Polemiche contro l'attuale sindaco di Tirana in seguito ad un incidente che ha causato l'inondazione di un intero quartiere della capitale. Sia Nano che Berisha sembrano volersene liberare.
TIRANA- Eddi Rama, l'apprezzato sindaco di Tirana, è al centro di polemiche ed attacchi. La settimana scorso il partito Democratico all'opposizione ha chiesto la sfiducia al consiglio comunale della capitale, eventualità rigettata dalla maggioranza socialista. Tuttavia i rappresentanti del partito di Sali Berisha insistono e affermano che porteranno Rama davanti alla magistratura. La polemica ha avuto inizio a seguito dell'inondazione di un quartiere di Tirana provocata dall'accidentale apertura della diga del lago artificiale al centro della città. Mentre il vice sindaco Blendi Gonxhe ha dato le dimissioni, la magistratura ha aperto le indagini a carico di quattro persone della municipalità e dell'impresa incaricata del rifacimento della diga (il sindaco invece in quei giorni si trovava in Cina).
Eddi Rama, diversamente dai suoi predecessori, ha avuto un notevole successo come sindaco di Tirana. In due anni ha trasformato radicalmente l'immagine della città migliorando le strade, ripristinando le aree verdi, ristrutturando gli edifici del centro cittadino ed eliminando le migliaia di chioschi abusivi che negli anni avevano occupato molte aree pubbliche. Grazie alla credibilità guadagnata presso le istituzioni internazionali, Rama ha ottenuto 19,6 milioni di euro di finanziamenti stranieri per realizzare i numerosi progetti di recupero della capitale.
Di contro, il sindaco ha dato di sé un immagine di politico aggressivo. Eletto nelle file del partito socialista, ha scelto di non diventarne membro ma oggi è spesso criticato proprio per avere sacrificato la sua indipendenza entrando nei giochi politici locali. L'ingresso in politica di Eddi Rama si deve all'attuale primo ministro Fatos Nano che tre anni fa lo convinse a diventare ministro della cultura. Oggi però corre voce che Nano non apprezzi più l'atteggiamento eccentrico del sindaco.
Dal canto suo, Rama ha espresso un giudizio categorico sull'opposizione, definendola 'inesistente' (del resto l'opposizione ha deciso di entrare in consiglio comunale solo recentemente ovvero due anni dopo le elezioni) e non ha risparmiato critiche nemmeno al governo centrale. Rama ha reso pubblici sei problemi gravi per la città affermando che se non vengono affrontati subito potrebbero causare ingenti danni finanziari, economici ed ambientali alla zona. Si tratta di un appello a cambiare la situazione ma anche una critica al governo attuale ed ai precedenti.
Non a caso quindi, tra i punti di convergenza tra i leader di maggioranza ed opposizione - Nano e Berisha - ci sarebbe proprio la volontà di mandare a casa il sindaco di Tirana. Secondo i mass media, i due inamovibili leader dell'Albania post-comunista avrebbero parlato della cosa con il Presidente della Repubblica alcuni giorni fa, in un appuntamento organizzato per discutere di eventuali emendamenti alla Costituzione. L'ufficio del presidente, come quelli di Nano e Berisha, ha smentito le voci ma le informazioni sono arrivate comunque ai mass media attraverso i consulenti del presidente. Nonostante questo incontro ai vertici, non pare che le ragioni di questa comune volontà vadano oltre questioni personali.
Rama ha accettato le critiche per la gestione dell'inondazione e ha promesso aiuti ai cittadini che hanno subito danni. Nessuno mette in dubbio in Albania il carattere eccentrico del sindaco di Tirana, ma molti ammettono che sarebbe un peccato perderlo dato che tanto ha fatto in questi anni per rendere Tirana una capitale europea come le altre. Dal punto di vista legale e costituzionale non dovrebbe essere facile per Nano liberarsi di Eddi Rama e tuttavia, come si sa, nella legislazione del paese vi sono ancora tanti buchi che consentono ampi margini di interpretazione.
Secondo alcuni, i socialisti hanno bisogno di Rama almeno fino all'anno prossimo quando si terranno le nuove elezioni amministrative, d'altra parte difficilmente Rama otterrà nuovamente il sostegno del partito socialista per ricandidarsi alle elezioni del 2003.
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