Juncker apre ai Balcani, ma solo dopo di lui

19 settembre 2017

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Nel discorso pronunciato la scorsa settimana al Parlamento Europeo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dato spazio all’idea di un'Europa a una sola velocità, prospettando un ministro delle Finanze unico (non solo dell’area Euro, dunque). Tra le proposte anche l’estensione dell’Eurozona e dell’area Schengen verso est e la possibilità di andare oltre gli attuali 27 membri con l’integrazione dei Balcani Occidentali.

Invocando un’Unione europea più inclusiva, Juncker ha riaffermato l’importanza di garantire una prospettiva di integrazione credibile per i Balcani occidentali e sottolineato come prioritaria la tutela dei diritti fondamentali.

"Se vogliamo che nel nostro vicinato regni maggiore stabilità, dobbiamo mantenere prospettive di allargamento credibili per i Balcani occidentali. [...] I paesi candidati all'adesione devono dare la massima priorità allo Stato di diritto, alla giustizia e ai diritti fondamentali."

Il presidente della Commissione ha poi ribadito che non ci saranno nuovi allargamenti fino al termine del suo mandato, vale a dire fino al 2019, ma nella lettera d’intenti che ha presentato al Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, l’integrazione di Serbia e Montenegro è indicata tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2025 .

Non ci sono novità di rilievo in questo approccio, ma il fatto stesso che si parli di Balcani è una notizia: nella sua breve storia - il discorso sullo stato dell'Unione europea (SOTEU) si tiene dal 2010 - se ne era parlato solo una volta prima d’ora, quando nel 2013 Barroso inserì un riferimento alla politica di allargamento in occasione dell’ingresso della Croazia.

In netto contrasto con l’apertura verso i Balcani occidentali, Juncker ha rimarcato che le prospettive di proseguire i negoziati siano per la Turchia sempre più flebili proprio alla luce delle ricorrenti violazioni del governo di Ankara nei campi dello stato di diritto, della giustizia e dei diritti fondamentali:

"Da qualche tempo la Turchia si sta allontanando a grandi passi dall'Unione europea. I giornalisti devono poter stare in sala stampa, non in prigione. Il loro posto è là dove regna la libera espressione."

I toni verso Ankara sono radicalmente diversi da quelli usati negli anni precedenti, quando la Turchia era menzionata in maniera ricorrente in riferimento al ruolo del paese nella gestione dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo orientale.

Bulgaria e Romania nell’Eurozona?

Rispetto ai paesi membri del sud-est Europa, Juncker ha invitato “ad aprire immediatamente alla Bulgaria e alla Romania lo spazio Schengen”, mentre la stessa prospettiva è stata auspicata per la Croazia “non appena il paese avrà soddisfatto tutti i criteri”.

L’apertura è stata ricevuta positivamente nei tre paesi interessati ma anche con una certa cautela dovuta alla nota (e prontamente ribadita) contrarietà all’iniziativa da parte di vari paesi Ue, come Germania e Olanda. Senza l’appoggio di questi due paesi la proposta di Juncker rischia di rimanere a lungo lettera morta, e il mittente ne è certamente a conoscenza.

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0