nuovi equilibri nel caucaso
1_Vorrei esprimere tutto il mio sostegno e la più viva solidarietà a Massimiliano Di Pasquale, giornalista che con competenza, equilibrio ed onestà intellettuale continua testardamente a cercare di far luce su quell'intricatissimo groviglio di problemi che attanagliano l'Est europeo, con particolare riguardo per l'Ucraina. In effetti, senza capire la questione ucraina, non si capiscono neanche tante cose relative alla Russia. Questo paese vive forse la più grave crisi identitaria in tutta la sua storia, in quanto non riesce a fare i conti con il proprio passato e con la sua dimensione geopolitica. Per questo non possono non suscitare sgomento certe reazioni alla questione caucasica. Dagli anonimi commentatori a un per niente anonimo Sergio Romano, si accenna nientepopodimeno che ad 'ambizioni pangeorgiane'. Un minimo di coscienza critica richiederebbe forse che si desse risposta al perché Ossezi ed Abkhasi sarebbero soltanto vittime, mentre i Ceceni, popolo massacrato davanti agli occhi consapevolmente distratti di tutto il mondo, non hanno mai avuto altrettanta sollecita attenzione. È sconvolgente notare come l'agosto del 2008 non sia affatto stato uno scontro tra Georgia e Ossezia del Sud. È da tempo in corso una guerra strisciante condotta da una Russia neototalitaria nel suo tentativo di riaffermare una grandeur perduta nei confronti di un Occidente 'prevaricatore' (continua).