Lo sviluppo della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) promossa dalla Commissione Europea nei Balcani occidentali punta a favorire l'innovazione, la crescita sostenibile e il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Un aggiornamento sui progressi raggiunti finora
La Smart Specialisation Strategy (S3) è una politica economica volta a promuovere “la crescita basata sulla conoscenza nelle Regioni e nei Paesi dell'UE”. Secondo la Commissione europea, questa strategia è “fondamentale per realizzare un'Europa più intelligente, sostenibile e inclusiva”. Il focus della strategia S3 è sulla ricerca e innovazione, settore chiave per la trasformazione economica. Già integrata nel periodo di programmazione della politica di coesione 2014-2020, e rinnovata per il 2021-2027, la S3 incoraggia ogni Regione europea a “scoprire il proprio vantaggio competitivo” e a investire su di esso per farlo diventare eccellenza.
La S3, infatti, si basa su tre pilastri: localizzazione, prioritizzazione e partecipazione. Si tratta di “un approccio basato sul territorio”, che si fonda cioè sugli asset e sulle risorse disponibili in un dato luogo. Le strategie di specializzazione devono identificare e concentrare le risorse su un insieme limitato di aree tematiche, le cosiddette priorità di investimento S3. Inoltre, la S3 richiede il coinvolgimento degli stakeholder di diversi settori (settore pubblico, ricerca, settore privato e società civile), durante l'intero ciclo della strategia; gli attori locali devono sostenere la definizione, la revisione, il monitoraggio e l'attuazione delle priorità di investimento delle S3. Questa politica economica è dunque squisitamente “place-based” e cioè mirata a valorizzare le caratteristiche specifiche di ciascun territorio attraverso una partecipazione attiva degli stakeholders, contrapponendosi alle ricette e linee guida universali, che difficilmente possono applicarsi a tutti i territori con gli stessi risultati.
Oltre all’applicazione della S3 negli stati membri, l’Ue ha coinvolto in questa strategia economica anche i partner non comunitari, e in particolare quelli che puntano all’ingresso nell’Unione europea. La Serbia dal 2015 e, dal 2017, Albania, Macedonia del Nord e Montenegro fanno parte della S3. Nel processo di Smart Specialisation portato avanti da questi paesi candidati, un supporto cruciale è fornito dal Joint Research Centre (JRC) - il centro di ricerca della Commissione europea, che fornisce “prove scientifiche e supporto tecnico” a tutte le politiche dell’Unione.
In particolare, il JRC ha sviluppato un Quadro di adozione della Smart Specialisation Strategy ad hoc per i paesi coinvolti nell’allargamento. Questo Quadro è diviso in una serie di passaggi pratici: i primi due sono di rafforzamento della capacità istituzionale (institutional capacity building), di seguito vi sono due fasi di “mappatura” (qualitativa e quantitativa) del potenziale economico, scientifico e innovativo; seguono il “dialogo con gli stakeholder”, lo sviluppo della capacità istituzionale per l’attuazione della Strategia e la stesura della stessa.
Di seguito vengono sinteticamente riportati i progressi di quattro paesi dei Balcani occidentali nel loro avvicinamento alla S3: Montenegro, Serbia, Macedonia del Nord e Albania.
Il Montenegro è il paese che più di tutti si distingue per un buon percorso di preparazione e di adozione della S3. Nel 2017, il Ministero della Scienza montenegrino ha stabilito il Gruppo di Lavoro per lo sviluppo della Strategia con l’ausilio del JRC e nel 2019 ha adottato la Strategia con il parere positivo della Commissione europea. Da quel momento il Montenegro ha istituito il Consiglio per l’Innovazione e la Specializzazione Intelligente, a cui è affidata l’implementazione della S3. A seguito della mappatura e del dialogo con gli stakeholder, le aree di priorità economica individuate sono state: 1) fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica, 2) agricoltura sostenibile e catena del valore alimentare, 3) materiali avanzati e tecnologie sostenibili, 4) turismo sostenibile e turismo sanitario e 5) tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) (come dimensione orizzontale che fornisce supporto commerciale e tecnologico ad altre aree prioritarie).
