Nils Muižnieks

Nils Muižnieks

Nelle ultime settimane gli appartenenti alla comunità LGBT in Azerbaijan hanno subito una serie di arresti arbitrari. In merito alla vicenda è intervenuto il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks

17/10/2017 -  Nils Muižnieks

Ieri il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks ha inviato al ministro degli Interni azero Ramil Usubov una lettera nel quale si chiedono verifiche sui recenti arresti che hanno colpito la comunità LGBT In Azerbaijan. Ne proponiamo integralmente la traduzione.

Gentile Ministro,

nell'ambito del dialogo che ho mantenuto con le autorità azere sul tema della tutela dei diritti umani nel paese, le scrivo per chiedere informazioni in merito ai recenti arresti e detenzioni di persone a Baku.

In una dichiarazione rilasciata il 2 ottobre, il ministero degli Affari Interni e la Procura Generale affermano che tra il 15 e il 30 settembre la polizia ha trattenuto 83 persone, 56 delle quali hanno in seguito ricevuto sanzioni amministrative per vandalismo e resistenza a pubblico ufficiale (sulla base degli articoli 510 e 535.1 del codice civile). Secondo la dichiarazione, le persone trattenute “stavano violando l'ordine pubblico offrendo prestazioni sessuali a turisti locali e stranieri” e gli arresti sono stati effettuati “allo scopo di verificare la presenza di malattie veneree o della pelle e altre misure preventive”.

In seguito a tali arresti, mi è stato riportato che le persone coinvolte erano state identificate sulla base del loro orientamento sessuale e identità di genere (reali o percepiti). Secondo le informazioni a mia disposizione, gli avvocati delle persone arrestate sostengono che solo una piccola parte di esse stava esercitando attività di prostituzione. Secondo diverse fonti, le persone arrestate sono state costrette a rivelare l'identità di amici omosessuali, in seguito arrestati a loro volta. Gradirei ricevere informazioni sulle misure intraprese per verificare che gli arresti siano stati eseguiti nel rispetto della legge. A questo proposito, vorrei ricordare che gli arresti basati, in tutto o in parte, su orientamento sessuale e identità di genere costituiscono discriminazione e violano la Convenzione Europea sui Diritti Umani (CEDU).

Inoltre, secondo alcune preoccupanti segnalazioni da parte di organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali, gli agenti avrebbero sottoposto le persone arrestate a maltrattamenti fisici e altri abusi. Pur prendendo atto della smentita delle autorità, accoglierò con gratitudine ulteriori dettagli sulle indagini intraprese dalle autorità giudiziarie in merito a queste gravi ipotesi.

La dichiarazione del 2 ottobre riporta che a diverse persone trattenute sono state diagnosticate “malattie veneree e della pelle”, fra cui AIDS e HIV. Gradirei chiarimenti in merito alla modalità con cui tali informazioni sono state ottenute. Se la tutela della salute pubblica è un obiettivo legittimo, infatti, non può essere perseguito attraverso accertamenti forzati su persone in stato di arresto, in violazione dei loro diritti alla libertà e al rispetto della vita privata e famigliare, tutelati dagli articoli 5 e 8 della CEDU.

Infine, desidero esprimere la mia preoccupazione in merito alle presunte affermazioni dispregiative e/o allarmistiche da parte di agenti di polizia, politici e media locali, commenti che rischiano di esacerbare pregiudizi e intolleranza contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). Accoglierò con gratitudine informazioni sulle misure intraprese per contrastare efficacemente ogni discorso che inciti all'odio e alla violenza contro le persone LGBT.

Prendendo atto con piacere del rilascio di tutte le persone arrestate avvenuto il 3 ottobre, ritengo necessario ricordare che le gravi segnalazioni in merito alle violazioni dei diritti umani in occasione degli arresti richiedono approfondite indagini nella tutela della sicurezza e dei diritti delle persone coinvolte. Attendo quindi le necessarie informazioni sulle misure intraprese dalle autorità azere in merito a questa situazione.

Con i miei migliori saluti, Nils Muižnieks


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