A metà ottobre una risoluzione Onu sul riacutizzarsi della crisi tra Georgia e la regione separatista dell'Abkhazia, sostenuta da Mosca. Una rassegna sulle varie posizioni politiche espresse in merito a questo recente provvedimento del Consiglio di Sicurezza
Di Maura Morandi
Il 13 ottobre scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che prevede l'estensione del mandato della Missione di osservazione dell'Onu in Georgia (Unomig) per sei mesi, cioé fino al 15 aprile 2007. La missione dell'Unomig è stata istituita nell'agosto del 1993 in seguito al conflitto tra la Georgia e la regione secessionista dell'Abkhazia e ad oggi conta uno staff di più di 100 osservatori militari e di circa 300 civili.
I punti principali della risoluzione, fortemente voluta dalla Russia, sono la richiesta alla Georgia di astenersi da "azioni provocatorie, in particolare nell'alta Valle del Kodori", l'enfatizzazione dell' "importante ruolo stabilizzante" nella regione di conflitto delle forze di peacekeeping russe e la richiesta alle autorità abkhaze di garantire un ritorno "dignitoso" ai rifugiati.
Nella risoluzione si fa chiaro riferimento all'intervento militare della Georgia di fine luglio nella Valle del Kodori ed in particolare alle considerazioni di Kofi Annan che "una nuova e tesa situazione è emersa tra le parti georgiana ed abkhaza, in particolare come risultato dell'operazione speciale condotta dai ministeri degli Interni e della Difesa georgiani nell'alta Valle del Kodori". Nel suo rapporto di inizio ottobre sulla situazione in Abkhazia, il Segretario Generale dell'Onu aveva affermato che "una soluzione negoziata del conflitto georgiano-abkhazo è senza dubbio difficile da raggiungere oggi, dato che le posizioni delle due parti in merito alla questione dello status politico si sono sviluppate nel corso degli anni in modo nettamente separato". Annan ha precisato che "comunque non c'è alternativa al dialogo".
Il Presidente della Georgia Mikheil Saakashvili si è detto soddisfatto del documento adottato dal Consiglio di Sicurezza per il fatto che, sebbene ci siano "diversi aspetti discutibili", le due richieste fondamentali da parte russa non sono state introdotte nel testo della risoluzione. Saakashvili ha spiegato infatti che "una denuncia incondizionata dell'operazione di polizia georgiana nella zona dell'alto Kodori, avrebbe avuto seri risvolti legali" e che "la restaurazione dello status quo che esisteva nel Kodori prima dell'intervento georgiano, avrebbe significato il ritiro delle legittime autorità abkhaze dall'Alta Abkhazia e la rinomina in Valle del Kodori". In una recente visita nella zona, infatti, Saakashvili aveva cambiato il nome della Valle del Kodori in "Alta Abkhazia". Il Presidente georgiano ha aggiunto che "tutti dovrebbero capire che i separatisti non avranno di ritorno nemmeno un pezzo del territorio controllato da Tbilisi. Al momento noi controlliamo il 30% del territorio abkhazo, dove stiamo pianificando di rafforzare le infrastrutture, e restaureremo il pieno controllo su tutto il territorio attraverso negoziazioni pacifiche".
Più cauto è stato invece il commento dell'Ambasciatore georgiano presso le Nazioni Unite Irakli Alasania, che in una conferenza stampa a New York ha espresso parere positivo in merito all'estensione del mandato dell'Unomig, ma ha messo in evidenza anche il fatto che la risoluzione "non riflette il fallimento nell'espletamento dei loro compiti delle forze di peacekeeping russe stanziate in Abkhazia sotto l'egida della Communità degli Stati Indipendenti". Alasania si è detto "sorpreso" anche del fatto che la risoluzione si concentri in più paragrafi sulle azioni di Tbilisi nell'alto Kodori. L'Ambasciatore georgiano ha definito comunque il testo "equilibrato", in quanto ribadisce il principio dell' "integrità territoriale della Georgia all'interno dei confini riconosciuti dalla comunità internazionale" ed ha aggiunto che la risoluzione "non limita il diritto sovrano della Georgia ad iniziare il procediemnto per il ritiro dei peacekeepers russi dalle zone di conflitto".
