La vera storia di Euglent, un adolescente che dall'Albania approda in Italia. Il racconto di viaggi illegali per raggiungere l’Europa e altre migliaia di storie cui il protagonista darà voce. Una recensione
(Pubblicato originariamente su Albania News il 2 agosto 2014)
“Generazione che più di altre ha sofferto il cambiamento verso la “democrazia”, parola “impegnativa” che dà speranza ai sogni dell’infanzia negata: dove i giochi si sono interrotti a metà, la normalità è diventata la passione dei numerosi viaggi della speranza, la casa è diventata la strada, la dignità conta poco e la morte ti sorride in faccia prendendosi gioco di te. Giovani innocenti che combattono per sopravvivere, sognando l’impossibile che per molti è a portata di mano”.
Così inizia il libro “Oltre Confine” di Euglent Plaku , pubblicato dalla Casa editrice “BiancaeVolta Edizioni ” nella collana “Melograni” e che è stato recensito da numerosi quotidiani e periodici. L’autore, nato in Albania nel 1979, da ragazzino ha vissuto la fine della dittatura nel suo paese e ha fatto parte, giovanissimo, della grande ondata di emigrazione.
In quelle poche righe iniziali è racchiuso il messaggio di questo romanzo appassionante che, se superficialmente appare un resoconto autobiografico, in realtà va letto come un documento-denuncia di ciò che, tra l’indifferenza e l’omertà del mondo che li circonda, molti esseri disperati subiscono dai loro carnefici.
Si può erigere a “manifesto” dei deboli “oltre confine”, un pugno nello stomaco che si spera risvegli in chi lo legge quelle domande che troppo spesso ognuno di noi preferisce accantonare per non farsi coinvolgere.
L’autore ci racconta la sua storia, molto simile a quella di tanti altri che approdano clandestinamente sulle coste italiane, in prima persona, con parole vive, emozionanti e crude, per poterci far vivere quasi in diretta le sue terribili esperienze. Le pagine scorrono veloci e la lettura si trasforma ben presto in ascolto, perché lo stile è di una narrazione orale.
Il racconto di viaggi illegali a piedi per raggiungere l’Europa, una sorta di Eldorado, attraverso le montagne e in gommone tra le onde dell’Adriatico, di vita clandestina nelle strade di Roma e Milano, di speranze disattese, violenze e abusi, di un passaggio traumatico dall’adolescenza all’età adulta: è la storia vera di Euglent, che narra altre migliaia di storie che mai nessuno racconterà.
Il protagonista è un ragazzo di undici anni che frequenta la scuola, quando nel suo paese, isolato dalla dittatura comunista, si inizia a percepire “aria di trasformazione”. Passati tre anni, il ragazzo, che è nato e cresciuto in una famiglia molto povera, dopo esser stato rifiutato dalla scuola per ufficiali della Polizia, deluso da un sistema corrotto, decide di cercare la fortuna nei paesi confinanti in Grecia e in Italia.
Ha inizio così la dolorosa odissea che nel corso della storia diventa sempre più un interminabile viaggio della speranza. Inizialmente in direzione Grecia, misurata a piedi; poi l’approdo in Italia conquistata nascosto in un camion, grazie a quello stesso gommone o quella dimenticata “pancia” di un traghetto di cui forse si è troppo parlato e di cui tutti ci siamo purtroppo tristemente assuefatti.
Egli è pronto a tutto pur di raggiungere il Paese che ha sempre sognato. I viaggi lo metteranno a dura prova, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il tempo non riuscirà a sanare le ferite emotive, e le cicatrici lasceranno un indelebile traccia. Scoprirà, ancora adolescente, un mondo crudele, fatto di inganno, umiliazione e schiavitù quando, una volta raggiunta l’Italia, verrà costretto con la forza a chiedere l’elemosina per le strade di Milano e Roma e a dormire negli angoli dimenticati delle città.
La forza di volontà e il carattere saranno le sue uniche spinte per la sopravvivenza. Diventerà ribelle e temerario per chiunque lo minacci e si scoprirà “angelo custode” per quei poveri ragazzi che sono costretti come lui a lavorare in strada.
Sogni infranti, indifferenza, minacce e violenza lo piegheranno negli anni senza mai farlo cadere, fino a quando riuscirà a realizzare il sogno che sembrava irrealizzabile: essere visibile nel paese Comunitario.
Sono tre gli anni di vita trascorsi tra viaggi disperati e paura di non farcela, raccontati con rabbia da chi alla vita si è aggrappato con le unghie, nella speranza di alleviare un peso, un ricordo, che poteva far più male della stessa realtà. Tre anni per trasformare un quattordicenne in un uomo che non ha mai voluto mollare!
Un sacerdote salesiano lo ha trascinato via dalla strada, dal crocicchio dove chiedeva l’elemosina, e lo ha avviato allo studio e a una vita più dignitosa. “La mia salvezza è stata un salesiano!“, afferma con gratitudine.
La storia di Euglent è legata, infatti, a un salesiano, professore nella Università Pontificia Salesiana di Roma. Nel suo libro, Euglent non lo nomina: lo chiama semplicemente “Mino“. Racconta della sua prima visita al Centro di studi universitari che si trova nella zona del Monte Sacro, e di Mino che lo fa studiare ospite del collegio e crea per lui un avvenire.
Nel libro “Oltre Confine“, oltre a quella dell’autore, sono contenute storie di altre persone (genitori, amici, benefattori). Storie vere e dolorose che sarebbero rimaste sconosciute senza la pubblicazione di questa coraggiosa opera che il protagonista mette alla portata di tutti. Le domande sono quelle che nascono spontaneamente leggendo il libro di Plaku e seguendo le tracce del suo racconto. I veri motivi della migrazione, i rischi e i pericoli incontrati lungo la strada, il silenzio che parla e fa riflettere, la fiducia e la speranza per superare il passato e costruire il futuro, i consigli ai giovani che vivono la stessa situazione.
Così l’autore riassume la storia di questo libro, semplice e complesso, candido e sconvolgente, nato quando il tumulto dell’esperienza trascorsa si è placato e i ricordi sono diventati maturi per essere condivisi.
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