L'epopea di artisti di origine balcanica e caucasica che hanno fatto la storia della musica pop e rock mondiale. Da Bob Dylan a Cat Stevens fino a Art Garfunkel
Leggendo l'autobiografia di Bob Dylan Chronicles - Volume 1 si scopre che anche nel più grande cantautore di tutti i tempi - emblema della cultura storica statunitense del dopoguerra - scorre sangue euroasiatico. E' lo stesso Bob Dylan, infatti, a rivelare che il nome da nubile della nonna paterna era Kirghiz e che la sua famiglia di origine proveniva da Istanbul e dal quartiere Kagizman di Kars, nella Turchia orientale, addirittura a ridosso del Caucaso. Il nonno paterno era invece di Trebisonda, centro situato lungo la costa del Mar Nero. Significa che - benché dagli anni sessanta in poi, la musica dell'Europa dell'est abbia avuto pochissimo seguito in occidente - furono proprio alcuni suoi potenziali portavoce a contribuire fortemente allo sviluppo della musica moderna, che ha poi condizionato i gusti di gran parte degli amanti delle sette note. Bob Dylan, di fatto, è solo uno dei tanti esempi.
Vladimir Cosma nasce a Bucarest nel 1940, ma la sua storia personale e musicale è espressamente occidentale. Dal 1963 vive a Parigi, dove studia sotto l'ala protettrice di Nadia Boulanger, storica maestra di musica, madrina di figure come Herbie Hancock e George Gershwin. Il primo appuntamento con l'apologia discografica è del 1975 in occasione dello sceneggiato televisivo Michele Strogoff, personaggio creato da Jules Verne. Cosma compone la colonna sonora. Cinque anni dopo conquista il mondo con "Reality", brano scritto per La Boum (Il Tempo delle mele), celebre film del 1980 con la giovanissima Sophie Marceu. La sua carriera va avanti imperterrita ancora oggi, dopo aver centrato altri obiettivi di prestigio come il premio alla carriera a Cannes e colonne sonore di successo, prima fra tutte quella composta per il film La cena dei cretini (1998).
Alla Romania è riconducibile anche Art Garfunkel, del celebre duo Simon & Garfunkel. La sua calda e melodica voce associata all'estro creativo di Paul ha consegnato al mondo della musica pop gioielli come "The sound of silence", "The boxer", "Bridge over the trouble water". Art Garfunkel nasce a Forest Hills, nel Queens, nel 1941, ma i suoi antenati sono ebrei di origine rumena. Il nonno paterno è nativo di Iasi, la più grande città orientale della Romania, conosciuta anche come la capitale culturale del paese. A Garfunkel è legato Lou Pearlman, primo cugino da parte di madre, anch'egli di origine ebrea. Pearlman ha "inventato" i Backstreet Boys, storica boy band degli anni novanta, e gli NSYNC, altra boy band proveniente da Orlando, Florida. La sua storia è rocambolesca e in questo momento sta scontando venticinque anni di carcere. Le cose iniziano a non quadrare con i Backstreet Boys che l'accusano a più riprese di non pagarli adeguatamente ed è naufragata nel 2006 inseguendo il modello economico ideato da Charles Ponzi, uno dei più grandi truffatori di tutti i tempi, con l'ammontare di trecento milioni di dollari di debiti.
Nel campo del cantautorato anglo statunitense è nota la provenienza "orientale" di Cat Stevens, autore di brani evergreen della storia del rock come "Father and son" o "Wild world". Dopo essersi convertito all'Islam è divenuto Yusuf Islam, ma il suo nome di battesimo è Steven Demetre Georgiou. Nasce a Londra nel 1948, ma il papà - Stavros Georgiou - arriva da Cipro, dove è venuto alla luce nel 1900. La madre è la svedese Ingrid Wickman. La famiglia mette in piede un ristorante a Soho: la musica greca è di casa e inevitabilmente influenzerà la carriera musicale del giovane Cat. Dopo anni di silenzio dedicati alla religione e alla famiglia, è tornato a fare parlare di sé proponendo nuovi lavori discografici, l'ultimo, del 2014, è Tell'Em I'm Gone. Negli ultimi mesi ha suonato negli stati Uniti, dove non si esibiva dal 1976.
