La diaspora armena aiuta il governo della autoproclamata repubblica a ricostruire il sistema scolastico. Un reportage dai villaggi del Nagorno Karabakh, regione devastata dalla guerra
Di Ashot Beglarian*, Nngi, per IWPR, 8 marzo 2007 (titolo originale: "Karabakh Rebuilds Schools")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
Il Nagorno Karabakh è sempre stato orgoglioso del suo sistema scolastico, che ha visto molti karabakhi partiti dalle più umili origini affermarsi altrove in ruoli di eccellenza intellettuale.
Le scuole sono riuscite a restare in funzione durante la guerra del 1991-94, ma il conflitto ha gravemente danneggiato gli edifici scolastici del Karabakh, e molti sono andati completamente distrutti nel corso dei combattimenti.
L'anno scorso tanto il governo della repubblica non riconosciuta quanto le organizzazioni benefiche armene hanno accresciuto gli sforzi per aiutare il sistema scolastico nella sua lotta per la sopravvivenza.
Il governo per quest'anno ha incrementato gli stanziamenti per l'istruzione di circa un quinto, arrivando a 5 miliardi di dram circa 14 milioni di dollari, mentre le donazioni della diaspora armena, sparsa in tutto il mondo, hanno fatto una differenza cruciale.
E di soldi c'è un disperato bisogno, specialmente nei villaggi fuori della capitale Stepanakert, dove la situazione è particolarmente dura. 206 delle 238 scuole della repubblica si trovano nella regione, ma solo metà dei 21.000 studenti le frequenta, mentre l'altra metà va a scuola a Stepanakert.
Il piccolo villaggio di Nngi, con una popolazione di soli 327 abitanti, è un antico insediamento nel sud della repubblica. Il villaggio è circondato su tre lati da boscose colline, e gode di un clima salubre. Ma la locale scuola secondaria è in cattive condizioni.
È una struttura a due piani che potrebbe sembrare una sistemazione di fortuna, ma che in effetti è stata edificata nel 1931. Al primo piano c'è una palestra in disuso, dato che il pavimento è marcito e l'intonaco dei muri si sgretola. Gli studenti qui disegnano o giocano a scacchi, anziché fare educazione fisica. Non c'è un laboratorio di scienze, non c'è biblioteca, mancano dei libri di testo e c'è un solo computer funzionante.
"Circa ogni anno facciamo della manutenzione ordinaria", dice la direttrice Nelli Grigorian. "Ma l'edificio avrebbe bisogno di una ristrutturazione completa. In effetti avremmo bisogno di un edificio scolastico completamente nuovo".
Qui ci sono 54 studenti. La classe più numerosa conta appena 12 studenti, e la prima e la seconda classe sono accorpate. Ci sono 17 insegnanti, molti dei quali assunti a tempo parziale, ma mancano specialisti qualificati. L'insegnante di inglese Nanar Gasparian per fare lezione viene da Stepanakert, a 20 chilometri di distanza, e prende 50.000 dram circa 140 dollari al mese, 10.000 dei quali vanno in spese di viaggio.
Data la situazione, a Nngi non ci sono studenti che si distinguono particolarmente. Grigorian sostiene che lo stato della scuola ha un influsso negativo sui suoi allievi e sull'intero villaggio, che già vive sotto la minaccia delle frane: un pericolo che riguarda tutti gli edifici e che potrebbe portare ad un trasferimento dell'intero insediamento abitativo.
La scuola secondaria di Khramort, nel Karabakh orientale, è in una situazione molto migliore, in gran parte grazie alla beneficenza degli armeni della lontana Argentina.
La maggior parte degli edifici del villaggio, inclusa la scuola, è stata distrutta dai proiettili d'artiglieria sparati dalla città azera di Aghdam durante la guerra, ma da allora è stato fatto un gran lavoro di ricostruzione.
"Dopo la guerra le aule sono state restaurate grazie al denaro raccolto dalla comunità armena in Argentina", dice il direttore Armo Mkrtchian. "Quest'anno coi fondi statali ripristineremo la palestra ed il resto della scuola".
Khramort ha una popolazione in età scolare molto superiore a quella di Nngi, e possiede anche un asilo frequentato da 25 bambini. Qui c'è lavoro e poca emigrazione. La gente sta anzi ritornando al villaggio: un fenomeno che il presidente del Karabakh, Arkady Gukasian, sta attivamente incoraggiando. "Noi abbiamo due obiettivi: che i karabakhi vivano nel Karabakh e che la gente dei villaggi viva nei villaggi", ha dichiarato. "Perché nei villaggi si conservano le migliori tradizioni", ha detto l'anno scorso Gukasian nel corso di una visita al villaggio di Norashen.
Per incoraggiare gli abitanti dei villaggi a rientrare, negli ultimi anni sono state ricostruite varie dozzine di scuole in tutto il Karabakh. Altre sono state rifornite di attrezzature, anche se gli strumenti più costosi, come i computer e gli strumenti di laboratorio, restano un lusso per la maggior parte di queste scuole.
Le donazioni benefiche stanno aiutando un programma di riequipaggiamento di massa. Più di 5 mila studenti provenienti da quattro università armene sono coinvolti in un programma che ha fornito ai villaggi del Karabakh più di 12.000 libri. L'associazione benefica francese Shen ha in progetto di inviare 400 computer ai villaggi del Karabakh.
La Shen è anche impegnata in quello che è forse l'opera più importante - supportare e formare gli insegnanti del Karabakh, che sono in una situazione difficile.
Più dell'82 per cento degli insegnanti del Karabakh sono donne. Questa professione è ancora sottopagata: gli insegnanti prendono circa 150-160 dollari al mese. Di conseguenza c'è sempre un numero insufficiente di aspiranti insegnanti.
Il ministero della Pubblica istruzione si sta imbarcando in un programma di riforme interne per aggiornare gli insegnanti, in linea con gli standard internazionali, e per riorganizzare la struttura del sistema scolastico. Ciò include la transizione delle scuole ad un sistema a 12 classi, coi bambini che anziché a 7 anni inizieranno a 6 con un anno preparatorio.
"Ogni sistema chiuso è destinato ad estinguersi", ha detto l'anno scorso il ministro della Pubblica istruzione Kamo Atayan nel corso di una conferenza stampa.
*Ashot Beglarian è collaboratore di IWPR e giornalista freelance nel Nagorno Karabakh
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