Piazza della Libertà, Yerevan - Inna Mkhitaryan

Le proteste di questi giorni in Armenia contro la nomina di Serzh Sargsyan a primo ministro e sfociate nelle sue dimissioni hanno come loro luogo ideale e simbolico la Piazza della Libertà di Yerevan. La storia e il presente di questa piazza

24/04/2018 -  Inna Mkhitaryan

(Pubblicato originariamente da Chai Khana )

La Piazza della Libertà di Yerevan testimonia l'aspirazione dell'Armenia alla libertà, alla verità e alla giustizia sociale. Per decenni, questo spiazzo tondo nel cuore della città, sede del teatro dell'opera, è stato il palcoscenico dove gli armeni si sono riuniti per commemorare eventi, esprimere malcontento e invocare cambiamenti.

"Andiamo all'Opera" è diventato un sinonimo di "Andiamo a protestare".

Conosciuta come Piazza del Teatro durante gli anni sovietici, l'area fu ribattezzata Piazza della Libertà nel 1991, quando l'Armenia riacquistò l'indipendenza.

Il legame con l'identità nazionale dell'Armenia, tuttavia, era iniziato decenni prima, quando, la sera del 24 aprile 1965, migliaia di persone si radunarono nella piazza per ricordare il 50° anniversario dell'assassinio di massa di armeni etnici da parte della Turchia ottomana e per chiedere al governo sovietico di dichiararlo genocidio.

I cannoni ad acqua dispersero la folla, ma poco dopo il governo iniziò a costruire un memoriale del genocidio su Tsitsernakaberd, una collina che domina la città.

Negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, la piazza tornò a protestare, ma questa volta sull'ambiente. Alla fine del 1987 e all'inizio del 1988, i manifestanti protestarono contro i rifiuti della vicina centrale nucleare di Metsamor e della tentacolare fabbrica chimica di Nairit.

La politica si insinuò presto in queste proteste. Il 13 febbraio 1988, manifestanti del Nagorno Karabakh avevano fatto appello al Cremlino per unire la regione con l'Armenia, allora una repubblica sovietica.

Quello che era iniziato come un appello al governo centrale si trasformò in un momento decisivo nella storia dell'Armenia. Così nasceva il movimento del Nagorno-Karabakh, che avrebbe trasformato il paesaggio geopolitico del Caucaso meridionale.

Venti anni dopo, il malcontento politico avrebbe riportato migliaia di persone davanti all'Opera (ora, ufficialmente, Piazza della Libertà). Durante le elezioni presidenziali del 2008 in Armenia, fra le più controverse votazioni nazionali, la piazza divenne sede di regolari raduni in favore della rielezione di Levon Ter-Petrosyan, il primo presidente del paese.

Le controversie sul risultato delle elezioni ufficiali, che diedero la presidenza a Serzh Sargsyan, trasformò la piazza in un sito di protesta senza sosta. Il primo marzo, uno scontro fra manifestanti e polizia causò almeno 10 morti e fu dichiarato uno stato di emergenza di 20 giorni.

Più recentemente, Piazza della Libertà è stata teatro di proteste di stampo sociale, contro i rialzi dei prezzi dell'elettricità o per la riforma del sistema pensionistico. In un paese in cui si stima che un terzo della popolazione viva in povertà, anche queste dimostrazioni hanno avuto peso.

La fotografa Inna Mkhitaryan ha rintracciato coloro le cui vite sono state contrassegnate da proteste su Piazza della Libertà. Queste persone – politici, attivisti, semplici cittadini – sono ritratte accanto alle immagini degli eventi storici a cui hanno preso parte.

Aprile 1965: riconoscimento del genocidio

Il 24 aprile 1965, la gente si riunì nella per chiedere il riconoscimento degli omicidi di massa di armeni etnici da parte della Turchia ottomana nella prima guerra mondiale come genocidio.

Nel 1965, Katya Ghazaryan era una studentessa universitaria di 20 anni che partecipava attivamente alla sensibilizzazione sul genocidio stampando e distribuendo volantini. Suo padre, Nerses Ghazaryan, era un sopravvissuto al genocidio che era fuggito in Armenia nel 1915 dalla Turchia orientale.

