Aset Isaeva è l'attrice cecena di teatro drammatico "con la maggiore anzianità di servizio". La sua storia di attrice e sullo sfondo la tragedia della deportazione. Una nostra traduzione

07/12/2006 -  Anonymous User

Di Zareta Osmaeva da "Čečenskoe Obščestvo Segodnja", n. 5(6) 2006
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Maria Elena Murdaca

Aset Isaeva è l'attrice cecena di teatro drammatico "con la maggiore anzianità di servizio". L'attrice popolare della Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia approdò agli studi quando aveva appena 15 anni. Molti se la ricordano nel ruolo di Majma, nella leggendaria piéce di A. Chamidov Bož-Ali.

A metà del secolo scorso l'originale, vivido talento dell'attrice ammaliava lo spettatore, inducendolo a tornare e ritornare a teatro. Chava (Il lago dorato), Belila (La fortezza rossa), Lajla (La famiglia del pastore), Žanetta (La suocera), Smeraldina (Il servitore di due padroni): solo alcuni dei ruoli del suo vasto repertorio.

Aset Isaeva è nata a Groznyj il 5 settembre 1915 in una famiglia, a quei tempi, non troppo numerosa. Erano in tutto quattro figli: Aset, Nurset, Junus e Junadi. Presto rimasero orfani di padre, e in seguito furono allontanati dalla madre. I parenti materni, infatti, la fecero risposare e spedirono i bambini all'orfanotrofio. Dopo pochi anni Aset cominciò a frequentare corsi di taglio e cucito, ma in seguito si iscrisse alla scuola sovietica di partito. Nel 1931 a Groznyj si iniziò a parlare della fondazione di una nuova accademia nazionale di teatro, e la ragazzina decise che avrebbe fatto l'attrice. Con sua grande gioia, l'accettarono.

Il Direttore della scuola era un famoso scrittore ceceno, il drammaturgo Said Baduev. Qui Aset incontrò il suo primo e unico amore: Movždin Baduev, il fratello minore di Said Baduev. Il giovane era di due anni più grande di Aset. Presto decisero di sposarsi. Ma la famiglia del fidanzato, saputo che la prescelta dal giovane era un'attrice, si oppose al matrimonio. I giovani, allora, decisero di sposarsi nonostante la volontà contraria dei familiari. Alla fine del percorso di studi, Aset e Movždin entrarono a far parte del corpo del Teatro di Cecenia e Inguscezia. Presto arrivarono due figlie: Tamara e Raisa. Vivere aveva un senso, lavorare dava gioia. Ancora prima della deportazione, Aset e Movždin erano stati insigniti del titolo onorifico di Artisti Popolari della Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia.

Ma la felicità della giovane famiglia non durò durare a lungo. Nel destino di Aset era scritto che dovesse perdere i propri cari. Nel febbraio del 1944 tutto il corpo teatrale fu deportato. Aset fu deportata insieme alla madre, la sorella e le figlie. Di Movždin e del suo destino non si seppe niente. Lui, dal canto suo, si trovava a mille chilometri di distanza, con la sua famiglia. Aset capiva che i parenti del marito potevano solo essere contenti della forzata separazione. Per dare da mangiare ai propri figli, l'attrice lavorava dalla mattina alla sera - in nero - in un complesso industriale che produceva spatofluoro. Da Aurachmat la donna si trasferì con la famiglia a Čimkent. Quando si iniziò a parlare di un prossimo ritorno nel Caucaso, Aset ricevette una lettera, dalla quale seppe che Movždin e i suoi si trovavano a Merke (Kazakistan). Mostrò la lettera alle figlie, e disse loro: "Ormai siete adulte, e secondo le nostre abitudini i figli devono vivere col padre". Raccolsero armi e bagagli e andarono a Merke, dai Baduev.

Il consiglio di famiglia dei Baduev deliberò di rispedire indietro Aset e far sposare le ragazze. Ma le ragazze fecero valere il loro diritto di vivere con la madre. Non potevano pensare di vivere senza le carezze della madre, con quelle mani rese ruvide dal lavoro pesante, senza i suoi sorrisi affettuosi nonostante gli occhi stanchissimi. Aset trovò lavoro in una segheria, poi in un'impresa che produceva cibo in scatola.

