L'Alto Rappresentante Lajčak ha incontrato a Sarajevo le ONG bosniache per discutere della responsabilità della classe dirigente e del ruolo della società civile nell'avvicinamento all'UE
di Dejan Georgievski, 08.05.2008, One world Southeast Europe tit. orig. Koalicija Odgovornost i OHR Lajcak razgovarali o evropskim integracijama u BiH
Traduzione per Osservatorio sui Balcani di Maria Elena Franco
I rappresentanti delle organizzazioni non governative della Bosnia Erzegovina, ndt. riunite nell'Accountability Coalition si sono incontrati mercoledì 7 maggio 2008 con Miroslav Lajčak, Alto Rappresentante e Rappresentante Speciale dell'Unione Europea in Bosnia Erzegovina, e insieme hanno discusso le possibilità per accelerare il processo di integrazione europea del paese.
L'Accountability Coalition ha insistito affinché il principio di responsabilità (accountability) dei funzionari eletti venga posto come criterio fondamentale su cui si costruiranno la democrazia e le relazioni democratiche in Bosnia Erzegovina, e il contesto giuridico dovrà essere creato per permettere ai cittadini di partecipare attivamente ai lavori del parlamento e degli organi governativi a tutti i livelli.
"La trasparenza delle istituzioni nel processo decisionale è un prerequisito per la loro efficienza e conditio sine qua non per le riforme che la Bosnia Erzegovina si aspetta. La responsabilità per lo sviluppo della democrazia non può essere lasciata solamente alle élites politiche - cosa che in Bosnia è avvenuta per troppo tempo", afferma la Coalizione in un comunicato stampa.
I rappresentanti della Coalizione hanno reiterato il loro impegno per l'integrazione europea, comprese le attività concrete nei confronti dei prerequisiti che il paese deve soddisfare nel suo cammino verso l'UE, come la bozza dei disegni di legge per l'istituzione di agenzie per la prevenzione della corruzione e la prevenzione della discriminazione.
Al contempo, hanno espresso i loro timori che il potere esecutivo abbia poca comprensione e apertura nei confronti delle iniziative della società civile, come si è visto con l'esempio dei sopra citati disegni di legge che non sono riusciti ad ottenere un sostegno adeguato.
"La società civile in Bosnia Erzegovina non può essere esclusa dagli affari pubblici e non può permettere che il governo e la politica siano i soli arbitri. La società civile può e dovrebbe giocare un ruolo chiave nel processo di adesione all'UE", aggiungono i rappresentanti della Coalizione.
Dopo l'incontro, l'Alto Rappresentante Lajčak ha affermato che il nodo fondamentale del processo d'integrazione europea non è costituito dall'appuntamento per la firma dell'Accordo di Stabilizzazione e Associazione - tenendo presente, in ogni caso, che Lajčak è convinto che tale accordo verrà firmato il prossimo, ndt. 26 maggio - ma dalla prontezza delle istituzioni della Bosnia Erzegovina a rispondere agli obblighi che nascono da tale processo.
Lajčak ha incoraggiato i rappresentanti del terzo settore della Bosnia Erzegovina a dare il loro contributo in quest'ambito e ad agire in qualità di "coscienza della società, supervisore pubblico delle istituzioni statali e voce dei cittadini", e ha sostenuto l'importanza di un dialogo costante con la società civile sul tema del cammino europeo della Bosnia Erzegovina, promettendo il pieno supporto dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante (OHR) per promuovere il terzo settore quale attore chiave, tra gli altri, nel processo di adesione all'UE.
Nada Ler-Sofronić del Centro Donne e Società, membro dell'Accountability Coalition, dopo l'incontro ha dichiarato che le "politiche irresponsabili e populiste delle strutture governative sono costate al paese drammatici ritardi nelle riforme e nel suo avvicinamento all'Europa. Invece di concentrarsi sulla retorica ipocrita basata sul confronto con i paesi che sono già in Europa e invece di interrogarsi sulle ragioni del nostro ritardo della Bosnia Erzegovina, ndt., lo Stato e gli attori internazionali dovrebbero - questo è il nostro consiglio - iniziare ad utilizzare il potenziale di competenza, autorevolezza, attivismo e filo-europeismo della società civile in Bosnia Erzegovina. Noi vogliamo spostarci dai margini al centro dell'azione, vogliamo essere partner e attori con una vera influenza sui centri decisionali. Non vogliamo essere oggetti decorativi. Siamo parte della coscienza civica critica della società. Per dirlo semplicemente, noi siamo cittadini stanchi di leadership nazionaliste e corrotte di questo paese. Vogliamo un dialogo costante con l'Ufficio dell'Alto Rappresentante, attraverso incontri regolari, non sporadici. Dopo il meeting di ieri, la mia impressione è che a questo proposito Lajčak sia serio nei suoi intenti."
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