In occasione dell'Assemblea Nazionale che si è tenuta a Roma il 29 settembre scorso, l'Associazione ONG Italiane ha incontrato il Governo. Dal sito Vita il testo degli interventi principali

03/10/2006 -  Anonymous User

Fonte: Vita

"Il futuro della Cooperazione allo Sviluppo" così si intitolava la Tavola Rotonda organizzata dall'Associazione Ong il 29 settembre a Roma. Vi hanno partecipato il Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo Min. Plen. Alain Economides e il Sottosegretario per l'Economia On. Paolo Cento per favorire un momento di confronto tra i due Ministeri che maggiormente sono coinvolti nella gestione delle risorse per la cooperazione internazionale.

L'incontro non ha portato tuttavia a nessun risultato concreto. A nulla sono valsi sinora il pressing delle Ong italiane, così come le promesse e l'adesione all'appello di Vita, Forum del Terzo settore e Ong di Patrizia Sentinelli, Viceministro agli Esteri con delega per Cooperazione internazionale, alla campagna per una Finanziaria senza egoismi, e che pure chiedeva un investimento significativo per la Cooperazione allo Sviluppo.

Dalle prime indiscrezioni, e in attesa di maggiori dettagli, l'unica cosa certa attualmente è che di sostegno economico, per la Cooperazione allo Sviluppo, non se ne parla: i soldi non ci sono.
Ecco gli interventi alla Tavola Rotonda
Apertura di Sergio Marelli: Iniziamo rilevando che non c'è stato un peggioramento della situazione economica dalle elezioni di aprile, anzi quindi se il programma di governo prevedeva un cambiamento di tendenza che ora non c'è allora come si potevano prevedere ad aprile stanziamenti che ora spariscono dai conti pubblici?

Consapevolezza e concertazione devono essere al centro della discussione sulla finanziaria, già nel DPEF non c'era traccia di nuovi fondi per l'aiuto allo sviluppo e una concreta inversioni di rotta dal precedente governo, ma nei due incontri avuti prima del G8 il Presidente Prodi ci ha rassicurato, ponendo priorità alle nostre richieste sui debiti internazionali con il Fondo Globale per la lotta all'Aids.

Come Associazione ONG Italiane abbiamo preparato un documento sulla Finanziaria di cui metto in evidenza alcuni punti: capiamo le difficoltà attuali del Governo però consideriamo che se si fanno annunci poi almeno bisogna rispettarli.

Per il 2007 chiediamo almeno lo 0.33% del PIL per gli APS cioè un segnale minimo per avere almeno un po' di coerenza. I dati OCSE ci dicono che nel 2005 l'Italia ha speso lo 0.29% per la cooperazione internazionale. Ma sappiamo bene che in realtà è solo lo 0.15%! Togliendo tutte le voci computate come coop. internazionale ma che nulla hanno a che vedere con la cooperazione allo sviluppo (gli esempi clamorosi dello stanziamento per l'Iraq, la questione degli aiuti legati e degli aiuti fantasma) cioè cose che non incidono minimamente alla lotta alla povertà e allo sviluppo dei Sud del mondo.

Chiediamo quindi che venga restaurato il fondo speciale della cooperazione, quella che viene chiamata la gestione fuori bilancio della cooperazione. Una gestione più snella che non ci costringa a dover aspettare 18 mesi per avere i primi pagamenti di progetti approvati e quindi poter agire subito. Fondi alla cooperazione multilaterale: c'è necessità di un tavolo di concertazione su come utilizzare i fondi versati, iniziamo a preoccuparsi di come vengono spesi i fondi stanziati dall'Italia dalle organizzazioni internazionali. Noi chiediamo che la cooperazione bilaterale sia messa sullo stesso piano e sia equilibrata con quella multilaterale.

La nostra richiesta ora è di 1 miliardo di euro per il fondo a dono, per le vere risorse della cooperazione internazionale. E di cui 100 milioni siano destinati alle ong, e lo chiediamo perché siamo coscienti di quale è al realtà. Seguiamo l'esempio dell'Unione Europea: dei 7 miliardi che mette a disposizione, 700 milioni sono veicolati dalle ong.

