Un ritratto di Denis - foto di Luca Meola

Denis - foto di Luca Meola

In anteprima per i lettori di OBC Transeuropa un reportage multimediale longform che racconta la storia di Denis, minore albanese arrivato in Italia non accompagnato, e del suo ritorno a casa

30/09/2021 -  Christian Elia

Denis ha 19 anni e non vedeva la sua famiglia dal 2019. Denis è arrivato in aereo, da Tirana a Milano, da solo, quando era ancora minorenne. Denis, per la legge, è un minore straniero non accompagnato, definito per la nostra burocrazia da una sigla: MNSA. Ma quali sono le storie dietro a queste sigle?

“Shtëpia, casa” è un reportage multimediale che racconta il ritorno a casa di Denis e le storie di altri ragazzi albanesi che come lui che sono arrivati in Italia. Racconta il loro percorso, le loro speranze.

Questo multimedia rappresenta il capitolo finale del progetto Di’ Tu Diritti da tutelare , co-finanziato dal ministero dell’Interno e dall’Unione Europea – Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020, con capofila Città Metropolitana di Milano.

Di’ Tu è un progetto che promuove l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati sul territorio della Regione Lombardia, che sostiene l’emersione e la valorizzazione del punto di vista dei ragazzi e delle ragazze su percorsi e politiche di accoglienza, promuovendo il diritto all’ascolto e alla partecipazione.

Il progetto è un'iniziativa di Codici ricerca e intervento , un’organizzazione indipendente che promuove percorsi di ricerca e trasformazione in ambito sociale e che ha condotto gruppi di consultazione e spazi di confronto: insieme a chi vive o ha vissuto la condizione di minore straniero non accompagnato sono state ad esempio scritte le “Linee guida per la buona accoglienza e l’integrazione sul territorio”.

Denis in famiglia - foto di Luca Meola

Parenti di Denis - foto di Luca Meola

Denis è stato accompagnato nel suo ritorno a casa da un team misto di ricercatori di “Codici ricerca e intervento” e di giornalisti di Q Code Mag per un percorso condiviso di racconto e di sintesi del progetto, che potesse allo stesso tempo raccontare le storie e le persone nel loro contesto e condividere i risultati della ricerca.

In Italia i minori richiedenti asilo - sul totale dei minori stranieri non accompagnati - sono stati il 9% nel 2013, il 35% nel 2015-2016, e hanno toccato il picco nel 2017 (55%) per poi assestarsi attorno al 10% dal 2019. Nel 2020, i 520 minori richiedenti asilo costituivano solo il 7,3% del totale dei minori non accompagnati censiti e presenti sul territorio nazionale.

Questa differenza dipende solo in parte dalle caratteristiche dei flussi migratori verso l’Italia. Un ruolo di primo piano infatti, lo giocano il sistema di accoglienza e i modelli territoriali di presa in carico di minori soli.

In Italia, a giugno 2021, erano presenti e censiti 7.802 minori stranieri non accompagnati, di cui il 96.7% di sesso maschile, provenienti principalmente da Bangladesh (25.3%), Tunisia (15%) ed Egitto (9.1%).

Quello albanese è un caso, per certi versi unico: resta tra i principali contesti di origine, ma non viene – almeno a livello mediatico – messo in relazione con conflitti o condizioni di estrema povertà. Al punto che, in certi casi, si finisce per criminalizzare questi ragazzi e le loro famiglie, con accuse che vanno dal 'dumping' del welfare fino all'indifferenza per le sorti dei figli. Polemiche che non ci sono solo in Italia, ma anche in Albania, dove l'opinione pubblica è divisa sul tema.

“Abbiamo scelto l’Albania per tante ragioni: ci interessava prima di tutto capire come un fenomeno ancora numericamente importante per i minori si inserisca storicamente su un fenomeno migratorio che non è recente e non è emergenziale. Non accade in tutte le dinamiche migratorie che minori – con storie anche avventurose – migrino da soli, da contesti dove c’è stata una forte migrazione nelle generazioni precedenti”, spiega Andrea Rampini, ricercatore di “Codici”.

“L’Albania conferma come i flussi migratori siano un continuo divenire, mutano, non sono mai uguali a loro stessi e non può essere letto come fosse uguale agli anni Novanta. Allo stesso tempo rischiamo di pensare alla categoria dei minori non accompagnati e alle migrazioni di minori come qualcosa di omogeneo. Emigrare dall’Albania oggi non è la stessa cosa di chi partiva in passato e non è la stessa situazione di chi parte dall’Egitto o dal Kosovo o da altri paesi. In questo senso le storie dei minori albanesi sono fondamentali e raccontano il contesto europeo che cambia e i mutamenti delle reti socio–economiche e dei sistemi normativi che producano delle migrazioni che sono nuove”.

Un reportage in sei capitoli, di Christian Elia, un podcast per la regia di Angelo Miotto, le foto e i video di Luca Meola, lo sviluppo web di Remo Romano, gli interventi delle ricercatrici e dei ricercatori di Codici: tutto questo è Shtëpia, casa, un longform da leggere e navigare all’indirizzo https://www.shtepia-casa.it/ .

Shtëpia, casa è soprattutto la storia di Denis, che in Italia sta seguendo il suo percorso con risultati brillanti, la storia della sua famiglia e della sua città, dei suoi amici e del suo paese. E’ il racconto di un viaggio e di un ritorno, partendo da un luogo e tornando verso un altro, in due altrove che chiami casa.


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