Il leader del centro destra Sali Berisha e il suo genero Jamarber Malltezi sono indagati dalla Procura speciale anticorruzione nell’ambito della privatizzazione dell’ex campo sportivo “Partizani”, risalente al 2008. Tra i capi d’accusa corruzione e appropriazione indebita
L’ex premier e leader storico del centro destra albanese Sali Berisha è indagato dalla Procura speciale anticorruzione (SPAK) per corruzione passiva e abuso d’ufficio, per aver permesso a suo genero Jamarber Malltezi di beneficiare di 5.4 milioni di euro dalla privatizzazione dell’ex campo sportivo “Partizani”. Inoltre nel registro degli indagati compare anche Fatmir Bektashi, businessman nel settore edile e socio di Malltezi, accusato di corruzione attiva.
L’operazione della magistratura è partita sabato 21 ottobre con l’arresto di Malltezi nei pressi dell’aeroporto di Tirana, annunciando così uno degli autunni più caldi della scena politica albanese degli ultimi tre decenni.
Considerata la sua età avanzata (79 anni), al momento Berisha non è in stato di fermo, ma ha l’obbligo di presentarsi e gli è stato impedito di lasciare il Paese. Tale limitazione delle sue libertà è diventata oggetto di scontro politico, in quanto Berisha gode dell’immunità di deputato. Secondo la normativa vigente, la procura ha l’obbligo di ottenere un’autorizzazione speciale dal parlamento prima di procedere alla limitazione delle libertà dei parlamentari, cosa che di fatto non è accaduta. Dal canto suo, Berisha ha rifiutato in diverse occasioni la notifica del procedimento da parte della polizia giudiziaria ritenendo che, nel rispetto della Costituzione, prima si deve esprimere il parlamento a riguardo.
La privatizzazione del campo sportivo Partizani risale all’anno 2008, periodo in cui Berisha ricopriva la funzione di primo ministro. Fino ad allora il campo sportivo era di pertinenza del ministero della Difesa e per la sua privatizzazione serviva una modifica della legislazione in vigore, in quanto bene delle forze armate. Su iniziativa del governo, la modifica della legge sullo sport è avvenuta nel giugno dello stesso anno, aprendo così la strada alla privatizzazione dei terreni sportivi da parte dei legittimi proprietari.
In origine il terreno del campo sportivo era stato sottratto ai legittimi proprietari dall’ex regime dittatoriale di Enver Hoxha. In seguito alla modifica della Legge sullo sport, cinque delle famiglie di eredi, tra cui anche quella di Malltezi, vengono rappresentate da quest’ultimo per avviare l'espletamento delle procedure burocratiche per la privatizzazione di questi terreni. Secondo il dossier investigativo, grazie all'intervento di Malltezi il processo di privatizzazione ha avuto luogo in tempi molto brevi. La privatizzazione è stata fatta a prezzi agevolati, e insieme ai terreni in questione, è stata privatizzata anche una superficie di proprietà pubblica.
Come riporta BIRN , nel 2006 grazie all’intervento del Consiglio Nazionale di Regolazione del Territorio presieduto da Berisha, il terreno è stato reso edificabile. In seguito su quel terreno è stato costruito un complesso abitativo di 17 grattacieli, realizzato dall’azienda edile di proprietà di Fatmir Bektashi. Nel 2014 Bektashi ha venduto parte delle sue azioni dell'impresa edile, 35% delle quali sono state acquisite da Malltezi per un valore simbolico di 300 euro. Secondo la procura speciale, sulla base delle prove raccolte, la compravendita ad un prezzo simbolico è stata usata come copertura delle transazioni illecite a favore di Malltezi.
Le accuse a carico di Berisha riguardano l’approvazione e l'adattamento ad hoc della legislazione alle esigenze private di singoli, e l’aver esercitato pressione sull’amministrazione per concludere in tempi brevi le procedure di privatizzazione del campo sportivo.
Il dossier “Partizani” è stato portato all’attenzione della Procura speciale anticorruzione nel 2020 da parte dell'allora deputato socialista Taulant Balla, l’attuale ministro degli Interni.
Berisha ha respinto pubblicamente tutte le accuse a suo carico e a carico del genero, sostenendo che sono politicamente motivate e addossando la responsabilità all’attuale premier Edi Rama che - secondo l’ex premier-, vorrebbe distruggere l’opposizione di centro destra per poter governare indisturbato.
A supporto di Berisha si è dichiarato Ilir Meta, suo alleato politico, ex Capo dello stato e attuale leader del Partito della Libertà, insieme ai deputati della corrente “riformatrice” all’interno del Partito Democratico (PD). Mentre gli esponenti del Partito Socialista non si sono espressi pubblicamente sulla questione.
Le accuse mosse contro il leader storico del PD costituiscono il primo stress test per le nuove istituzioni create dopo la riforma della giustizia, pertanto lo svolgimento di un processo equo è essenziale per la credibilità del sistema giudiziario.
Ad oggi Berisha rappresenta la più alta figura politica indagata dalla giustizia dalla caduta del regime comunista, seguita poi dall’ex vicepremier Arben Ahmetaj insieme a diverse figure di ex ministri e sindaci provenienti dalle file del Partito Socialista.
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