No alla tassazione di un 1 centesimo sugli sms come proposto in questi giorni dall'Onorevole Franceschini. Ma perché non siamo stati consultati? avremmo potuto dare un parere competente anche perché ci sono già da parte di molti esperti economici le proposte alternative per reperire le risorse aggiuntive, che però non possono sostituire l'aiuto pubblico perché le tasse sono state pagate e i cittadini vogliono che vengano usate per la pace e per la lotta alla povertà, e non nuovi prelievi fiscali per i privati. La Riforma della Legge 49: sono in corso 4 percorsi di riforma, 4 tavoli diversi a cui siamo chiamati, vogliamo capire quale è quello che arriverà alla fine e chi sono i nostri interlocutori.

Erano stati chiesti 300 milioni per il 2006, non ci sono e non possiamo più continuare a fare tutto con fondi privati per una mancanza dello Stato. Ad oggi le nostre ong stanno richiamando cooperanti, chiudendo o sospendendo progetti approvati dal Ministero degli Esteri, questo non può avvenire per coerenza e rispetto per i partner con cui lavoriamo, con cui abbiamo un rapporto di fiducia.

Domani 30 settembre scade la data per il pagamento del nostro debito per il 2005 e il 2006 verso il Fondo Globale per la lotta all'Aids, come si può continuare ad andare a summit mondiali se non verrà dato questo segnale positivo? e poi sappiamo con certezza che se non paga l'Italia neanche gli Stati Uniti pagheranno, quindi preghiamo l'Onorevole Paolo Cento a seguire e a dare risposta su questo stallo.

Stiamo aspettiamo ancora vecchi 40 milioni di euro, un debito non ancora pagato dallo Stato. Il Ministero dell'Economia non dà le autorizzazioni per gli impegni di spesa pluriennali, il Ministero ancora deve dare le autorizzazioni per le variazioni di spesa, cioè non per pagamenti nuovi. Come si può lavorare così? Il 9 ottobre ci sarà il prossimo direzionale speriamo in una chiara presa di posizione, il nostro problema rimane l'Ufficio Centrale di Bilancio, cioè la Ragioneria del Ministero degli Esteri. Sono giusti e doverosi i controlli sui nostri progetti ma ora siamo al paradosso, i funzionari entrano nel merito dei nostri progetti, sui nostri obiettivi culturali, i ragionieri devono fare il loro lavoro ma non devono definire priorità e i fini delle ong. Faccio solo un esempio lampante: nel 2006 ancora non possiamo mettere nella voce delle spese i costi dei telefoni cellulari, quando in molte regioni come Darfur, Burundi, possiamo comunicare solo con telefoni satellitari. Sentiamo un accanimento nei nostri confronti, e se non c'è alla base un motivo politico allora chiediamo che il Ministero dell'Economia ci dia un chiarimento e che ci siamo un richiamo, perché non si può intendere il controllo solo come sfinimento sulle carte e sui documenti, venite a verificare nei paesi dove siamo con i nostri cooperanti, vedete come lavorano e cosa facciamo veramente.

Paolo Cento: La mia presenza qui rappresenta già un cambiamento di tendenza, vista la mia consapevolezza e interesse. Noi ereditiamo una situazione pesante, le inadempienze internazionali precedenti e poi le difficoltà finanziarie che ci sono per questa finanziaria.

Quello che mi preoccupa però è un'arretratezza culturale e politica presente nell'Unione, cioè se si parla solo delle pensioni o di piccole o grandi questioni solo interne, non si capirà mai l'importanza di queste che voi ponete dello sviluppo e della cooperazione, questo porta un ritardo ad arrivare a un accordo comune. Se la cooperazione allo sviluppo come un tema di serie c e non è un caso che nel DPEF il tema sia saltato. E salta nel consiglio dei ministri perché non è nella nostra cultura. La cosa che mi preoccupa è che ancora non si sia costituito un tavolo di definizione di modifica legislativa concordato con le ong, anche perché sappiamo che in parlamento abbiamo una maggioranza che ci costringe ad avere una posizione univoca a condivisa.

Per la Legge Finanziaria, stamattina ho rimandato una nota sull'obiettivo del 0.33% perché è la UE che ce lo chiede, ma a malapena arriveremo allo 0.15% quest'anno. Credo che dobbiamo arrivarci a tappe forzate perché quell'obiettivo rappresenta l'unica possibilità di avere credibilità a livello internazionale, e di possibilità di dialogo con gli altri Paesi Europei ma non solo, nel dibattito della commissione bilancio si dovrà indicare un percorso, una road map per raggiungere l'obiettivo della UE; credo che si arriverà a trovare questa mediazione.

