Una lettera che Walter Veltroni, Sindaco di Roma, ha inviato ai partecipanti a "Danubio, l'Europa si incontra". Proprio dal Campidoglio era partito l'appello "L'Europa oltre i confini".
Dal Campidoglio, 15 settembre 2003
Cari amici,
Proprio due anni fa, il 15 settembre del 2001, ho avuto il piacere di ospitare in Campidoglio a Roma la presentazione dell'appello "L'Europa oltre i confini". Da quel momento, che cadeva a pochi giorni di distanza dalla tragedia dell'11 settembre, molte cose sono cambiate sulla scena internazionale e purtroppo abbiamo assistito ad un aumento dell'instabilità politica e al ritorno del dramma della guerra, prima in Afghanistan e poi in Iraq.
Questa crisi internazionale prolungata, e le conseguenze che ha avuto anche sui rapporti tra Europa e Stati Uniti, ha conciso con un momento cruciale per la storia del nostro continente. In questi due anni, infatti, si è perfezionato e definito l'ampliamento dell'Unione ai Paesi dell'Europa centro-orientale e, allo stesso tempo, l'Unione ha iniziato quel processo di riforma delle sue istituzioni e delle sue politiche che molti osservatori hanno definito, per l'ampiezza e le ambizioni del progetto, "costituzionale".
Ecco allora che la domanda sulla futura identità dell'Europa, su quale Unione vogliamo costruire insieme, si è caricata di ulteriori significati. Ci si deve interrogare sulla preparazione dell'Europa, dei Governi, ma anche e soprattutto dei popoli e delle società europee. Si tratta di capire se siamo pronti ad un'Unione più larga e unita non solo economicamente, ma anche politicamente e quindi in grado di svolgere un ruolo di primo piano sulla scena internazionale del prossimo futuro.
Io credo che di un'Europa forte e autorevole ne abbiano bisogno tutti: i singoli paesi europei, i vecchi e i nuovi membri dell'Unione così come quelli che si apprestano ad aderire. Perché per quanto siano diverse le storie, le culture e anche i possibili interessi, nessuno potrà, da solo, pesare negli equilibri mondiali e nei processi globali del nostro tempo.
Ma di un'Europa forte e autorevole ha bisogno il mondo intero perché un'autentica politica estera europea è una necessità per la stabilità e la sicurezza nelle relazioni internazionali, allo scopo di promuovere la democrazia e la libertà. Per questo "non ci si può rassegnare all'incompiutezza dell'Europa", per usare le parole del Presidente della Repubblica Italiana, Ciampi. Non si può pensare di tornare indietro. Dobbiamo invece accelerare.
L'iniziativa di oggi, promossa ancora una volta dall'Osservatorio sui Balcani, da coloro che in questi anni hanno costantemente lavorato per mantenere e intensificare le relazioni, il dialogo e i legami tra i nostri paesi, ma soprattutto tra i cittadini e le associazioni espressione delle nostre società, ha proprio l'obiettivo di rilanciare quell'appello volto ad ottenere una rapida integrazione nell'Unione dei Paesi dell'Europa Sud Orientale.
Un obiettivo da raggiungere anche attraverso questo viaggio sul Danubio che simbolicamente collega da sempre l'Europa, partendo dal dialogo e dalla cooperazione tra le città e le comunità locali. Un dialogo che la città di Roma persegue con costanza e che cerca di concretizzare anche con iniziative di partnership con le autorità locali della regione.
Abbiamo infatti il dovere di contribuire alla definitiva stabilizzazione di questa area, di rilanciare, dopo il Vertice di Salonicco, il processo di sviluppo dei sistemi politici ed economici dei Balcani occidentali per arrivare nel più breve tempo possibile alla loro piena inclusione nel progetto dell'Unione Europea.
E' anche attraverso i Balcani che passa la ricerca di una nuova identità condivisa del nostro continente. E servirà la mobilitazione e l'impegno delle popolazioni, delle organizzazioni non governative, dell'associazionismo, del volontariato e anche delle amministrazioni locali, perché solo unendo le forze, con il rispetto dei reciproci ruoli e delle potenzialità di ciascuno, è possibile costruire una moderna politica di cooperazione e di solidarietà.
Walter Veltroni
I materiali di Danubio, l'Europa si incontra
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