Nel 1956 ricevette una lettera da parte di Abdul Chamidov, che la invitava ad Alma Ata. Le figlie rimasero in attesa della madre, in una casa che doveva ancora essere terminata. L'attrice tornò raggiante e con una buona notizia: si permetteva agli artisti di essere fra i primi a tornare a casa, nel Caucaso. Le donne piantarono tutto e insieme al corpo dell'Ensemble Ceceno-Inguscio di Canto e Danza creato da Chamidov, tornarono a Groznyj. Due tagli di tessuto, due orologi al polso delle figlie: tutto il loro capitale. Aset chiese al direttore artistico Aleksandr Chalebskij di prendere le figlie nell'ensemble. Ma dopo due mesi le sue figlie si iscrissero all'Accademia di Teatro e si trasferirono a Leningrado.

Dopo una separazione durata 13 anni si incontrarono di nuovo: il teatro e Aset Isaeva. L'attrice con sete ardente si immerse in questo mondo. Un mondo dove lei aveva conosciuto tutto: amore, disperazione, paura, il dolore della separazione...Aset rinacque a nuova vita per vivere e morire sulla scena, dove nulla le era impossibile. La sua recitazione non era seguiva le regole dell'arte drammatica: al contrario, le plasmava secondo il suo volere. Quando Aset entrava in scena, la salutava, stando in piedi, una sala stregata. Era un riconoscimento. Tutti erano entusiasti di lei, colleghi e spettatori. La Donna del focolare, del čurek tipo di pane non salato dalla forma di una focaccia schiacciata, tipico del Caucaso, N.d.T. appena sfornato. La Madre rifugio, luminosa, buona. Così la ricordano i suoi contemporanei. Nessuno, fra gli ammiratori del suo talento, poteva indovinare che Aset passava le notti nel suo camerino da trucco, a mala pena riusciva a sbarcare il lunario, mettendo da parte il magro stipendio per le figlie che studiavano. Nella parte di Žanetta ne La Suocera ebbe un successo straordinario, che la scena del teatro drammatico ceceno-inguscio vedeva per la prima volta. Aset non recitava, viveva sulla scena. Una cosa che non si può imparare. Ci sono attori per i quali la formazione teatrale è controindicata. Aset Isaeva e Al'vi Deniev fanno parte di questa categoria. Nella pièce di Said Čechkiev Quando muoiono i figli Aset era una madre che seppelliva sette figli. Alla fine dello spettacolo si rivolgeva alla sala implorando che prendessero il posto dei morti. L'auditorio si alzava in piedi. Ogni volta, dopo aver recitato questa parte, Aset si sentiva male, a lungo. Le avevano consigliato di risparmiarsi, sulla scena, ma lei non era capace: "Chi mi crederebbe?".

Un giorno il cuore di Aset non resse: ebbe un infarto. Ma lei ritornò presto sulla scena. Ormai il teatro per lei era diventato la famiglia, in senso letterale. E Aset temeva di perdere questa famiglia più di ogni altra cosa. Nello spettacolo Kikila il valoroso recitavano Aset Isaeva, Movždin Baduev e la loro figlia più giovane, Raisa Giaceva. Aset e Movždin, come prima, vivevano separatamente.

Il famoso "kidaurov!"esclamazione di esultanza, N.d.T di Majma, il sorriso senza denti, il trucco: sono tutte trovate di Aset. Bož-Ali lo rappresentavano anche nelle repubbliche vicine. Chamidov commentava: "La nostra Majma è la migliore". Lo spettatore, dalle risate, quasi soffocava.

Nel 1971 ad Aset proposero di andare in pensione. Il 4 marzo il cartellone prevedeva Bož-Ali. Quando Aset arrivò a teatro, si sentì dire che in attesa dell'assegnazione della pensione, poteva andarsene in ferie, la sua parte l'avrebbe recitata un'altra. Quella sera Aset ebbe un secondo infarto. Il 5 marzo morì. Aveva 55 anni.


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