In Georgia una serie di attentati e scontri a fuoco hanno provocato diverse vittime e aumentato la tensione nelle regioni secessioniste di Abkhazia e Ossezia del Sud
Di Jurij Simonjan, 7 luglio 2008, per Nezavisimaja Gazeta (Titolo originale: Бои неместного значения)
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Irene Dioli
La situazione nelle zone di conflitto in Georgia rimane a rischio. Sabato 5 luglio, Dmitrij Medvedev ha dichiarato a Mihail Saakashvili la necessità di evitare l'esacerbarsi della tensione in Abkhazia e Ossezia del Sud. Il presidente della Georgia si è dichiarato d'accordo. Tuttavia, gli incidenti continuano a susseguirsi. La notte del 4 luglio ha visto scontri armati a Tskhinvali. Il 5 luglio Tbilisi ha riferito di attacchi a villaggi georgiani da parte osseta. Il 6 luglio ci sono state 4 esplosioni nelle zone di conflitto. Aleksandr Novickij, assistente al comandante delle forze di pace (KSPM), ha comunicato che non ci sono state vittime. "Secondo i primi dati, sono state ritrovate alcune mine...il comando KSPM sta indagando sull'incidente" ha dichiarato ai giornalisti.
Gli organi giudiziari georgiani hanno confermato la serie di esplosioni nel villaggio di Lugo, distretto di Zugdid'. Secondo l'ufficio stampa del ministero degli Interni di Tbilisi, l'esplosione è avvenuta al passaggio di 4 vetture della polizia georgiana, una delle quali è rimasta danneggiata. Il canale televisivo georgiano Rustavi - 2 ha completato il quadro comunicando che, mezz'ora prima dell'incidente, sul luogo dell'esplosione stazionavano truppe di pace russe. "Non so cos'abbiano visto, ma desidero sottolineare che i media georgiani sono arrivati dopo 7 minuti sul luogo dell'incidente, che dista da Zugdid' almeno un quarto d'ora di strada", ha dichiarato Aleksandr Diordiev, del comando KSPM.
Secondo il Ministro degli Esteri dell'Abkhazia Sergej Šamba, queste esplosioni, e le precedenti a Gagra e Suhumi, hanno un unico scopo: dimostrare l'inefficacia dell'attuale sistema di regolamentazione del conflitto da parte delle forze di pace russe. "Tbilisi non nasconde la volontà di spostare il processo di pace dall'egida ONU a quella dell'Unione Europea, dove la Russia non ha una significativa influenza. Questo non riguarda solo l'Abkhazia, ma anche l'Ossezia del Sud, dove la situazione è ormai al limite. La Georgia fa di tutto per destabilizzare la situazione, ma le conseguenze possono essere inaspettate anche per Tbilisi" ha dichiarato Šamba a Nezavisimaja Gazeta, confermando inoltre l'accordo di mutuo aiuto militare tra Abkhazia e Ossezia del Sud.
Suhumi e Tskhinvali hanno dichiarato di disporre delle prove dell'esistenza di un piano per la conquista militare georgiana delle regioni autonome. Durante una conferenza stampa, il presidente dell'Abkhazia Sergej Bagapš ha descritto dettagliatamente le presunte future azioni da parte georgiana, e il presidente osseto Kokojti si è limitato a rilasciare un'analoga dichiarazione tramite il proprio ufficio stampa, mentre Tbilisi nega categoricamente i potenziali scenari di guerra.
Tuttavia, il 5 luglio le autorità ossete hanno dichiarato una mobilitazione generale e rivolto al presidente russo Dmitrij Medvedev e ai mediatori internazionali l'invito a "salvare il popolo osseto dall'ennesimo genocidio". Irina Gagloeva, capo del Comitato per la Stampa e l'Informazione, ha dichiarato: "Gli scontri continuano, e la mobilitazione dichiarata dal presidente Kokojti potrà rinnovarsi secondo lo sviluppo degli eventi". Secondo Gagloeva, sono in corso consultazioni con i mediatori internazionali, e rappresentanti dell'OSCE arriveranno a Tskhinvali per l'incontro con il presidente osseto. "Difficile dire come finiranno le trattative...fino ad ora è stato arduo definire neutrali i mediatori internazionali. L'OSCE, responsabile del processo di regolamentazione, non ha reagito alle aggressioni né ai voli georgiani sull'Ossezia del Sud. Forse, dopo 2 morti e 12 feriti gravi negli ultimi 2 o 3 giorni, mostreranno maggiore considerazione per questa situazione. Oppure riconosceranno finalmente tutte le violazioni dei propri obblighi da parte georgiana, come l'invio di carri armati nelle zone di conflitto".
Il ministero della Difesa georgiano ha smentito anche queste accuse, negando la presenza di carri armati o artiglieria pesante nelle zone in questione. Conferma anche il comandante delle forze miste di pace, Marat Kulahmetov: "Non ci sono carri armati. Ma anche senza, la situazione è molto complessa, per quanto meno di qualche giorno fa". Tuttavia, osserva di non ritenere necessario un rafforzamento del contingente di pace, come richiesto da Tskhinvali.
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