Il giorno della manifestazione, Ghazaryan fu arrestata e accusata di "linguaggio indecente" – un reato penale all'epoca – e rimase in custodia per tre giorni.

"Abbiamo deciso che tutti si sarebbero vestiti di nero", ricorda oggi, mentre si trova nella piazza. "Pensavamo che avremmo cambiato molte cose, che avremmo ripreso la nostra patria [territori della Turchia orientale, una volta abitata da armeni etnici]. Eravamo ingenui".

Febbraio 1988: pittore e manifestante

L'artista cinquantanovenne Zaruhi Muradyan aveva 29 anni quando il movimento del Karabakh iniziò nel 1988 a Yerevan, nell'allora Piazza del Teatro. Credendo che l'Armenia fosse ad un punto di svolta, filmò le proteste con una videocamera che suo padre, il famoso pittore Sargis Muradyan, le aveva portato da una mostra negli Stati Uniti.

Tuttavia oggi, in Piazza della Libertà, non ha più la sensazione di quella stessa energia.

"Il trentesimo anniversario [dell'inizio delle proteste del Karabakh] è stato triste. Credevo che la piazza sarebbe stata piena di gente, ma no", si lamenta. "In questo momento, è uno spazio morto per me. Non pulsa più".

Febbraio 1988: potere al popolo

Apres Zohrabyan, 48 anni, è un veterano di Piazza della Libertà. L'insegnante di yoga ha partecipato alle dimostrazioni del 1988 per il Nagorno Karabakh quando aveva 18 anni e po ha combattuto nel conflitto. Il suo attivismo non è diminuito con il tempo: ha partecipato a importanti proteste politiche nel 1996, 2008 e 2013 e alle manifestazioni contro l'estrazione del rame nella foresta di Teghut. Si definisce credente nel potere del popolo, è un sostenitore del Sasna Tsrer, o Daredevils di Sassoun, un gruppo che nel 2016 ha preso in ostaggi degli agenti di polizia a Yerevan in un tentativo fallito di ottenere la liberazione del fondatore del gruppo in carcere, Zhirayr Sefilian, e le dimissioni del presidente Sargsyan.

1988: Vazgen Manukyan

Il matematico Vazgen Manukyan aveva 42 anni quando, all'inizio del 1988, si unì al Comitato del Karabakh, la cui campagna per il controllo armeno sul Nagorno Karabakh era centrata in Piazza della Libertà. Incarcerato per sei mesi per il suo attivismo, divenne in seguito il primo premier dell'Armenia indipendente post-sovietica e poi ministro della Difesa.

Nel 1996, quando come leader dell'Unione nazionale democratica fallì nel tentativo di succedere al presidente Levon Ter-Petrosyan, i suoi sostenitori, denunciando il voto come truccato, si riunirono in Piazza della Libertà. I raduni furono soppressi e il governo dichiarò il coprifuoco e lo stato di emergenza.

Ma, quando gli si chiede dei suoi ricordi della piazza, i pensieri di Manukyan non vanno alle proteste. "Mi ricordo di quando andavo in bicicletta lì quando ero giovane", dice ridendo.

1995: manifestazioni ARF

Artur Khachatryan, 46 anni, governatore della regione di Shirak, è da lungo tempo membro della Federazione Rivoluzionaria Armena (ARF-Dashnaktsutyun), comunemente nota come Dashnaktsutyun.

Da studente universitario, Khachatryan prese parte alle proteste in Piazza della Libertà contro un disegno di legge del 1994, firmato dal presidente Levon Ter-Petrosyan, che metteva al bando il Dashnaktsutyun decretando che i leader dei partiti politici non potevano essere cittadini di paesi diversi dall'Armenia. Molti membri dell'ARF provenivano dalla diaspora armena.

Alla fine la polizia iniziò ad arrestare la leadership del partito con l'accusa di tentare un colpo di stato. In Piazza della Libertà, i sostenitori dell'ARF e altri facevano sbarre con le dita per denunciare gli arresti.

