L'Albania ha un forte deficit di produzione energetica, aggravata dalle crisi idriche che hanno rallentato l'attività delle centrali idroelettriche. L'energia viene allora acquistata dall'estero ma ombre di corruzione s'allungano sulla dirigenza albanese.
Theodori Sollaku, nuovo procuratore generale di Tirana da poco nominato al posto del dimissionario Arben Rakipi, è stato interpellato dal ministro per l'industria e l'energia Viktor Doda affinchè il suo ufficio faccia chiarezza sul caso di corruzione legato all'acquisto di energia elettrica portato alla luce nei giorni scorsi da alcuni media albanesi.
"Occorre sia fatta chiarezza su questa "commissione dell'8%" pagata da una società tedesca al negoziatore albanese che ha fatto da intermediario per un recente acquisto di energia elettrica" ha affermato il ministro ai giornalisti.
Sulla vicenda si sono già espressi i rappresentanti della KESH (Albanian Electro-Energetical Corporation) affermando di non sapere nulla sulla commissione pagata dall'azienda tedesca.Il governo ha tenuto a ribadire che tutte le procedure d'acquisto d'energia si sono svolte in modo trasparente e secondo la legge. Fonti governative hanno poi aggiunto che si arrivò all'acquisto dalla compagnia tedesca poiché quest'ultima, tra le altre sette offerte pervenute, proponeva le condizioni migliori.
Nonostante le sopramenzionate smentite alcune TV private ed alcuni quotidiani albanesi continuano ad accusare il governo. Nei giorni scorsi hanno pubblicato documenti secondo i quali la compagnia tedesca HH-EL Hansenstrom avrebbe offerto una commissione dell'8% pari a 800,000 dollari se il governo albanese avesse acquistato, come poi è avvenuto, 340 milioni di kWh per un valore totale di 10 milioni di dollari.
Gli stessi media hanno poi affermato che il governo non avrebbe considerato offerte ben più vantaggiose di quelle della HH-EL Hansenstrom e tutto per favorire il ministro Doda, probabile beneficiario della lauta commissione.
L'energia rimane quindi un "tema caldo" per quanto riguarda la corruzione delle classi dirigenti albanesi. L'ufficio del procuratore generale di Tirana ha già iniziato nei mesi scorsi una serie di indagini per valutare presunte irregolarità che il precedente ministro dell'energia ed alcuni manager della KESH avrebbero compiuto negli acquisti di energia dall'estero durante il 2000 ed il 2001.
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