Gli abitanti di Majetici, piccolo villaggio del comune di Cazin (Bosnia occidentale), hanno deciso di fare da soli. Con l'aiuto della diaspora hanno riparato le case distrutte dalla guerra, costruito un centro sociale e asfaltato le strade. E i vicini non capiscono come vi siano riusciti ...

20/09/2005 -  Anonymous User

Di Kemal Coco, Oslobodjenje, 29 agosto 2005; traduzione dal bosniaco di Ursula Burger Oesch per Le Courrier des Balkans
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta

Cos'è successo in questo piccolo villaggio, di cui solo sei anni fa la gente parlava come di un paesino dimenticato, in cui andava solo chi c'era proprio costretto, dato che l'unica via di accesso era una strada sterrata? Alcuni prevedevano che il fiume Una avrebbe dovuto scorrere ancora a lungo, prima che gli abitanti di Majetici «tornassero alla ragione», e ancora più a lungo prima che essi si riunissero intorno a un qualsiasi progetto.

Orgogliosi del loro Centro Sociale di villaggio

Beco Mesic, presidente del Consiglio per la costruzione del Centro Sociale racconta: «Per dirvelo francamente, io stesso non so come questo si sia prodotto. Quando ci siamo riuniti sul campo erboso dove oggi si situa il nostro Centro, e quando io sono stato eletto presidente del Consiglio per i lavori, pensavo che il nostro tentativo non avrebbe portato a nulla. Tra grandi ansietà ho organizzato la prima operazione, di scavo per le fondamenta. Credevo che ci sarebbero stati cinque, al massimo sei abitanti del villaggio. Non potevo credere ai miei occhi quando ho visto riuniti tutti gli abitanti, ovvero tutti gli uomini abili al lavoro. In una giornata abbiamo scavato le fondamenta e ci siamo accordati per il prosieguo dei lavori. Ora noi abbiamo il nostro «grattacielo» nel cuore del villaggio.

Si tratta del Centro Sociale (drustveni dom) in cui abbiamo dei locali per un ambulatorio medico, due appartamenti di tre stanze per il dottore e l'infermiera, una sala da riunioni per i giovani, i locali dell'amministrazione locale (mjesna zajednica). Inoltre, stiamo per cominciare la costruzione di un piccolo campo da calcio, nonché di un campo da pallavolo, da basket e per altri sport. Riceviamo sovente delle delegazioni che arrivano da quasi tutti i villaggi della Krajina per chiederci come siamo riusciti a costruire il nostro Centro. È vero, abbiamo ricevuto il prezioso aiuto dei nostri compaesani che vivono all'estero. Essi hanno garantito una somma di 170.000 marchi convertibili (circa 85.000 euro, NdT) per l'acquisto del materiale, mentre da parte nostra noi abbiamo fatto tutti i lavori necessari».

Beco Mesic cede poi la parola a Nurija Begic, presidente del Consiglio della mjesna zajednica di Majetici: «Da un paesino sperduto della Krajina bosniaca, noi siamo diventati un villaggio europeo in cui si ha piacere a vivere, perché noi abbiamo tutto quello che ha la gente delle grandi città. Abbiamo l'acqua in ogni momento, il telefono in quasi tutte le case. Abbiamo anche posato l'asfalto su una decina di chilometri della strada che ci collega alla strada nazionale Bihac-Cazin, abbiamo asfaltato tutte le nostre strade più importanti, rifatto l'edificio della scuola, come anche le dieci case danneggiate durante la guerra. Inoltre abbiamo costruito un trentina di case, che non sfigurerebbero nel centro stesso di Parigi. Semplicemente, il nostro villaggio è diventato irriconoscibile».

Nurija Begic aggiunge che a Majetici ci sono 340 case e un numero leggermente superiore di altre proprietà, che un centinaio di persone del villaggio lavorano in Germania e in Austria, e un uguale numero in Croazia e Slovenia, mentre il resto degli abitanti sono agricoltori.

«Per me il più grande successo è il fatto che noi siamo riusciti a fermare l'esodo dei giovani dal villaggio. Oggi ci sono pochi giovani che vogliono lasciare Majetici. La terra fertile ha attenuato la voglia di partire e in molti giovani si nota sempre più la voglia di dedicarsi all'agricoltura. Ora che abbiamo una strada asfaltata, tutto è vicino. Bihac, Cazin e ogni città d'Europa», racconta Nurija Begic, che ammette che la concordia che regna tra i suoi vicini lo incanta. Egli afferma che non esiste un solo problema a cui questa gente non troverebbe una soluzione.

«Noi abbiamo capito che uniti possiamo fare molto, e divisi molto poco. E siamo tutti uniti dal desiderio di rendere il nostro villaggio il più bello possibile, di avere tutto quello che ha la gente delle grandi città», afferma categorico Beco Mesic, che aggiunge che resta ancora un bel po' di lavoro da fare per la costruzione del Centro (l'ambulatorio medico è la sola parte del tutto finita), ma è convinto che ciò non rappresenti alcun problema e che quest'edificio sarà interamente completato da qui a fine anno.

Un magnifico esempio

Gale Beganovic, abitante di Miostrah, un villaggio vicino, che da vent'anni lavora in Germania, ha dimostrato che gli altri abitanti della Krajina bosniaca apprezzano e ammirano la gente che vive in concordia. Un giorno ha bussato alla porta dell'ufficio della mjesna zajednica e ha consegnato 10.000 marchi convertibili (circa 5000 euro, NdT) tra le mani del presidente del Consiglio: «Spero che la concordia che regna da voi, e la voglia di rendere i nostri villaggi più belli, "contagerà" anche i miei vicini di Miostrah, e che il nostro villaggio venga anch'esso collegato con una strada asfaltata. È vero, c'è stata la tentazione di seguire il vostro esempio, ma la discordia ha ucciso qualsiasi iniziativa. Voi avete fatto per noi la metà del lavoro, perché per accedere alla strada nazionale Bihac-Cazin, noi dobbiamo passare da Majetici...»

Un «villaggio europeo» nel mezzo della Krajina di Cazin (che corrisponde alle municipalità di Velika Kladusa, Buzim e Cazin), così la gente della Krajina descrive il villaggio di Majetici, sottolineando la grande concordia che regna tra gli abitanti di questo villaggio.


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