I villaggi sassoni della Transilvania stanno attraversando una fase di trasformazione. Uno di questi ospita un esperimento italiano per la conservazione dell'eredità culturale e per la promozione di un turismo sostenibile
Situato nel cuore della Transilvania, Copşa Mare è un villaggio sassone del tutto unico, posto a soli 2 km di distanza da Biertan, un sito Patrimonio dell'Umanità UNESCO assai rinomato. L'area è famosa per le sue chiese fortificate, per i panorami mozzafiato, per le tradizioni imperiture e in generale per la sua cultura.
Come sta succedendo per le zone più rurali del paese, che sono sotto la costante minaccia di essere rovinate dai cambiamenti dell'era moderna, anche Copşa Mare stava per affrontare una trasformazione che avrebbe alterato l'eredità culturale e ambientale dell'intera area. Paolo e Giovanna Bassetti, due imprenditori italiani residenti in Romania, hanno deciso di avviare un progetto sostenibile che, mediante la conservazione e lo sviluppo sostenibile del turismo, avrebbe contribuito a proteggere l'unicità di quest'area.
Tutto ebbe inizio con un viaggio in Transilvania nel 2005 quando, arrivati a Copşa Mare per puro caso, videro una casa tradizionale e iniziarono subito a immaginare come sarebbe stato esserne i proprietari. Dopo aver acquistato la prima casa, si accorsero di quanto fosse importante preservarne l'identità e, su scala più generale, coinvolgere gli abitanti nella conservazione del villaggio. Negli anni a seguire acquistarono altre due case, che furono trasformate in locande per turisti, facendo particolare attenzione al modo in cui venivano ristrutturate e invitando la comunità locale a partecipare allo sviluppo dell'iniziativa. Il progetto si è sviluppato con la consulenza di un architetto locale, esperto nello stile dei villaggi sassoni, e l'appoggio degli abitanti del paese, invitati a partecipare alla ricostruzione, all'arredamento ed alla pianificazione delle attività. Le autorità locali hanno appoggiato l'intero procedimento burocratico. Florea Maria, il vicesindaco di Copşa Mare, aveva previsto che il progetto avrebbe apportato notevoli opportunità alla comunità locale, quali posti di lavoro, supporto alla preservazione del patrimonio culturale e sviluppo del turismo. "Li abbiamo incoraggiati a perseverare con la loro iniziativa e, in qualità di rappresentante dell'autorità pubblica, li ho sostenuti al massimo delle mie possibilità", dichiara.
Nel 2008, a Sibiu una delle capitali europee della cultura per quell'anno, i rappresentanti di 17 paesi della Transilvania hanno firmato un manifesto nel quale si impegnavano a rispettare determinate norme riguardo la ristrutturazione delle abitazioni: più specificamente, il manifesto faceva riferimento alla preservazione di tetti, cancelli, facciate e finestre. Il manifesto è stato promosso come uno dei primi segni visibili dell'impegno verso lo sviluppo sostenibile dell'area, allo scopo di agevolare la creazione di un fondo comune, con finanziamenti sia pubblici che privati, che possa sostenere gli abitanti del villaggio nella ricostruzione delle proprie abitazioni secondo lo stile tradizionale. A Biertan è stata organizzata una mostra di fotografie che illustrava l'intero processo di ricostruzione di Sibiu, una visualizzazione interattiva che spiegava ai visitatori come preservare al meglio le residenze sassoni in maniera coerente.
Sfortunatamente, la creazione del fondo non è andata a buon fine, dal momento che le autorità locali non hanno dato il loro appoggio economico, decidendo invece di investire nello sviluppo delle infrastrutture locali. Inoltre, è stato difficile promuovere la conservazione della cultura locale quando nella zona ci sono sempre meno Sassoni. La famiglia Bassetti ha quindi deciso di creare un proprio fondo e ha annunciato agli abitanti del paese che avrebbero potuto coprire alcune delle loro spese nel caso avessero deciso di rifare le facciate delle abitazioni, un'iniziativa tuttora in corso. Ciò che le autorità locali stanno facendo attualmente è accertarsi che le norme firmate a Biertan vengano rispettate e che il piano di sviluppo rurale sia seguito alla lettera. Ciò significa che i vetri atermici, una prassi assai diffusa in Romania, non sono consentiti; inoltre, per l'intonaco delle case è possibile usare solo pigmenti naturali tradizionali.
In aprile, alla fine dell'intero processo di ricostruzione, sono state aperte le locande che, a chi avesse deciso di varcarne la soglia, offrivano esperienze gastronomiche, escursioni organizzate nelle aree circostanti, gite in bicicletta, a cavallo e in carrozza. Tutte queste attività richiamano principalmente turisti e stranieri residenti in Romania. Al fine di proporre interessanti attività culturali, gli imprenditori italiani lavorano a stretto contatto con Foundation Adept, un'importante ONG rumena che organizza programmi per la conservazione della biodiversità in Transilvania. "Essenzialmente ciò che facciamo consiste nell'incentivare lo sviluppo di un turismo sostenibile nell'area, in quanto fungiamo da mediatori fra i turisti, i produttori locali e i proprietari delle pensioni e cerchiamo di sensibilizzare l'opinione pubblica al fine di preservare la biodiversità proponendo tour naturalistici guidati, fra le altre cose", dichiara Lenke Balint, Regional Tourism Developer.
Foundation Adept ha anche introdotto il concetto di slow food in Romania, promuovendo la conservazione delle tradizionali gemme sassoni. Insieme alla Brookes Oxford University e all'esperta di gastronomia famosa a livello internazionale Rosemary Barron, Presidente della Gourmet International Association e sostenitrice dell'importanza culturale della gastronomia locale, la prossima estate avrà inizio un nuovo programma mirato a sviluppare e proteggere il potenziale turistico di Copşa Mare. È stata una dei protagonisti principali nella stesura del piano di sviluppo locale e attualmente organizza fiere e cene settimanali slow food per incoraggiare i contatti fra i produttori locali. Un'altra attività programmata per l'anno prossimo è una collaborazione fra la facoltà di Antropologia dell'Università di Siena e l'Università di Cluj, con le quali verrà realizzato uno studio antropologico sul background storico, culturale, umanistico e religioso di Copşa Mare.
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