Percorriamo in anticipo, con alcuni approfondimenti, le tappe dell'imminente evento "Danubio, l'Europa si incontra". Si partirà, il 12 settembre, da Vienna.
Riparte da Vienna il cammino che Osservatorio sui Balcani ha compiuto in questi anni a favore dell'integrazione dei Balcani nell'Unione Europea. E poi, nei dieci gironi successivi, si scenderà lungo il Danubio sino ad arrivare sotto la fortezza di Kalemegdan, ormai inutile ma affascinante struttura posta alla confluenza tra Sava e Danubio, a Belgrado.
Il 12 settembre prossimo nella capitale austriaca verrà dato l'avvio ufficiale all'iniziativa "Danubio. L'Europa si incontra". Dieci giorni di eventi, tavole rotonde concerti per discutere d'Europa.
"Inizieremo questo viaggio ripercorrendo in un evento musicale le tradizioni multiculturali di Vienna" racconta Mauro Cereghini, coordinatore dell'Osservatorio sui Balcani, principale promotore dell'iniziativa "Vienna racchiude in sé molti degli elementi che caratterizzavano questa regione di un'Europa che solo ora in seguito ai processi d'allargamento dell'UE e ad un lento ma progressivo uscire dalle emergenze è sempre meno 'dimezzata'". "Ed il Danubio è il simbolo più forte del legame viscerale che ancora esiste tra queste diverse anime dell'Europa", chiarisce sempre Cereghini.
Al concerto inaugurale dell'evento, curato dall'Institut für Volksmusikforschung und Ethnomusikologie di Vienna, vi sarà la Hungarian Dance House, un gruppo legato al movimento delle Táncház, Case da Ballo, promosso da giovani musicisti che negli anni anni '70 hanno riscoperto e così preservato la musica tradizionale ungherese. Al loro fianco vi sarà un altro gruppo ungherese, i Gajdos. Anche questi musicisti dopo studi classici al conservatorio hanno appreso a suonare strumenti tradizionali. Hanno poi iniziato un proprio e peculiare lavoro di ricerca andando a contattare personalmente musicisti nei villaggi ungheresi.
Oltre ai due gruppi ungheresi vi sarà un gruppo Rom, i Ruzsa Nikolic - Lakatos and the Gypsy Family e gli italiani Destrani Taraf. Questi ultimi sono un gruppo nato nel 1999 e costituitosi in associazione culturale per promuovere progetti musicali interculturali in collaborazione con musicisti delle minoranze trentine, europee e dell'area balcanica. Pongono particolare attenzione alla valorizzazione della tradizione musicale trentina e dell'arco alpino in generale. Destràni, in dialetto trentino significa nostalgia mentre Taràf è il termine romeno utilizzato per indicare l'orchestra, in particolare quella tzigana. Non è la prima volta che il gruppo trentino collabora con l'Osservatorio sui Balcani.
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