Una panoramica delle principali organizzazioni che in Italia si interessano ai paesi dell'area caucasica nel racconto di Elena Murdaca. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il Caucaso è una delle aree più interessanti del pianeta da un punto di vista culturale e geopolitica. Al contempo, tuttavia, è una delle più trascurate. Non è un argomento che attira la partecipazione del pubblico di massa, e anche a livello di organizzazioni internazionali e di ONG l'attenzione è scarsa. Nonostante ciò, in Italia l'interesse per il Caucaso lentamente ma gradualmente cresce. Da indicatore in questo senso funge l'aumento del numero delle associazioni che in Italia si occupano di Caucaso e hanno iniziato ad operare sul territorio. Si tratta di enti che si differenziano fra di loro per le prospettive e il taglio con cui possono approcciare il territorio, che scelgono di concentrare la loro azione sul Caucaso del Nord piuttosto che sulla Subcaucasia, ma nel complesso si può dire che l'attenzione della società civile per l'area caucasica sta aumentando.
Un concreto segnale in questa direzione è l'apertura di Osservatorio Caucaso, che nasce come pagina del più noto Osservatorio Balcani. Osservatorio Caucaso è un portale di informazione che riporta regolarmente notizie e informazioni di carattere sociopolitico su quello che succede in Caucaso, dedicando pari attenzione sia al Caucaso del Nord, quello russo, sia a Georgia, Armenia e Azerbaidjan. E' un punto di riferimento importante perché è l'unico portale italiano dedicato al Caucaso in quanto tale. Ospita fra le altre sezioni la "libreria Caucaso" che raccoglie i titoli dedicati al Caucaso, e una sezione dedicata ai racconti di viaggio di persone che hanno visitato la regione
Il punto di riferimento per la ricerca scientifica è ASIAC, l'Associazione di Studi Italiani su Asia Centrale e Caucaso, che riunisce gli accademici e i ricercatori italiani attivi sulla regione, ponendosi come punto di coordinamento e di tramite fra la ricerca italiana nelle due aree geografiche e gli istituti di ricerca europei e soprattutto del Caucaso e dell'Asia Centrale.
L'Associazione si rivolge anzitutto alle università e alle altre istituzioni culturali, e propone l'incontro tra gli studiosi e il coordinamento di attività di ricerca. Gli interlocutori dell'iniziativa sono anche gli imprenditori e gli operatori umanitari che svolgono attività nella regione, i Ministeri e gli altri enti governativi che dirigono le iniziative diplomatiche e politiche, gli organi di stampa interessati ad avere informazioni e interpretazioni degli avvenimenti in corso.
Esiste da quasi due anni l'associazione Onlus "Comitato per la pace nel Caucaso" che ha sviluppato un particolare interesse per le situazioni di conflitto che affliggono il territorio. Il conflitto russo-ceceno, comunque lo si voglia considerare, è solo il più noto fra tante situazioni di tensione non risolte: la questione del Prigorodnyj rajon, distretto conteso fra Inguscezia e Ossezia del Nord, due conflitti di matrice territoriale in Georgia (con Abkhazia e Ossezia del Sud) e quello del Nagorno-Karabakh, che vede coinvolti Armenia e Azerbaidjan. Il ruolo del Comitato per la pace nel Caucaso al momento è essenzialmente informativo e di sensibilizzazione: un'azione che mira a far crescere la consapevolezza dell'opinione pubblica italiana su questa particolarità della regione, per poter poi sviluppare delle azioni di riconciliazione.
Fra i vari esperti, giornalisti, volontari, accademici, e attivisti per i diritti umani con cui il Comitato per la pace nel Caucaso ha lavorato, ricordiamo la collaborazione con il fotoreporter Livio Senigalliesi, in occasione dell'inaugurazione a Milano della mostra fotografica "Caucaso", dedicata ai conflitti dimenticati della regione. Gli scatti di Livio Senigalliesi sono raccolti nel volume fotografico "Caucaso"
Attiva sul Caucaso è anche Memorial-Italia, costituita nel 2004, con lo scopo di divulgare in Italia le iniziative scientifiche e culturali dell'Associazione Memorial di Mosca. In particolare, oltre a promuovere ricerche sulla storia delle repressioni politiche in URSS nel XX secolo, Memorial si adopera per la diffusione di informazioni, studi e ricerche che riguardino le tematiche dei diritti dell'uomo e la loro violazione e difesa all'interno della Russia e degli altri stati nati dalla dissoluzione dell'URSS, compreso il Caucaso del Nord. Lo scorso marzo a Trento è stato organizzato un convegno dedicato ad Anna Politkovskaja da Osservatorio Caucaso e Comitato per la Pace nel Caucaso a cui erano presenti sia Memorial Italia sia Memorial Human Rights Center con la partecipazione di Dmitrij Grushkin, esperto "etnologo" del Caucaso del Nord.
