Un vento caldo soffia allo stadio Hrazdan di Yerevan. Mentre le due squadre in campo si giocano la qualificazione ai mondiali, i presidenti di Turchia e Armenia si stringono la mano

09/09/2008 -  Roberta Bertoldi Yerevan

La Turchia ha vinto la partita valida per la qualificazione ai campionati mondiali in Sudafrica del 2010 battendo l'Armenia 2 a 0 ma la vera partita si è giocata nella tribuna d'onore dove, il presidente armeno Serzh Sarksian e il presidente della Repubblica turca, Abdullah Gül hanno guardato fianco a fianco la partita.
Partita storica dunque perchè i rapporti tra i due paesi sono deteriorati dal 1993 non solo per la questione del ­genocidio armeno ­del 1915, che Ankara non riconosce contrapponendo la sua versione dei fatti, ma anche per la guerra fra Armenia e Azerbaijan per il controllo del Nagorno-Karabakh.

Yerevan si preparava da giorni a questo evento. Forze di polizia e dell'esercito pattugliavano la città perchè l'ordine è quello di garantire che tutto fili liscio. Il momento è troppo importante per il paese. Il recente conflitto in Georgia ha infatti riproposto con forza la necessità di cercare nuove aperture nei confini così stretti che serrano l'Armenia.

Sbarrati i confini con Turchia e Azerbaijan, la Georgia rimane, per l'Armenia, la principale via di transito di merci. Una strada e una ferrovia che sono vitali per lo scambio economico e la sussistenza del paese. A causa dei bombardamenti entrambe hanno subito dei danni e la loro chiusura ha impedito per giorni i rifornimenti soprattutto di gas e prodotti petroliferi causando apprensione e danni economici.

Solo due giorni prima del match il presidente ha confermato la sua presenza. Il governo armeno ha quindi lavorato alacremente ad organizzare la visita del presidente turco nella consapevolezza che la distensione nei rapporti con la Turchia potrà essere un importante volano per l'economia del paese. Ma anche la Turchia è consapevole dell'importanza della pace nella regione. "Un mese fa abbiamo visto come le questioni irrisolte nel Caucaso minaccino la pace nella regione", ha spiegato lo stesso Gül in conferenza stampa, ribadendo la speranza che "il match possa contribuire ad eliminare gli ostacoli che impediscono ai due paesi, che condividono una storia comune, di riavvicinarsi e a favorire l'amicizia e la pace nella regione".

Anche i partiti dell'opposizione che contestano ancora l'esito delle elezioni del febbraio scorso che hanno portato alla vittoria Serzh Sarksian , hanno collaborato. "Era prevista una manifestazione di protesta in questi giorni" ha dichiarato Stepan Safaryan, segretario del partito Heritage, "ma abbiamo preferito ritirarci per consentire il dialogo con la Turchia. Non vogliamo speculare su questa iniziativa da cui anche noi ci aspettiamo molto".

La popolazione di Yerevan era invece eccitata e percorsa da sentimenti contrapposti. Alcuni manifestanti schierati al passaggio del presidente turco hanno esposto cartelli che chiedevano il riconoscimento del genocidio del popolo armeno. Molti erano fiduciosi e speravano sinceramente in un avvicinamento e in una distensione dei rapporti. Alcuni temevano l'arrivo dei tifosi turchi e l'eventualità di scontri e tafferugli.

Fin dal pomeriggio le strade che conducono allo stadio erano chiuse al traffico e i 62mila tifosi si sono pazientemente incamminati e sottoposti ai rigorosi controlli delle forze dell'ordine.

Solo un centinaio di tifosi turchi sono arrivati per assistere al match. Significativo lo striscione esposto nel loro settore: "E' tempo per una fratellanza senza confini".

Al momento dell'inno turco i fischi hanno sovrastato la musica, ma i tifosi e i giornalisti turchi hanno cantato a squarciagola nella riverenza alla nazione che li contraddistingue e sono rimasti rispettosi anche quando viene eseguito l'inno armeno.

La gara sportiva ha avuto poca storia: troppo superiore la Turchia, che ha chiuso la partita nella ripresa con reti di Tuncay e Semih Senturk.
La partita per la pace invece ha visto i presidenti Abdullah Gül e Serzh Sarksian per la prima volta vicini e l'invito rivolto al presidente armeno ad assistere alla partita di ritorno Turchia-Armenia in programma il 14 ottobre 2009 apre nuovi spiragli perchè come ha dichiarto Sarksian : "Noi non vogliamo lasciare questi problemi alla prossima generazione".


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