Una serie di brani degli anni '60 e '70 jugoslavi reinterpretati in chiave contemporanea. Gli autori sono Dj Bakto, Woo-d e Borka, tre dj sloveni attivi da tempo nel campo della musica elettronica, dell’hiphop e del drum’n bass

29/03/2010 -  Luciano Panella

L'ex-Jugoslavia è sempre stato un paese molto attento alla musica leggera: sia nel campo della musica melodica, con i numerosi festival della canzone, nati sulla falsariga del Festival di Sanremo, che nel campo della musica pop e rock dove, a partire dagli anni ’60, grazie anche alla facilità di comunicazione con i paesi confinanti, si assiste alla nascita di moltissimi gruppi beat, rock e in seguito persino punk.

Slovenia e Croazia, in particolare, per produzione, varietà e stile erano in linea con gli altri paesi occidentali, paesi di cui peraltro seguivano le tendenze e le novità con molto interesse. E’ da ricordare anche che i cantanti e i complessi Jugoslavi erano molto richiesti in Unione Sovietica, non solo per le loro qualità artistiche, ma anche perché spesso reinterpretavano - tradotti - i successi occidentali del momento.

Questo patrimonio musicale è stato finora poco valorizzato, confinato prevalentemente al mero revival per un pubblico nostalgico, con la ristampa su cd dei "greatest hits" dei cantanti melodici più conosciuti. Ben poco si trova invece attualmente in circolazione delle produzioni di gruppi come i Siluete, i Kameleoni, gli Zlatni Akordi, i Mladi Levi, per non citarne che alcuni, gruppi presentati in trasmissioni televisive e radiofoniche di grande successo come quelle condotte dal presentatore nonché campione di scacchi Nikola Karaklajic.

La raccolta "Tetkine Radosti", che si potrebbe tradurre come "Le gioie della zia", parte proprio da questa constatazione. Dj Bakto, Woo-d e Borka, tre dj sloveni attivi da tempo nel campo della musica elettronica, dell’hiphop e del drum’n bass, ma anche cultori della musica leggera nella ex Jugoslavia, nel loro lavoro di ricerca e campionamento di suoni si sono resi conto che tanti brani degli anni '60 e '70 catturavano ancora l’attenzione degli ascoltatori; certi passaggi melodici, certe sonorità o anche solo le suggestioni sentimentali che riuscivano a trasmettere, venivano messe in risalto soprattutto a piccole dosi, in singoli frammenti.

Ecco allora l'idea del primo Cd della serie, seguito poi da un secondo e ora dal terzo, dove all’interno di un tessuto musicale contemporaneo emergono schegge di brani melodici, funky, prog, rock, pop, melodici e persino swing dal ricco archivio musicale jugoslavo: le voci smaglianti di Oto Pestner o di Krunoslav Slabinac, divi degli anni ’70, si alternano alle ritmiche elettroniche, le vocalità “swinging sixties”del gruppo “Bele Vrane” (ispirato ai Mamas and Papas ) punteggia le cadenze campionate, lo slancio soul di Zdenka Kovačevič si succede a vere rarità, come la versione croata di “Thunderball”.

I tre Cd di "Tetkine radosti" riescono a trovare la chiave giusta per rileggere il passato, in maniera allegra e coinvolgente, e il successo delle loro serate, l'ultima qualche settimana fa nella storica discoteca lubianese K4, con cui collaborano stabilmente, dimostra non solo un'originalità di ricerca nella scena elettronica contemporanea slovena ma testimonia anche che è possibile uscire dall'opposizione revival/contemporaneo, per attingere a piene mani nella musica tout court.


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