Febbraio 2008: Nikol Pashinyan

Nikol Pashinyan, 42 anni, leader del blocco d'opposizione parlamentare Yelk (Via d'uscita), ha svolto un ruolo chiave nelle manifestazioni dell'opposizione che hanno portato al voto presidenziale del 2008. All'epoca Pashinyan, noto giornalista e attivista al fianco di Ter-Petrosyan, era conosciuto per le sue emozionanti orazioni di fronte al teatro dell'opera in Piazza della Libertà.

È stato condannato a sette anni di carcere per presunto incitamento al disordine durante le proteste del 1 marzo 2008, scoppiate dopo l'elezione del presidente armeno Serzh Sargsyan. Pashinyan è stato amnistiato tre anni dopo, dopo aver abbandonato la latitanza nel 2009 ed essersi arreso alla polizia.

Un partito politico da lui fondato, Civil Contract, organizza occasionali proteste in Piazza della Libertà.

Febbraio 2008: un'amicizia costruita sulle proteste

L'amicizia tra Karine Gevorgyan, 60 anni, e Gayane Hovhannisyan, 58, è nata in Piazza della Libertà. Entrambe hanno partecipato alle manifestazioni del 1988 per la separazione del Karabakh dall'Azerbaijan, ma si sono incontrate 20 anni dopo durante le manifestazioni contro i risultati delle elezioni presidenziali.

Sono state catturate dalle telecamere nel febbraio 2008 e sono rimaste amiche da allora. Una sera tornarono a casa per riposare dalle proteste e tornarono al mattino per trovare la piazza bloccata e i manifestanti dispersi.

Le due donne non vanno in Piazza della Libertà per una semplice passeggiata. "Per noi è un posto per la lotta, non per passeggiare", dice Gevorgyan.

Febbraio 2008: Levon Ter-Petrosyan

Levon Ter-Petrosyan, il primo presidente dell'Armenia, protestò in Piazza della Libertà per i risultati delle elezioni presidenziali del 2008. Alcuni mesi più tardi, dopo scontri fatali con la polizia e arresti di molteplici attivisti dell'opposizione, Ter-Petrosyan fondò l'Armenian National Congress, il più grande partito di opposizione del paese.

Marzo 2013: Raffi Hovhannisyan 

Nel 2013, l'ex ministro degli Esteri Raffi Hovhannisyan, 58 anni, fece lo sciopero della fame per due settimane in Piazza della Libertà dopo aver perso le elezioni presidenziali di quell'anno contro il presidente in carica Serzh Sargsyan.

Centinaia di persone si riunirono attorno al politico nato in America, che chiamava il movimento che lo sosteneva "BaRevolution". Un gioco di parole su barev ("ciao" in armeno), il nome si riferiva alla pratica di Hovhannisyan di salutare e chiacchierare con la gente comune per strada, una novità nella politica armena.

In un discorso dopo il suo sciopero della fame, Hovhannisyan ha affermato che la piazza era diventata un luogo di "libertà, indipendenza e unità nazionale".

Giugno 2015: Electric Yerevan

Karo Ghukasyan sfidò i cannoni ad acqua durante le massicce proteste del 2015 a Yerevan contro un aumento delle tariffe elettriche. L'immagine, simbolo dello spirito degli attivisti che sfidano la brutalità della polizia, trasformò Ghukasyan, ora un economista di 24 anni, in un'icona di "Electric Yerevan", come venivano chiamate le manifestazioni.

Le proteste iniziarono in Piazza della Libertà, ma in seguito si spostarono nella vicina Baghramyan Avenue, sede di edifici governativi chiave, tra cui la residenza presidenziale.

Ghukasyan aveva 14 anni quando, nel 2008, andò per la prima volta alle proteste contro i risultati elettorali in Piazza della Libertà come spettatore casuale.

"Piazza della Libertà è uno spazio speciale per me, lo attraverso con grande piacere. Credo che la rivoluzione in Armenia inizierà direttamente da questa piazza", dice.


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