Il ruolo della scuola quale strumento di riconciliazione tra le comunità reduci dal conflitto nella ex Jugoslavia. Studenti ed insegnanti dell'area adriatica fanno il bilancio di un'impresa ambiziosa
Il Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico ha condotto la prima sperimentazione del programma educativo PACE, diretto a ristabilire connessioni tra i paesi dei Balcani e della regione adriatica, coinvolgendo 800 studenti italiani, bosniaci e croati, in collaborazione con 24 insegnanti di 11 scuole secondarie, tra esse anche il Collegio del Mondo Unito di Mostar.
Attualmente esistono 12 Collegi del Mondo Unito nel mondo, creati con l'obiettivo principale di coltivare la comprensione internazionale e la tolleranza reciproca. Il Collegio dell'Adriatico è stato fondato nel 1982, come primo Collegio del Mondo Unito al di fuori dell'area anglofona, su iniziativa della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e con sede a Duino, uno storico borgo italo-sloveno in provincia di Trieste.
In ossequio alle priorità italiane di politica estera, sin dall'inizio della sua storia lo United World College of Adriatic (UWCAD) di Duino ha ritenuto prioritari i rapporti con l'Europa Centro Orientale, e il 30% dei suoi allievi proviene da quell'area geografica.
Partendo dalla considerazione che l'istruzione può rappresentare un potente strumento di riconciliazione per le comunità reduci dal conflitto della ex Jugoslavia ed oggi impegnate nelle nuove sfide imposte dai cambiamenti culturali e sociali in atto nella più ampia regione adriatica, 18 mesi fa l'UWCAD ha sviluppato il progetto PACE (la sigla sta per 'Project Agency Cooperation Education'), nel contesto del Programma di Vicinato Adriatico Interreg-Cards/Phare e in collegamento con un ampio numero di partner in Italia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia e Montenegro.
L'iniziativa è stata ideata e realizzata attraverso la cooperazione tra scuole, università, ministeri e ONG della regione adriatica che non avevano finora una tradizione di lavoro in comune, con l'obiettivo di sostenere l'istruzione secondaria quale veicolo per promuovere il rafforzamento istituzionale e quale strumento di pacificazione nelle società post-conflitto che oggi affidano alle nuove generazioni il recupero e il consolidamento della propria identità culturale e civica.
In particolare, il progetto ha inteso organizzare e monitorare lo sviluppo professionale degli insegnanti delle scuole secondarie nei paesi affacciati sull'Adriatico, ristabilire la comunicazione e l'interazione tra insegnanti e studenti provenienti da Bosnia Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia e Italia, ed elevare la qualità dell'istruzione degli adolescenti di quest'area in accordo con gli standard dell'UE.
Al termine della fase di sperimentazione, i moduli didattici utilizzati per l'insegnamento sono stati pubblicati in inglese e le lezioni sono tenute in bosniaco, serbo, croato, italiano e inglese, toccando undici materie impartite in undici scuole situate a: Duino, Conegliano, Cittadella, Piazzola sul Brenta, Padova, Forlì, Vukovar, Banja Luka e Mostar.
L'esperienza è ora riassunta nella pubblicazione "Il Progetto PACE - una storia di innovazione nelle scuole dell'Adriatico", curata da Sandy Thomas, direttrice didattica del progetto PACE, e Margherita Gentile dell'Università Ca' Foscari di Venezia,.
Il percorso formativo realizzato dagli insegnanti che hanno partecipato al progetto PACE è stato infine presentato al pubblico su iniziativa dell'Università di Venezia per favorire la futura mobilità del personale docente nelle università d'Europa, e sostenere la diffusione del progetto.
All'evento pubblico di Venezia si è voluto ricordare che gli insegnanti sono stati centrali in un'impresa così ambiziosa, per aver lavorato alla proposta lanciata a livello teorico insieme con enti e agenzie dei vari paesi aderenti, in modo da introdurre elementi d'innovazione all'interno dei rispettivi sistemi educativi nazionali. Un'innovazione che ha preso la forma di temi fondamentali da discutere in classe e strategie comuni di apprendimento, esplorati attraverso progetti piloti, pur all'interno di programmi scolastici abituali.
