Potenzialità e problematiche del decentramento amministrativo in sud-est Europa e Caucaso, il regionalismo, il ruolo dell'Europa. Un bilancio dal seminario tenutosi in Albania la settimana scorsa
I paesi della penisola balcanica e del Caucaso meridionale sono sulla buona strada nell'applicazione degli standard europei e dei principi della decentralizzazione del potere e del rafforzamento delle istituzioni locali. Ma, questo processo non è per niente facile e per portarlo avanti è necessaria la volontà del potere centrale, oltre che la pressione delle istituzioni europee, della società civile e dei cittadini. È questa la conclusione del Seminario sulla decentralizzazione e amministrazione locale nel sud est europeo e nel Caucaso meridionale, tenutosi il 2 e il 3 novembre a Scutari, in Albania.
"Quando parliamo di decentralizzazione, parliamo del potere amministrativo. E in questo contesto significa la decentralizzazione dei redditi, la competenza e la responsabilità", ha detto Olivia Paton della Provincia di Barcellona. La quale, tuttavia, ha sottolineato che in situazioni di crisi economica si rinforza il centralismo, perché regioni e comuni per cercare aiuto e sostegno si rivolgono ai più ricchi organi e istituzioni centrali.
Tutti i partecipanti al seminario hanno concordato sulla necessità che in questi paesi si implementino le decisioni della Carta europea dell'autonomia locale e si applichino in modo decisivo le riforme dell'amministrazione statale, così da avvicinare sempre di più il processo decisionale ai cittadini, assicurare l'efficacia e la trasparenza nelle scelte decisionali e rafforzare la democrazia, la coesione sociale e lo sviluppo complessivo.
"Credo che i cittadini dei nostri paesi non siano ancora consapevoli dei benefici che derivano dalla decentralizzazione", ha detto il vice sindaco di Kragujevac (Serbia) Dobrica Milovanović.
Milovanović ha sottolineato che si tratta di un processo e che nulla può essere fatto in un giorno, in particolare non nella situazione in cui i governi della regione non vogliono ascoltare Bruxelles o Strasburgo. Sulla stessa linea ha replicato la deputata del Parlamento albanese Arence Trashani, secondo la quale la decentralizzazione è una delle più grandi riforme in corso in Albania. "Il nostro obiettivo è la decentralizzazione sostenibile. Possiamo constatare che da paese centralizzato che eravamo, in 15 anni siamo riusciti ad essere un paese decentralizzato", ha precisato Trashani.
Il vice ministro albanese degli Affari interni Ferdinand Poni ha fatto notare che ormai il consolidamento e il rafforzamento dell'autonomia locale sono in corso e che il governo di Tirana sta usando le migliori esperienze europee e i consigli di esperti. "Abbiamo assicurato il finanziamento delle regioni e dei comuni, e la pianificazione del territorio adesso è stata trasferita agli organi locali", ha aggiunto Poni.
Il vice presidente del Parlamento della Regione autonoma della Vojvodina, Branimir Mitrović, si è detto soddisfatto perché il regionalismo in questo paese non è più un tabù e ha ricordato che a questo proposito si è sviluppato un ampio dibattito nell'opinione pubblica.
Secondo le sue parole, è in corso la preparazione dello Statuto di questa regione con il quale ne verrà precisata la competenza e sarà, come ha sottolineato, nell'interesse di tutti i cittadini di questa regione in cui risiedono i membri di 27 comunità etniche.
Il minor progresso in questo ambito, invece, appartiene alla Georgia, che ha avviato il processo di decentralizzazione soltanto nel 1997. Il vice ministro per lo Sviluppo regionale e per le infrastrutture di questo paese del Caucaso meridionale, Irakli Kakhidze, ha detto che la Georgia ha iniziato ad approvare leggi conformi a questo sistema solo cinque anni fa, e nel frattempo si lavora in modo serio e responsabile all'applicazione degli standard europei.
Il rappresentante del Consiglio d'Europa Miljenko Dorić ha criticato in modo particolare alcuni grandi paesi europei che in questa organizzazione non accettano che si adottino alcune raccomandazioni e principi sulla decentralizzazione del potere. Dorić ha chiesto a tutti i partecipanti del seminario se si sta facendo abbastanza per sviluppare l'autonomia locale e quante volte l'anno i rappresentanti dei governi parlano con i deputati dei progetti comuni.
Massimo Ciullo di Brindisi ha detto che in tutti i paesi la decentralizzazione è un presupposto dell'Unione europea, mentre la direttrice dell'ALDA Antonella Varmorbida ha sottolineato che i cittadini dell'Europa devono godere degli stessi standard a prescindere dal paese in cui vivono. "Perché anche se viviamo in un mondo globalizzato, viviamo prima di tutto in comunità regionali e locali".
Il principale organizzatore di questo seminario di due giorni, presso l'albergo "Europa" di Scutari, è stato il "Consiglio della Provincia di Barcellona" , in collaborazione don "UCLG Comitato per la decentralizzazione e l'autonomia locale" e l'"Associazione delle agenzie per la democrazia locale" (ALDA).
L'ALDA è stata fondata dieci anni fa. Possiede una rete di 300 membri e partner in 29 paesi dell'Europa e del Caucaso meridionale. "Stiamo cercando di mettere le città in relazione, iniziando dallo scambio di saperi ed esperienze, stimoliamo lo sviluppo locale, perché solo se si ha il sostegno degli enti locali si può garantire l'applicazione delle leggi e mettere in atto le decisioni del potere centrale", ha detto ad Osservatorio Balcani e Caucaso il vicepresidente dell'ALDA Dobrica Milovanović, precisando che l'ALDA è un'organizzazione forte che in prospettiva si svilupperà anche sul territorio dell'Armenia e dell'Azerbaijan, così come in Ucraina e Bielorussia.
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