A Khadija Ismayilova il riconoscimento del National Press Club
19 maggio 2015
È il terzo premio prestigioso che la giornalista azera riceve quest'anno. Ciononostante Kadija Ismayilova continua a restare in carcere.
Dopo aver vinto nel solo 2015 altri due premi giornalistici, il primo lo scorso aprile quando le è stato assegnato il Premio per la libertà di espressione dal Press Club svedese, il secondo ad inizio maggio assegnatole dal PEN American Center, Kadija Ismayilova riceve il terzo importante premio giornalistico questa volta dal National Press Club di Washington, tra le più longeve e influenti organizzazioni giornalistiche mondiali.
I premi a Kadija Ismayilova sottolineano le sue doti di giornalista investigativa, ma soprattutto il suo incredibile coraggio. In occasione dell’assegnazione del premio del PEN così aveva detto di lei lo scrittore Khaled Husseini: “Khadija Ismayilova non è solo una giornalista coraggiosa, ma anche una delle più ferree sostenitrici delle decine di scrittori e dissidenti incarcerati in Azerbaijan per aver esercitato il loro diritto alla libertà di parola”.
In carcere dal dicembre 2015, ora la giornalista azera rischia una condanna a più di 12 anni di reclusione. Dopo la prima accusa (“incitamento al suicidio”) che l’aveva portata in carcere preventivo per due mesi, è stata condannata per diffamazione in un processo a porte chiuse ed è stata accusata anche di appropriazione indebita, evasione fiscale, abuso di potere e organizzazione di attività illegali.
Khadija Ismayilova purtroppo non è un'eccezione, il bilancio delle violazioni dei diritti umani in Azerbaijan nel 2014 è stato preoccupante, proprio mentre il paese presiedeva il semestre al Consiglio d'Europa, la più antica organizzazione europea dedita allo sviluppo della democrazia e dei diritti umani.
Fra meno di un mese l’Azerbaijan si appresta a dare il via alla cerimonia di inizio dei primi Giochi Europei che si terranno a Baku dal 12 al 28 giugno. Ricordando l'importante vetrina internazionale il presidente del Press Club, John Hughes, sottolinea: “Ci auguriamo che il mondo sia consapevole, mentre guarda i Giochi Europei, della situazione dei giornalisti e di altri in Azerbaijan che stanno semplicemente esercitando il fondamentale diritto umano della libertà di espressione… Riportare notizie non è un crimine”.