Il sostegno internazionale alla democratizzazione dei Balcani è strettamente legato alla promozione della società civile. Le ONG diventano perciò attori influenti nelle relazioni internazionali
Leggi il primo articolo sul sostegno estero alla democrazia
L'aiuto estero ai Balcani è strettamente legato al sostegno alla società civile. I suoi principali interpreti, le organizzazioni non governative, hanno iniziato a moltiplicarsi a partire dall'inizio della transizione in gran parte a causa della presenza di generosi flussi di denaro.
Negli anni '90 è divenuto sempre più evidente che le ONG erano attori di crescente influenza nelle relazioni internazionali, parte integrante di un mondo sempre più interconnesso e multilaterale, con un ruolo equivalente e talvolta perfino contrapposto dello stato.
Secondo Jessica Matthews, la diffusione delle ONG è stato un elemento della redistribuzione di potere nel mondo: il mondo in cui gli stati erano i principali soggetti di potere non esisteva più, e le ONG erano gli esponenti naturali di quello che in sostanza costituiva un nuovo ordine mondiale.1
Senza addentrarsi troppo nel complesso discorso di come i cambiamenti sociali e politici abbiano dato impulso allo sviluppo della società civile negli anni '90, è importante chiarire che uno degli elementi che ha contribuito a far accrescere il potere economico delle ONG è stato il fatto che queste hanno iniziato ad essere percepite come intermediare privilegiate per la realizzazione dei progetti di emergenza e di aiuto allo sviluppo.
La delusione per l'inefficacia della cooperazione governativa; la convenienza legata al subappalto di aiuti alle organizzazioni no-profit motivata sia da ragioni politiche (ovvero la possibilità di aggirare governi che in alcuni contesti erano compromettenti) ed economiche (costi più contenuti); la flessibilità del lavoro delle ONG se paragonata alle procedure lente e burocratiche di un'amministrazione pubblica; il crescente multilateralismo e, tra gli altri, il ruolo del sistema delle Nazioni Unite nella promozione delle ONG, sono tutti elementi che hanno contribuito alla crescente fama delle organizzazioni non governative.
Negli anni e perfino nei decenni precedenti, le ONG erano ritenute superiori rispetto agli attori istituzionali nell'attività di sviluppo e di distribuzione degli aiuti. Tale superiorità non era vista solamente in termini operativi, bensì le ONG erano considerate attori di maggior rilievo anche dal punto di vista morale, sia nella distribuzione degli aiuti che in senso più generale nell'ambito transnazionale.
Oltre alla loro popolarità come operatori di sviluppo, specialmente in situazioni in cui erano richiesti interventi d'emergenza, le ONG erano identificate con la società civile, e dal momento che questa era ritenuta una componente indispensabile per l'affermazione di un sistema democratico, le ONG sono state viste al contempo come mezzo e fine dell'attività di promozione della democrazia. In questo senso, una società civile dinamica era considerata indicatore di rilievo per il solidità della democrazia; il solo numero delle ONG registrate molto spesso ne costituiva una prova. Così, lo sviluppo della società civile ha costituito un elemento importante nell'agenda della democratizzazione.
La crescente fama delle ONG le ha rese sia importanti beneficiarie che implementatrici di aiuti stranieri: godevano di una alta considerazione perché lavoravano per lo sviluppo secondo i propri principi, ma al contempo sono diventate anche i soggetti subappaltatori preferiti dai governi. Secondo Antonio Donini "le ONG rappresentano collettivamente la seconda più larga risorsa per lo sviluppo e l'assistenza, superate solamente dalle donazioni governative bilaterali. Le donazioni pubbliche rappresentavano l'1,5% del reddito delle ONG negli anni '70, il 35% nel 1988 e, con l'esplosione dei programmi di assistenza umanitaria degli ultimi anni, si stima oltre il 40% attualmente".2 Riddell osserva che "nel 2004 le ONG erano responsabili per quasi 23 miliardi di dollari di aiuti in denaro; l'equivalente di oltre il 30% dell'intero Aiuto Pubblico allo Sviluppo, ndr".3
Uno sguardo sull'attività delle ONG nei Balcani dagli inizi degli anni '90 conferma il loro status di attore privilegiato in un'ampia gamma di attività.
Un'enorme quantità di lavoro nelle fasi d'emergenza e, in seguito, la ricostruzione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, è stata realizzata ad opera delle ONG; gran parte degli aiuti alla democrazia stanziati ai Balcani sono arrivati attraverso le organizzazioni della società civile. In nessun luogo è stato così evidente come in Serbia e in Bosnia. Nel caso serbo ad esempio, accanto al sostegno estero all'opposizione politica messo in atto da un certo punto in avanti della storia politica del paese, sono state le ONG ad essere principalmente caricate dell'attività di democratizzazione nella regione, dell'educazione civica, della promozione dei diritti umani, del monitoraggio dell'attività di governo e di quello elettorale. Come risultato, il lavoro di alcune ONG o movimenti della società civile nei Balcani è stato riconosciuto anche al di fuori dei confini nazionali, come ad esempio nei casi di OTPOR in Serbia o di MJAFT in Albania.
Anche nell'ambito della fornitura di servizi sociali, le ONG hanno rappresentato un elemento cruciale nelle zone rurali, mobilitando risorse per infrastrutture locali o impegnandosi nella fornitura di diversi servizi per la sanità, l'educazione, l'assistenza sociale, etc: migliaia di scuole e di ospedali in tutti i Balcani sono stati ristrutturati e riforniti di materiale attraverso l'attività delle ONG.
La loro rilevanza attuale nella stabilizzazione delle democrazia balcaniche è tuttora Per tentare di rafforzare il dialogo con la società civile nel processo di avvicinamento dei Balcani all'UE, la Commissione Europea ha organizzato lo scorso aprile un'importante conferenza a cui hanno partecipato più di 150 organizzazioni della società civile di tutta la regione, per discutere di temi quali democrazia, diritti umani e sviluppo sostenibile. "La società civile svolge un ruolo chiave nell'accesso del Sud est Europa nell'UE", ha affermato in questa occasione il Commissario all'Allargamento Olli Rehn.
Questa conferenza rientra nel piano della Commissione per rafforzare il suo sostegno alla società civile nella regione nel prossimo futuro. A questo scopo, ha stanziato 90 milioni di euro per le ONG nei Balcani Occidentali per il periodo 2008-2010.
NOTE:
1Mathews Jessica T., "The Power Shift", Foreign Affairs, Vol. 76, No. 1, Jan/Feb 1997.
2Donini Antonio, "The Bureaucracy and the Free Spirits: Stagnation and Innovation in the Relationship Between the UN and NGOs", in Weiss Thomas G. and Gordenker Leon (eds.), NGOs, the UN, and Global Governance, Lynne Reinner Publishers, 1996.
3Riddell Roger C., Does Foreign Aid Really Work?, Oxford University Press, 2007.
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