A Tbilisi non tutti sono contenti della nuova risoluzione. Davit Gamkrelidze, leader del partito d'opposizione "Nuova Destra" ha individuato nella persona del Presidente Saakashvili il responsabile delle "decisioni sorprendenti" contenute nel documento. In una conferenza stampa Gamkrelidze ha fatto notare come la risoluzione ritenga "il governo georgiano completamente responsabile dell'aggravamento delle relazioni tra Georgia ed Abkhazia a causa dell'operazione speciale condotta nell'Alta Abkhazia" e come il Consiglio di Sicurezza abbia espresso "rimostranza per la violazione degli Accordi di Mosca del 1994" ed abbia ammonito il governo georgiano dall' "astenersi dalla retorica militante e da attività provocatorie".
Gamkrelidze ha espresso il suo rammarico per il fatto che i peacekeepers russi continueranno a sorvegliare la zona del Kodori insieme alle forze dell'Unomig. Nella risoluzione si sottolinea, infatti, "l'importanza di una cooperazione stretta ed effettiva tra l'Unomig e le forze di peacekeeping della Comunità degli Stati Indipendenti in quanto attualmente giocano un ruolo stabilizzante nella zona di conflitto". Il leader d'opposizione, in una lettera a Saakashvili, ha chiesto al Presidente del perché il governo non si sia opposto al mandato delle truppe russe e del perché non adempia alle disposizioni contenute nella risoluzione adottata dal Parlamento sul ritiro delle forze di pace russe dall'Abkhazia e dall'Ossezia del Sud. Secondo Gamkrelidze la Georgia dovrebbe ritirarsi dalla CSI e "da tutti quei trattati che servono come basi legali per le operazioni di peacekeeping sotto l'egida della stessa in Abkhazia ed Ossezia del Sud".
Il documento adottato dall'Onu è stato accolto favorevolmente dalla Russia ed il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che "la risoluzione riflette tutte le maggiori richieste fatte da parte della Russia". Lavrov, in un'intervista all'agenzia russa RIA Novosti, ha aggiunto che "è molto importante il fatto che il Consiglio di Sicurezza abbia confermato ancora una volta il ruolo stabilizzante delle forze di peacekeeping e degli osservatori delle Nazioni Unite che stanno cooperando strettamente con le nostre forze e mantenendo la pace nella regione".
Anche il Presidente de facto dell'Abkhazia Sergej Bagapsh ha espresso soddisfazione per il prolungamento del mandato dell'Unomig spiegando che era soddisfatto "del fatto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu abbia valutato la situazione attuale nella parte alta della Valle del Kodori in modo realistico ed abbia denunciato il ruolo destabilizzante della Georgia in questa situazione". Nella risoluzione viene ribadita, inoltre, la volontà di ricomporre il conflitto in modo pafico e viene richiesto alla parte abkhaza di assicurare le condizioni per un "ritorno dignitoso dei rifugiati nella zona di Gali". Il conflitto dei primi anni '90 ha causato infatti circa 300.000 rifugiati.
L'Ambasciatore americano presso l'Onu John Bolton ha commentato la risoluzione chiarendo che "gli Stati Uniti considerano l'azione intrapresa dal governo georgiano per contrastare gruppi miliziani nell'alta Valle del Kodori, un diritto sovrano della Georgia".
Nella risoluzione, però, si insiste affinché "la parte georgiana assicuri che la situazione nell'alta Valle del Kodori sia coerente con gli Accordi di Mosca" del 1994, che vietano lo stanziamento di truppe regolari del ministero degli Interni della Georgia nell'area, e che "nessuna truppa non autorizzata secondo gli Accordi sia presente sul territorio". Il 12 ottobre, in un'azione congiunta, le forze di pace russe e gli osservatori dell'Unomig avevano perlustrato la parte alta del Kodori trovandovi più di 500 unità delle forze di polizia del ministero degli Interni della Georgia e trovando mortai ed armi anti-aereo che, a detta del governo georgiano, erano stati confiscati alle milizie nel corso dell'operazione di fine luglio. Nella risoluzione si fa esplicito riferimento all'azione notando "con soddisfazione la ripresa dei pattugliamenti congiunti dell'Unomig e delle forze di peacekeeping della CSI nell'alta Valle del Kodori" e si "riafferma che questo tipo di operazioni dovrebbero essere condotte regolarmente".
Nel complesso la risoluzione dell'Onu non intende favorire nessuna delle parti e le invita caldamente ad intraprendere la strada di un più serio e costruttivo dialogo. In un momento di fortissima tensione nelle relazioni tra Tbilisi e Mosca, i tre attori principalmente coinvolti in questo conflitto (Abkhazia, Georgia e Russia) si trovano a dover scegliere se seguire la via pacifica indicata dalle Nazioni Unite o ricorrere ad incessanti provocazioni che potrebbero avere una controversa evoluzione.
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