In Azerbaijan il governo imbavaglia la stampa con disposizioni che rendono l'informazione interamente controllata dal regime. Il caso di Ganimed Zahidov
In Azerbaijan in questi ultimi mesi i diritti alle libertà di espressione e di riunione sono stati oggetto di continue restrizioni e la chiusura da parte del governo azero di giornali e canali televisivi indipendenti ha spinto la società civile a numerose proteste e pressioni. L'ultima manifestazione ha radunato il 5 giugno scorso a Baku una cinquantina di giornalisti che rivendicavano il diritto alla libertà di stampa, ma la polizia ha caricato e disperso i manifestanti.
I giorni scorsi 24 giornalisti avevano fatto richiesta di asilo politico a diverse ambasciate, tra cui quella tedesca, inglese e statunitense. La singolare azione di protesta è in relazione con la chiusura arbitraria dei loro giornali e la condanna a due anni di carcere di Eynulla Fatullayev, fondatore di 'Realny Azerbaïdjan' e di 'Gundalik Azerbaïdjan', accusato di aver diffamato l'esercito e diffuso notizie false durante i sei anni di guerra tra Azerbaijan ed Armenia per il Nagorno Karabah.
A fine maggio le autorità giudiziarie, su mandato del ministero per la Sicurezza Nazionale, avevano chiuso i due giornali vicini all'opposizione al presidente Aliyev. Ufficialmente l'azione delle autorità sarebbe stata legata al mancato rispetto delle norme di sicurezza nei locali in cui le redazioni dei due giornali erano ubicate.
Attualmente i giornalisti azeri che si trovano in prigione sarebbero almeno 7. Non è però solo la carta stampata ad essere entrata nelle attenzioni del governo di Baku. Lo scorso novembre sono state sospese le trasmissioni del network ANS TV. Un canale televisivo indipendente che rappresentava un'alternativa alla televisione e alla radio ufficiale gestite direttamente dal governo. In Azerbaijan solo il 2.8% della popolazione legge quotidianamente i giornali. La gente si informa perciò in gran parte attraverso radio e televisione strettamente controllate da Aliyev.
Condannato a tre anni di prigione anche lo scrittore satirico Ganimed Zahidov accusato di spaccio di droga. I giornalisti indipendenti ritengono che l'eroina gli sia stata appositamente infilata nella tasca dagli agenti che l'hanno arrestato. Zahidov seguiva sul giornale Azadlıq una rubrica satirica e critica verso il governo azero. Ora i familiari fanno sapere che Zahidov versa in gravi condizioni di salute nell'ospedale del penitenziario di Baku.
Secondo Amnesty International alle persone trattenute dalla polizia viene negato il diritto al dovuto processo e in alcuni casi anche alle cure mediche e l'accesso a un legale di propria scelta. I vecchi codici penali ancora in vigore in Azerbaijan prevedono infatti pene severissime, e i prigionieri sono spesso ridotti a patire la fame e la sete. I gulag di un tempo rivivono nei nuovi campi di lavoro, dove sono internati giornalisti e intellettuali dissidenti.
Ilham Aliyev, succeduto al padre Heidar Aliyev, governa il Paese dal 2003. L'ex presidente Heidar Aliyev era di fatto al governo dell'Azerbaijan dal 1967, anno in cui fu nominato capo del Kgb azero. Nel 1991 l'Azerbaijan ottenne l'indipendenza da Mosca. Aliyev fondò il Nuovo Partito dell'Azerbaijan e vinse agevolmente le elezioni politiche del 1995, riconfermando il proprio mandato nel 2000 nonostante l'accusa di brogli da parte degli osservatori internazionali. Nel 2003 il figlio Ilham Aliyev vinse al primo turno le elezioni presidenziali. Anche in questo caso l'opposizione e l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) rilevarono brogli e misero in discussione la regolarità del risultato.
Le prossime elezioni presidenziali sono previste per il 2008. Diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani tra cui HRW (Human Rights Watch), IFEX (International Freedom of Expression eXchange), RSF (Reporter Senza Frontiere), OSCE, Amnesty International hanno denunciato la pesante pressione sui media che pregiudicherebbe la trasparenza e regolarità del prossimo voto.
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