Cecenia e Kabardino-Balkaria vorrebbero entrambe ospitare una nuova raffineria dell'azienda petrolifera Rosneft: interessi economici e timori ecologisti
Di Liz Fuller, analista per Radio Free Europe - Radio Liberty, 3 aprile 2008.
Traduzione di Carlo Dall'Asta per Osservatorio sul Caucaso (titolo originale "Caucasus: Chechnya, Kabardino-Balkaria Compete For New Oil Refinery").
Le autorità cecene, filorusse, hanno lanciato una violenta campagna per fare pressione sull'azienda petrolifera Rosneft, di proprietà della Federazione russa, affinché non proceda nella costruzione di una nuova raffineria nella repubblica di Kabardino-Balkaria (KBR).
La Grozneftegaz, sussidiaria della Rosneft, controlla tuttora l'estrazione e la vendita del petrolio ceceno trattenendo la maggior parte dei profitti, che un esponente del governo ceceno verso la fine del 2006 - prima dei massicci aumenti dell'anno scorso sul prezzo del petrolio - ha stimato in 25 miliardi di rubli (poco più di 1 miliardo di dollari) all'anno.
La possibilità che la Rosneft costruisca una raffineria nella KBR è stata resa pubblica per la prima volta il 22 novembre 2007 dal ministro della KBR per la Proprietà statale e le risorse naturali, Mukhamed Sokhov, che ha riferito al parlamento della repubblica che la Rosneft ha in progetto di costruire una raffineria della capacità annua dai 3 ai 5 milioni di tonnellate a Tersk Raion, nell'intento di espandere l'industria petrolifera della repubblica.
Questo progetto implica la privatizzazione dell'azienda statale Kharbizhin, che estrae petrolio dai pozzi di Tersk. Il 30 novembre il vicepresidente per gli investimenti della Rosneft, Aleksandr Sapronov, ha dichiarato che l'azienda indirà una gara d'appalto e finanzierà uno studio di fattibilità per la raffineria e in seguito deciderà, congiuntamente alla leadership della KBR, se sia finanziariamente vantaggioso procedere. Sapronov ha osservato che sia la Cecenia che il Kraj di Stavropol' hanno proposto la costruzione di tale raffineria sul proprio territorio.
Parlando ad una conferenza stampa a Nalchik il 4 marzo scorso, il Presidente della KBR Arsen Kanokov ha affermato che la Rosneft prevede di costruire una raffineria di petrolio a Tersk Raion, ma ne fissa la capacità a soli 2 milioni di tonnellate, includendo il greggio estratto in Cecenia. La Cecenia ha prodotto nel 2004 1,9 milioni di tonnellate, contava di estrarne 2,2 nel 2005, ma la produzione apparentemente ha raggiunto il picco intorno ai 2,1 milioni di tonnellate nel 2006, e si prevede che calerà negli anni a venire, stando al "Groznensky rabochii" del 20 dicembre 2007.
Le dichiarazioni di Kanokov hanno suscitato sdegnate proteste da parte di Grozny. Il portavoce del parlamento ceceno Dukvakha Abdurakhmanov, stretto collaboratore del capo della repubblica cecena, Ramzan Kadyrov, le ha definite "un insulto all'intero popolo ceceno". Abdurakhmanov ha dichiarato che il parlamento ceceno aveva approvato il giorno precedente un appello al Presidente russo e alla Duma statale, insistendo sulla necessità che la Rosneft cambiasse le sue politiche economiche e spendesse una maggiore parte dei proventi che ricava dalla vendita del greggio ceceno per la ricostruzione e per la soluzione dei problemi sociali in Cecenia.
Il 14 marzo il garante per i diritti umani ceceno, Nurdi Nukhadjiyev ha denunciato il progetto della Rosneft come "amorale" e "incomprensibile", in considerazione del fatto che l'Istituto petrolifero ceceno forma specialisti qualificati che potrebbero così trovare un'occupazione. Nukhadjiyev ha ripetuto le critiche già espresse 18 mesi prima dall'allora ministro ceceno per l'Industria e l'energia, Amadi Temishev, che nell'ottobre 2006 aveva accusato la Rosneft di aver fatto ricorso a metodi "barbari" per massimizzare la produzione senza alcun riguardo per il danno ecologico causato. Nukhadjiyev ha contrapposto quello che ha definito l'approccio "colonialista" della Rosneft con quello della Gazprom, che è impegnata nella ricostruzione delle infrastrutture distrutte durante i combattimenti in Cecenia.
Nukhadjiyev ha poi citato la solenne promessa di Kadyrov, secondo cui egli non avrebbe mai "permesso la costruzione al di fuori della Cecenia di una raffineria per lavorare il petrolio ceceno". Contemporaneamente Nukhadjiyev ha ribadito che Kadyrov non ha nulla in contrario allo sviluppo economico della KBR in sé, e che l'opposizione al progetto da parte della Cecenia è rivolta unicamente contro il management della Rosneft. Una settimana prima, il 6 marzo, Kadyrov aveva dichiarato ai giornalisti che una raffineria di petrolio della capacità di 5 milioni di tonnellate all'anno sarebbe stata costruita in Cecenia, secondo quanto riportato da regnum.ru. In quel contesto, Kadyrov ha ribadito la necessità di stabilire delle buone relazioni con la Rosneft.
Il 27 marzo il Primo ministro ceceno Odes Baysultanov si è puntualmente incontrato con il presidente della Rosneft, Sergei Bogdanchikov, e ha riferito a Kadyrov su tale incontro.
A quanto è stato riportato sul sito sito web del governo ceceno chechnya.gov.ru, Baysultanov ha sostenuto che sarebbe stato economicamente più vantaggioso localizzare la prevista raffineria in Cecenia anziché nella KBR, dato che la produzione stimata di petrolio in Cecenia nel corso del prossimo decennio sarà di 20 milioni di tonnellate, contro i 7 milioni di tonnellate della Kabardino-Balkaria. Baysultanov ha suggerito che un accordo formale con la Rosneft verrà siglato in un incontro all'inizio di aprile, in cui si spera verrà concluso un accordo parallelo per cui la Rosneft venderà al governo ceceno a prezzo di costo tutto il gas naturale estratto insieme al petrolio.
Baysultanov ha anche riferito a Kadyrov che è stato raggiunto un nuovo accordo secondo cui Grozny riceverà una percentuale maggiore dei profitti derivanti dalla vendita del greggio ceceno da parte della Rosneft. La cifra in questione è approssimativamente di 300 milioni di rubli (12,8 milioni di dollari).
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