La Grecia è cara anche a una delle ultime band protagoniste del rock mondiale: i Franz Ferdinand. Il leader del gruppo è Alex Kapranos, nato ad Almondsbury, in Inghilterra, nel 1972. Il padre, però, è greco, la madre britannica. Il ragazzo cresce immergendosi in entrambe le culture: in inverno trascorre le sue giornate a Edimburgo, dove abita dal settimo anno di età, in estate in Grecia, nel paese natio del genitore ellenico. Ancora oggi non dimentica la nonna greca venuta a mancare due anni fa, e le sue tradizioni legate alla chiesa ortodossa e all'antica simbologia ellenica, aspetti socioculturali che permeano il suo modo di vivere e pensare. L'ultimo disco dei Franz Ferdinand è uscito quest'anno e si intitola FFS. Fra i più grandi successi della band si può ricordare la spumeggiante "Walk Away" del 2005.
Anche la musica francese ha i suoi epigoni musicali figli della cultura dei Balcani e del Caucaso. Si è spento due anni fa a Nizza Georges Moustaki. E' considerato uno dei padri del cantautorato francese, grazie a brani leggendari come "La meteque", "Lo straniero", nella traduzione di Bruno Lauzi. Benché nato ad Alessandria d'Egitto, la sua origine è greca. Il nonno paterno era di Corfù, la nonna di Zante. Ad Alessandria d'Egitto rimane poco, giusto il tempo per diplomarsi e assorbire il multiculturalismo respirato in casa, dove alcuni parenti parlano correntemente cinque lingue. Dal 1951 è a Parigi, s'innamora delle canzoni di Charles Trenet e di Edith Piaf. E sarà proprio la beniamina del popolo francese a fargli fare carriera, offrendogli anche il suo cuore.
Sylvie Vartan - altra mitica figura della musica pop francese - nasce a Sofia, in Bulgaria nel 1944. Il papà si chiama Georges Vartanian ed è di origine armena; la mamma, Ilona Mayer, è figlia di un famoso architetto ungherese. A Parigi Sylvie arriva un anno dopo l'attracco di Moustaki. Fa in fretta a farsi notare e in poco tempo va in tour con Gilbert Becaud e apre il concerto dei Beatles nella Ville lumiere. E' ancora in attività, ma non dimentica il paese di origine, al quale dedica spesso incontri culturali, prodigandosi in difesa dei bulgari in difficoltà che abitano la città.
Armenia, Francia, e il passo per arrivare a Charles Aznavour è brevissimo. Fu tra i primi a rendere popolare nel mondo la musica francese. Pur avendo ben chiara la sua provenienza. Nasce nel 1924 a Parigi, da genitori originari del Caucaso. Il padre si chiama Micha Aznavourian e arriva da Akhaltsikhe, in Georgia; la madre, Knar Baghdassarian, da Smirne, in Turchia. Debutta nel 1946 grazie a Edith Piaf che lo porta con sé in tournèe. Nella sua lunga carriera ha cantato in sei lingue e venduto trecento milioni di dischi. Alcune canzoni sono esplicitamente dedicate alla sua terra di origine. Su tutte la suggestiva "Ils sont tombes ", tributo alle vittime del genocidio armeno. Esce nel 1976. Al suo fianco c'è Georges Garvarentz, il cognato, nativo di Atene, figlio di armeni, in Francia dal 1942.
E in Italia? Anche noi abbiamo figli dell'est che hanno fatto la storia della musica in occidente. Almeno uno va per forza menzionato. E' Moni Ovadia, nato a Plovdiv, in Bulgaria, nel 1946. Lo rintracciamo con una telefonata ed è lui stesso a raccontare la sua esperienza: "Ricordo poco della mia città natia che ho lasciato quando avevo solo tre anni. L'ho rivista nel 2000 e posso senz'altro affermare che si tratti di un bellissimo centro, con una grande tradizione e quartieri molto caratteristici". Ovadia è figlio di ebrei sefarditi e da sempre il suo lavoro è influenzato dal mondo yiddish. Laureatosi in scienze politiche all'Università di Milano, da anni gira l'Italia portando in giro i suoi spettacoli teatrali e musicali. Tra i suoi ultimi lavori risalta Benvenuti nel ghetto, cd live degli Stormy Six, nel quale l'autore di origine bulgara partecipa come voce narrante.
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