Stampa di libri armeni in Italia, non solo a Venezia
7 dicembre 2012
La stampa del primo libro in lingua armena ha avuto luogo a Venezia, esattamente 500 anni fa, nel 1512. E infatti, come avevamo segnalato su Osservatorio ormai un anno fa, proprio a Venezia hanno avuto inizio le celebrazioni di questo importante anniversario.
La rilevanza dell’Italia come luogo di stampa, diffusione e conservazione di testi armeni, anche al di là di Venezia, è emersa chiaramente anche ieri in occasione di un una giornata di studio per i 500 anni della stampa armena tenutasi a Bologna.
Alessandro Orengo , ricercatore e docente all’Università di Pisa, ha infatti sottolineato l’importanza della comunità armena di Livorno, che aveva vissuto il suo periodo di masima fioritura nel XVII e XVIII secolo, quando gli armeni vi avevano costruito una chiesa (la Chiesa armena di San Gregorio Illuminatore) e stabilito una propria tipografia.
Interessante anche la relazione di Chiara Aimi dell’Università di Bologna, che ha raccontato della presenza di una considerevole quantità di libri armeni nella Biblioteca palatina di Parma, in buona parte raccolti verso la metà dell’800 da Carlo Ludovico di Borbone, cultore della lingua e della cultura armena con un precettore armeno alla sua corte. Un fondo a lungo assente dai cataloghi e attualmente non accessibile al pubblico, recentemente catalogato dalla stessa Chiara Aimi sulla base di un precedente lavoro di Gabriella Uluhogian.
I libri esposti in occasione della giornata di studi testimoniano la variegata natura delle pubblicazioni armene stampate in Italia nel corso dei secoli, che, oltre a numerosi testi sacri (nella foto in basso, la celebre Bibbia di Mechitar stampata a Venezia tra il 1733 e il 1735), includono dizionari, grammatiche, testi scolastici, traduzione di opere letterarie e filosofiche di autori europei.
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