia e che vedono l'Italia come uno dei principali finanziatori, essendo l'Italia un Paese del G7 e quindi un Paese che non può restare indietro in questi settori.
Un' ultima domanda. Quali organismi, enti ed associazioni italiane sono presenti ed operano in Georgia? In che modo l'Ambasciata sostiene e incoraggia le loro attività?
La Georgia è, come noto, un Paese che ha acceduto all'indipendenza all'inizio degli anni '90 e che ha cominciato quindi ad affacciarsi sulla scena internazionale come stato indipendente in tempi piuttosto recenti. Quindi non è ancora diventato un Paese dove risiedono stabilmente organizzazioni o enti solo italiani. Certo, esistono diversi operatori italiani in enti ed associazioni a carattere umanitario che operano qui in Georgia, uno per tutti è la Caritas, che grazie all'Italia ed in particolare all'assistenza dell'Ospedale Santo Spirito di Roma, ha aperto, per esempio, un centro di riabilitazione post-traumatica due settimane fa. Io sono sicuro che nel corso degli anni la presenza italiana di enti ed associazioni diventerà sempre più importante. Sono numerose, inoltre, le associazioni che dall'Italia si interessano alla Georgia pur non avendo sede qui. da Sono sempre di più queste organizzazioni che effettivamente svolgono un'attività encomiabile che secondo me è molto utilmente completare a quella svolta dall'Ambasciata, che ha sì prerogative più classiche ed istituzionali, ma che può comunque sempre fungere da motore o da punto di riferimento per altri tipi di attività.
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