Fra gli enti italiani presenti fisicamente sul territorio, si distingue senz'altro l'Organizzazione di Volontariato per la Solidarietà "Mondo in Cammino", con sede operativa a Carmagnola. Il Presidente dell'associazione Massimo Bonfatti, che ha visitato diverse volte il Caucaso del Nord, l'ultima - che lo ha portato a Grozny - in ordine di tempo lo scorso novembre, da 3 anni ormai porta avanti progetti di confidence building sul Caucaso del Nord, concentrando le sue iniziative nelle tre repubbliche di Cecenia, Inguscezia e Ossezia del Nord. Quest'anno in particolare è stato organizzato a Vercelli (sede legale dell'OdV), con il patrocinio della Provincia, molto attiva nel sostenere quest'azione, il Convegno "Donne ferite donne di pace" che ha visto partecipare in qualità di relatrici testimoni tre madri, una inguscia, una osseta e una cecena, accomunate dal dolore della perdita dei figli durante la guerra, e tre ragazze, sempre una cecena, una inguscia e una osseta, che hanno accettato di far parte della redazione del primo giornale interetnico del Caucaso del Nord, "Tutti figli di Noe", un giornale finanziato da Mondo in Cammino, ma gestito congiuntamente da ingusci, osseti e ceceni. Altra importante iniziativa di MIC è stata l'accoglienza interetnica di minori ingusci musulmani e osseti cristiani del prigorodnyj rajon - distretto conteso fra le due etnie - nell'estate del 2007, prima a Vercelli e poi a Limbiate. Tale progetto, anch'esso definito"Tutti figli di Noè" come tutte le azioni che verranno messe in campo per il biennio 2007/08, è stato il primo progetto mondiale di accoglienza interetnica ed interreligiosa di minori dal Caucaso del Nord. A questo proposito, l'associazione di Limbiate "Mai più Cernobyl", che ha aderito alla seconda esperienza italiana del progetto di riconciliazione interetnica di Mondo in Cammino, è stata insignita del Premio per la Pace 2007 della Regione Lombardia, per l'iniziativa "A braccia aperte per il Caucaso". Per il 2008 è previsto, all'interno del progetto SVE della comunità europea, uno stage annuale di giovani delle tre etnie e l'accoglienza di un gruppo di minori ceceni, vittime di scoppio di mina.
Diverse organizzazioni italiane che mirano a salvaguardare il diritto all'istruzione, offrono a studenti ceceni la possibilità di venire a studiare in Italia.
La Provincia di Bolzano in collaborazione con l'Università di Bolzano ha messo a disposizione 10 borse di studio per studenti provenienti da Paesi colpiti da conflitto o calamità naturale, tre delle quali sono state assegnate a studenti ceceni, selezionati da Mondo Sud.
MondoSud è un gruppo multiculturale, multireligioso e plurilingue di Bolzano. L'associazione, fondata nel settembre del 2003, elabora e sostiene progetti rivolti alle donne ed ai bambini nei paesi in via di sviluppo ed in paesi colpiti da catastrofi naturali o travagliati da conflitti etnici e religiosi, e realizza progetti in Caucaso, in Colombia, in Zambia e Pakistan.
Etudes Sans Frontières nasce con l'obiettivo di sostenere studenti provenienti da Paesi in conflitto o in grave crisi politica, ove risulta impossibile l'esercizio del diritto fondamentale allo studio, nella convinzione che l'istruzione e l'educazione rappresentino una condizione essenziale alla ricostruzione e alla riorganizzazione del tessuto sociale di un Paese.
L'associazione è molto attiva in Francia: ad oggi ha finanziato interi percorsi di studio universitari o post-universitari di studenti ruandesi e ceceni, favorendo il loro rientro nel Paese di origine e, muniti delle competenze necessarie, il loro impegno nella ricostruzione e nella diffusione della cultura e dei diritti umani. Nell'autunno 2006 è stata inaugurata a Roma l'antenna italiana dell'omonima associazione francese. A marzo due studenti ceceni sono arrivati in Italia, hanno frequentato per sei mesi i corsi di italiano e sono iscritti a Roma alla facoltà di giurisprudenza.
Lo Studentato Internazionale di Rondine, Cittadella della Pace, ospita numerosi giovani dell'area caucasica: georgiani, abkhazi, osseti, ceceni, ingusci, russi. L'Associazione Rondine assegna borse di studio a ragazzi provenienti da zone di conflitto, e si ispira ad una filosofia di riconciliazione e ricostruzione della fiducia: gli studenti selezionati provengono da parti in conflitto fra di loro, e vivono insieme, questo per favorire la conoscenza reciproca, il superamento dei pregiudizi, attraverso un percorso concreto percorso di convivenza, orientato alla riconciliazione.
Da un punto di vista culturale si stanno invece intensificando i legami fra l'Italia e la Georgia: a giugno è stato inaugurato a Tbilisi il Centro Culturale Italiano, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia in Georgia. La realizzazione dell'iniziativa è stata portata avanti dall'associazione italiana EOS in collaborazione con l'Università Statale Chavchavadze. Anche EOS è un'associazione di cooperazione e solidarietà internazionale che focalizza la sua attenzione su Georgia e Armenia. Nel mese di ottobre ha organizzato un viaggio in Armenia in collaborazione con un'associazione locale attiva nel Nagorno-Karabakh. Sta inoltre portando avanti a Tbilisi la costituzione di una biblioteca in lingua italiana, per contribuire alla diffusione della cultura italiana nel Caucaso.
Infine, un modo più soft per iniziare a conoscere la regione: a Milano è stato di recente inaugurato un ristorante armeno.
Elena Murdaca
Comitato per la pace nel Caucaso
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