Dopo sette anni di assenza dalla capitale albanese, il presidente kosovaro vi fa ritorno alla vigilia delle elezioni in Kosovo, previste per il 23 ottobre prossimo. Nella sua visita Rugova insiste sull'indipendenza della provincia
Dopo sette anni d'assenza, il Presidente del Kosovo, Ibrahim Rugova, è tornato in Albania in una visita ufficiale di tre giorni dove ha incontrato tutti i leader del Paese chiedendo apertamente a Tirana di fare di più affinché venga riconosciuta l'indipendenza della provincia. Il leader della Lega democratica del Kosovo (LDK) ha negato qualunque motivo politico riguardo al suo ritorno nella capitale albanese, a poche settimane dalle elezioni generali del 23 ottobre che si terranno in Kosovo.
Il distacco di Rugova
Nonostante gli inviti ufficiali da parte di vari leader albanesi, il Presidente del Kosovo era da 7 anni che non metteva piede in Albania. Durante i negoziati di Rambouillet (Francia) che precedettero i bombardamenti della Nato sull'ex Jugoslavia, quando l'aereo sul quale viaggiava Rugova dovette fare uno scalo tecnico a Tirana, il leader kosovaro si rifiutò persino di scendere dal velivolo. Le ragioni della sua assenza restano ancora oggi un mistero, mentre è di dominio pubblico il gelo tra lui e i socialisti a Tirana, ritornati al potere nel 1997.
Secondo gli analisti, la causa delle fredde relazioni tra Rugova e i leader del Partito socialista è la posizione che questi ultimi presero appena arrivati al governo riguardo alla questione del Kosovo. Anni fa, il Parlamento della Repubblica d'Albania - mentre al potere c'era il Partito democratico (Pd), e il suo leader Sali Berisha come Presidente - aveva riconosciuto ufficialmente l'indipendenza del Kosovo. Mentre i socialisti fecero un passo indietro, tenendo una posizione più filo-occidentale sulla questione, ossia quella che oggi viene chiamata "prima gli standard e poi lo status". Anche durante i negoziati di Rambouillet ed in seguito alla guerra in Kosovo, il Governo socialista di Tirana sostenne le posizioni dell'allora leader politico dell'Esercito per la liberazione del Kosovo (Uck), Hashim Thaci, ora a capo del Partito democratico (PdK) e rivale di Rugova.
Il gelo tra le due capitali è cominciato a sciogliersi la scorsa primavera quando il Premier Fatos Nano si è recato a Pristina in una visita ufficiale di 2 giorni, la prima del genere per un Primo ministro albanese nella provincia. Tra gli altri, anche un colloquio di 20 minuti con Rugova, il quale ha preferito accoglierlo non nel suo ufficio di Presidente, ma nella sua abitazione privata, giusto per togliere quel tocco d'ufficialità all'incontro. In quell'occasione, Rugova non dimenticò di ricordare al Premier Nano che Tirana aveva ormai riconosciuto l'indipendenza di Pristina. "L'Albania ha riconosciuto la Repubblica del Kosovo - disse - mentre ora lavora per darci una mano sulla nostra strada". Immediata anche la replicata di Nano: "Non credo che l'indipendenza sia una cosa così formale come lei pensa". Poi l'ennesimo invito da parte del Premier: "Con il ritorno del bel tempo e con lo scioglimento della neve il Presidente Rugova verrà in visita in Albania".
I due leader albanesi si erano incontrati per l'ultima volta nel 1997 sull'isola greca di Creta durante un vertice internazionale. Dopo il colloquio con Rugova, l'allora neo Premier Nano aveva stretto la mano all'ex Presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, cosa che a Pristina non è mai andata giù.
Le elezioni che sciolsero la neve
Come auspicato da Nano, la neve che impediva il ritorno di Rugova a Tirana si sciolse, anche se con un po' di ritardo. E guarda caso a poche settimane dalle elezioni politiche del 23 ottobre. Nonostante lui abbia negato da subito ogni tipo di collegamento tra le elezioni e la sua visita, per tutti è stato chiaro che il momento scelto da Rugova per visitare Tirana non era accidentale. E pure la "copertura" era pronta: il motivo ufficiale che ha portato il leader kosovaro nella capitale albanese è stato il titolo "Doctor Honoris Causa" consegnatogli dall'Università di Tirana, in seguito ad una proposta da parte del Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu.
Neppure gli elogi sono mancati. Durante l'incontro a Tirana con Rugova, Nano gli ha riconosciuto il suo "eccezionale contributo nell'affermazione della questione del Kosovo e nella sua liberazione", aggiungendo che la sua visita "potrebbe aiutare tutti a capire meglio il nuovo Kosovo".
L'indipendenza
In ogni suo incontro, il Presidente del Kosovo non ha perso l'occasione di chiedere l'indipendenza della provincia come "l'unica alternativa che calmerebbe la regione". "Gli Stati Uniti e l'Unione europea dovrebbero riconoscere direttamente l'indipendenza del Kosovo - ha detto ai giornalisti - che per noi è una questione esistenziale e non teorica". In alternativa, Rugova ha suggerito "un forum internazionale allargato ai Paesi confinanti" per decidere sulla questione. E per raggiungere questo obbiettivo, il Presidente kosovaro ha chiesto l'aiuto di Tirana. "Ora ci aspettiamo che l'Albania ci aiuti sul piano diplomatico riguardo all'indipendenza" ha detto, sollecitando le autorità albanesi a fare di più anche sulla questione dello status della provincia, che per Rugova è necessario che venga definito il più presto possibile.
Da parte loro, sia il Premier Nano che il Presidente della Repubblica Moisiu hanno espresso il loro sostegno per una rapida definizione dello status. "Non ci può essere sviluppo in Albania se ci sono problemi in Kosovo", ha affermato Moisiu, per il quale la definizione dello status è l'unico modo per bloccare gli estremisti.
Un sostegno totale è arrivato a Rugova da parte del leader dell'opposizione Berisha, da sempre in buoni rapporti. "Il Partito democratico appoggia gli sforzi del Kosovo affinché gli venga riconosciuta l'indipendenza" ha detto, riconoscendo però che per raggiunge questo obiettivo, "un problema di rilievo rimane quello relativo alla libertà e i diritti delle minoranze, il rispetto dei quali è importante per tutta la regione". Mentre il pretendente al trono, Leka Zogu I, ha rimproverato Tirana per la sua posizione mantenuta fino ad oggi, sostenendo che "L'Albania avrebbe dovuto fare molto di più per il Kosovo, aiutandolo a raggiungere l'indipendenza".
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