Oggi posso prendere un impegno formale: l'apertura di un tavolo tra Ministero dell'Economia e il mondo delle ong, teso a risolvere i nodi prima indicati e per indicare un nuovo modo di operare nel mondo finanziario e economico mondiale, capace di definire un'agenda di intervento per risolvere i problemi burocratici e teso ad elaborare un rapporto di collaborazione anche sui temi multilaterali.

Sul Bilaterale: c'è accordo con la Vice Ministra Patrizia Sentinelli, tra i due Ministeri si può cercare il modo di lavorare insieme per un riequilibrio e un riconoscimento della questione multilaterale. Noi possiamo operare insieme per portare una svolta che si può realizzare in 2 o 3 anni. Sono questi i tempi reali per vedere i primi risultati.

Vi faccio due esempi però per dare un segno della buona volontà da parte di tutto il Ministero: sulla questione della Banca Mondiale e i visti negati a Tricarico e agli altri esponenti della società civile al vertice di Singapore, il Min. Padoa Schioppa si è mosso ufficialmente a livello diplomatico per denunciare la nostra disapprovazione. E poi verso la Banca Europea l'Italia è intervenuta per bloccare il progetto Shell in una regione della Russia per l'impatto ambientale e sociale negativo.

Noi pensiamo che questi siano segnali di collaborazione positiva tra Governo e ong anche per quel tavolo che si andrà ad aprire. Per il Fondo Globale oggi pomeriggio ci sarà una riunione governativa per discutere della scadenza di domani, io spingerò affinché si trovi la volontà di chiudere questa situazione negativa.

Esprimo un apprezzamento del lavoro delle ong, è chiaro che dobbiamo mettere al centro come questione culturale la cooperazione allo sviluppo ma poi dovremo verificare se questo governo sarà coerente con gli obiettivi fissati prima delle elezioni o se siamo di nuovo alle solite promesse disattese. Io apprezzo che non ci sia la logica del governo amico delle ong, non bisogna fare sconti a nessuno e per questo sono contento dei toni e della sostanza del discorso di Marelli, saremo giudicati alla prova dei fatti.

Per concludere nello specifico la qualità di questo 0.15% bisogna aspettare che cosa uscirà dalla finanziaria presentata oggi, e dopo il tavolo che convocherò ci sarà un'azione comune anche a livello parlamentare per far sì che ci sia un indicazione su come muoverci a partire dalle vostre sollecitazioni, come per il FG mi auguro che ci sia una corrispondenza tra le parole e i fatti.

Economides: La DGCS ha bisogno di obiettivi chiari, a cui segue la ripartizione delle risorse che si collegano strettamente ai primi ma poi queste devono essere sicure senza tagli in corso d'anno, c'è un problema dell'immagine se poi ci sono i motivi di bilancio di finanza pubblica che fanno deviare le risorse noi veniamo meno ai nostri impegni a livello internazionale.

C'è poi il problema della normativa, cioè i tempi rapidi e le efficienza dei progetti e delle procedure, discorso a parte per il monitoraggio. Per il multilaterale: c'è un accompagnamento in corso d'opera dei progetti delle grandi organizzazioni internazionali. Per il bilaterale invece si deve accompagnare l'ong nel suo lavoro, e a volte si devono fare dei cambiamenti in corso d'opera per le realtà locali che cambiano. Le ong sono il nostro punto cruciale da risolvere, al Ministero, tra normativa e funzione delle ong ci sono delle discrepanze notevoli, in prospettiva io credo che ci sia bisogno da parte nostra di maggiore finanziamenti, un miglioramento delle procedure, e progressivamente un dialogo che ci faccia risolvere insieme i nodi che finora non sono stati superati. Multilaterale e bilaterale. Si devono bilanciare i finanziamenti e i due ruoli.

Per la promozione culturale della cooperazione: qui ci deve essere un primato della politica, la DGCS deve seguire indicazioni dirette dal mondo politico su cosa fare, non può inventare nuove iniziative di promozione.


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