Sergei Parajanov. Foto Yuri Mechitov CC BY-SA 4.0

Sergei Parajanov. Foto Yuri Mechitov CC BY-SA 4.0

Sergej Parajanov, regista armeno ha ottenuto riconoscimento internazionale per il suo stile cinematografico unico, in contrasto con i principi del realismo socialista dell’epoca. A partire da oggi, in Armenia si terranno vari eventi per commemorare il suo contributo alle arti e alla cultura

09/01/2024 -  Marilisa Lorusso

Il 2024 si apre con un centenario importante, che può essere un’occasione per includere fra i buoni propositi dell’anno un viaggio in Armenia alla scoperta, o riscoperta, dei suoi artisti e delle sue bellezze museali.

Il 9 gennaio prende il via il centenario per la nascita di Sergej Parajanov e in Armenia si terranno vari eventi per commemorare il suo contributo alle arti e alla cultura. Il ministero dell’Istruzione, della Cultura e dello Sport armeno informa che alle 12:00 si terrà l'inaugurazione del monumento a Sergey Parajanov e l'apertura della mostra La Gioconda. Trasformazioni di Davit Galstyan della Cinema House.

Nella stessa giornata, saranno proiettati film del regista nella sala piccola del Cinema House mentre nel pomeriggio, presso la Galleria Parajanov, si terrà un concerto su temi musicali di Parajanov realizzato dai solisti degli ensamble "Gurjev" e "Barekamutyun".

Il monumento a Parajanov è incluso nell'elenco dei monumenti significativi di Yerevan e il suo centenario è ricordato dall’UNESCO fra i giubilei delle persone illustri. Il programma culturale per la celebrazione del centenario del regista è stato organizzato dal Comitato Governativo per il Centenario di Parajanov.

Sergej Parajanov

Parajanov, nato il 9 gennaio 1924 a Tbilisi, è stato un regista cinematografico armeno che ha ottenuto riconoscimento internazionale per il suo stile cinematografico unico, in particolare con film come Il colore del melograno (1969) e Le ombre degli antenati dimenticati (1965), entrambi considerati tra i più grandi film di tutti i tempi da "Sight & Sound". I suoi contributi artistici erano però in contrasto con i principi del realismo socialista, l'unico stile artistico approvato nell'Unione Sovietica.

La vita e l'opera di Parajanov sono quindi state caratterizzate da una straordinaria combinazione di genio artistico e costante lotta contro le severe censure imposte dalle autorità sovietiche. Parajanov ha sviluppato uno stile cinematografico unico, affrontando in chiave surrealista e visionaria le tradizioni popolari delle regioni caucasiche e ucraine.

Durante la Seconda guerra mondiale, Parajanov ha frequentato i corsi di regia dell'Istituto Statale di Cinematografia di Mosca. Nel 1951 iniziò a lavorare agli studi cinematografici di Kiyv, realizzando documentari, cortometraggi e lungometraggi di propaganda che in seguito avrebbe ripudiato. Il punto di svolta nella sua carriera avvenne nel 1964, quando decise di adattare per lo schermo un racconto dello scrittore ucraino Kočubinskij, dando vita a Le ombre degli antenati dimenticati. Questo film, incentrato sul folclore della comunità dei Gutzul nei Carpazi, si distingueva per l'approccio surreale e non convenzionale, contrapponendosi ai canoni del cinema etnografico dell’epoca.

Nonostante l'opposizione delle autorità sovietiche, il film ottenne riconoscimenti internazionali, inclusa la vittoria al festival di Mar del Plata. Tuttavia, a Parajanov fu impedito di accompagnare personalmente il film in qualsiasi festival.

Il regista tornò in Armenia nel 1968, continuando la sua ricerca di un cinema libero mentre le libertà artistiche stavano andando incontro a un nuovo giro di vite.

È del 1969 Il colore del melograno, una biografia del trovatore armeno del XVIII secolo Sayat-Nova. Il film, considerato il suo capolavoro, è caratterizzato da quadri figurati e uno stile visivo surreale, ed è stato ritirato dalle autorità sovietiche per estrema deviazione dal realismo russo.

Michelangelo Antonioni così lo recensì : “Il colore del melograno di Parajanov, secondo me uno dei migliori registi al mondo, è di una bellezza perfetta”. Prevalentemente muto e dominato da immagini oniriche, è apprezzabile anche per chi non parla armeno, e dopo tanti travagli è ora disponibile online su varie piattaforme. Qui una breve scheda che può aiutare a orientarsi nella visione, se non si ha familiarità con la storia di Sayat-Nova.

Parajanov fu arrestato nel 1971 durante le riprese di Affreschi di Kiev, un progetto rievocativo della nascita della capitale ucraina, dichiarato antisovietico. Le persecuzioni nei confronti del regista culminarono nel 1974 con l'arresto e la condanna a cinque anni in un campo di riabilitazione, con accuse quali furto di oggetti d'arte e omosessualità. Solo grazie a una mobilitazione internazionale, guidata dal surrealista francese Louis Aragon, Parajanov fu liberato nel 1977, ma gli fu impedito di girare film. Nel 1982 fu arrestato nuovamente, questa volta con l'accusa di corruzione, ma fu rilasciato qualche mese dopo.

Con il relativo allentamento della censura sovietica negli anni ‘80, Parajanov riuscì a dirigere nuovamente. Nel 1984 realizzò La leggenda della fortezza di Suram e nel 1988 Asik Kerib - Storia di un ashug innamorato, entrambi acclamati dalla critica. La sua carriera fu interrotta dalla morte avvenuta nel 1990 Yerevan.

Parajanov, statue, musei e un importante centenario

Nel 2004, su commissione della città di Tbilisi, è  stata inaugurata nella piazza della capitale  georgiana una statua dell’artista italo-georgiano Vazha Mikaberidze dedicata allo scomparso genio cinematografico armeno. L'opera è ispirata ad una famosa foto di Yuri Mechitov che pure è stata scelta dal ministero armeno per il centenario di Parajanov.

Altre immagini del regista, e i suoi visionari e imprevedibili collage sono visibili al museo-casa dell’artista a Yerevan , il cui bel sito offre uno spaccato nel viaggio che la sua rocambolesca fantasia regala allo spettatore, nonché delle sale in cui si ripercorrono i calvari degli arresti. Per ritrovare invece le atmosfere e gli strumenti dell’età di Sayat-Nova e la rarefatta poetica che ha ispirato Parajanov, si consiglia una visita a un piccolo museo, alle spalle della pure assai meritevole Galleria Nazionale armena . Si accede da una porta di legno abbastanza anonima in via Arami, e ci si trova nel Museo Yeghise Charents della letteratura e dell’arte, che oltre ad avere una bella collezione di arte persiana, offre una panoramica completa della storia delle arti armene, con collezioni dedicate alla letteratura, alla musica, al teatro e al cinema, cui tanto ha contribuito l’opera inimitabile di Parajanov.

Nonostante le sfide e la costante lotta contro la censura, il lascito di Sergei Parajanov vive attraverso la sua straordinaria filmografia, riconosciuta a livello internazionale. La sua opera continua a ispirare e a testimoniare un genio artistico che ha sfidato le restrizioni del suo tempo. Un centenario che merita di essere ricordato con tutta la libertà che è mancata in vita all’artista.


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