La Serbia è stata il primo paese dei Balcani occidentali a registrarsi sulla Piattaforma S3 , nel novembre 2015. Il Ministero dell'Istruzione, della Scienza e dello Sviluppo Tecnologico ha creato il Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della S3. Nell’aprile 2021, il paese ha adottato la Strategia S3. La mappatura del potenziale economico-innovativo della Serbia è stata eseguita su base regionale, con le seguenti specializzazioni: 1) Belgrado: programmazione informatica e ICT, R&S e consulenza tecnica, economia creativa e intermediazione monetaria; 2) Vojvodina: industria automobilistica, economia agricola (comprese le industrie di trasformazione), industria petrolchimica, industria della plastica; 3) Šumadija e Serbia occidentale: economia agro/orto/silvo-pastorale (comprese le industrie di trasformazione), industria automobilistica, industria tessile, industria della plastica, industria metallurgica; 4) Serbia meridionale e orientale: economia agro-ortofrutticola (comprese le industrie di trasformazione), industria tessile, industria della gomma, elettrotecnica.
La Macedonia del Nord è nella fase finale del processo di adesione alla Strategia S3, e il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui, ricevuta l’approvazione dal JRC e dalla Commissione europea, potrà passare alla fase di implementazione. Nella fase di mappatura, le aree prioritarie individuate sono state le industrie legate ad “Agricoltura intelligente e alimenti a più alto valore aggiunto; Tecnologie; dell'informazione e della comunicazione (ICT); Industria elettromeccanica - Industria 4.0; Materiali sostenibili ed edifici intelligenti”. Anche due temi “orizzontali” sono stati individuati come priorità: Energia per il futuro e Turismo.
L’Albania infine, pur essendosi attivata nel processo di disegno della propria S3 nel 2017, non è ancora stata in grado di passare alla fase di implementazione. Attualmente, secondo il JRC, l’Albania si trova nella penultima fase, quella del disegno del sistema di monitoraggio, implementazione e finanziamento. Le aree di priorità individuate dal team albanese di sviluppo della S3 sono: Agricoltura, pesca e silvicoltura; Industria manifatturiera; Energia; Turismo; Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT); Outsourcing dei processi aziendali (servizi digitali).
In conclusione, il Montenegro e la Serbia sono i due paesi ad aver aderito e portato a termine per primi il processo di adesione alla S3, con l’obiettivo finale di migliorare la propria performance economica e di integrarsi nelle priorità e nel mercato dell’Unione europea. I due paesi sono perciò considerati due modelli nella regione. La Macedonia del Nord è in fase di finalizzazione del disegno della Strategia e il 2024 dovrebbe essere per il paese l’anno in cui passare all’attuazione. L’Albania, invece, è il più in ritardo dei quattro paesi e deve ultimare la penultima fase di sviluppo della capacità istituzionale per l’attuazione della Strategia.
Secondo il report 2024 del JRC, Smart Specialisation in the Western Balkans and Türkiye – Lessons learned , la lentezza nell’adozione della strategia S3, che è comunque già in atto o sul punto di essere implementata nei quattro paesi analizzati, è dovuta a diverse cause: prima fra tutte la pandemia da Covid-19, che ha rallentato notevolmente tutti i processi. Oltre a questa, però, vi sono cause strutturali come la mancanza di risorse adeguate, economiche e temporali, messe a disposizione dai governi (con l’eccezione del Montenegro, che secondo le valutazioni della Commissione europea ha invece investito in maniera significativa), situazioni di politica interna incerte e la mancanza, almeno nelle fasi iniziali, di conoscenza ed esperienza.
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Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto "Programmazione della politica di coesione dell'UE: Programma di scambio sul capitolo 22 in Albania e Macedonia del Nord", finanziato dal Fondo CEI della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) con il contributo dell'Italia. Il Fondo CEI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa
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