Ha aderito all'iniziativa PACE anche l'unico Collegio del Mondo Unito posto in una zona postbellica, ovvero lo United World College of Mostar, il più recente tra i Collegi del Mondo Unito, che il 25 settembre 2006 aveva aperto le sue porte a studenti della Bosnia Erzegovina e di altri paesi, e che annovera attualmente 60 iscritti dai 16 ai 18 anni, tra bosniaci (circa il 60% del totale) e studenti stranieri (il rimanente 40%).
Si tratta del primo UWC a sorgere con l'obiettivo specifico di contribuire alla ricostruzione di una società reduce da un conflitto, ed è anche il primo a essere ospitato presso una scuola nazionale preesistente: condivide infatti gli spazi dell'edificio austroungarico in cui ha sede anche il Liceo di Mostar, che impartisce due programmi scolastici, concepiti separatamente per gli studenti croato-bosniaci e per quelli bosgnacchi.
Al contrario, il Collegio del Mondo Unito di Mostar offre un unico programma, per tutti gli allievi degli ultimi 2 anni della scuola secondaria, di età compresa tra i 16 e i 19 anni, a prescindere dalla loro appartenenza nazionale: è l'International Baccalaureate Diploma Programme (IBDP), impartito in 1.500 scuole di oltre 100 paesi di tutto il mondo e universalmente riconosciuto come diploma di scuola secondaria.
Nelle aule del UWC di Mostar, studenti appartenenti alle 3 comunità del paese, insieme con studenti provenienti dal resto del sud-est Europa, dall'Europa centrale, e da altri paesi, lavorano gomito a gomito su programmi di risoluzione del conflitto, relazioni internazionali e servizi sociali.
Tutti gli iscritti al Collegio del Mondo Unito di Mostar sono scelti in base ai propri meriti dal comitato di selezione del United World College specifico per il loro paese, e quindi ricevono una borsa di studio per i 2 anni di studio del IBDP, che copre le spese di: iscrizione, libri scolastici, tasse di ammissione agli esami esami, gite scolastiche, articoli di cartoleria, vitto, alloggio e assicurazione medica.
L'iniziativa, nata dalla cooperazione tra lo United World College di Mostar e l'International Baccalaureate Organization (IBO ), aspira a incoraggiare il processo di pace in Bosnia Erzegovina e nella regione balcanica, realizzando concretamente un modello riconosciuto di educazione postbellica, che insegna agli studenti ad apprezzare le loro diversità e a celebrare le loro similitudini.
Indicato da più voci come il "faro" della riforma dell'istruzione in Bosnia Erzegovina, questo progetto unico si basa sui 40 anni di esperienza dell'UWC e dell'IBO nell'offrire educazione internazionale a ragazzi di ogni appartenenza nazionale e religiosa, in tutto il pianeta.
Il Collegio del Mondo Unito di Mostar fornisce così una possibilità di educazione integrata nel paese. Inoltre, serve come centro di training degli insegnanti della Bosnia Erzegovina, che vi ricevono una formazione su standard educativi internazionali grazie a workshop attivati nel corso dell'anno scolastico. L'iniziativa incoraggia infine la cooperazione tra scuole della Bosnia Erzegovina, tramite paternariati con il Liceo di Sarajevo e il Liceo di Banja Luka, che a loro volta offrono il programma IB, e anche con altri istituti interessati a introdurre tale programma in futuro.
Denominata la "medicina per le ferite della Bosnia" dal professor Dubrakvo Lovrenović dell'Università di Sarajevo, la realtà del Collegio del Mondo Unito di Mostar rappresenta un contributo alla affermazione della pacifica convivenza multietnica nel cuore rotto dei Balcani.
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