Nei giorni scorsi a Sofia si è tenuta la seconda assemblea nazionale del network Citizens' Pact. Progetti di scambio scolastici, protocollo sulla tolleranza interetnica, campagna per l'abolizione dei visti all'ordine del giorno.
I primi giorni di dicembre si è tenuta a Sofia, Bulgaria, la seconda assemblea annuale del network di Citizens' Pact. Più di 80 le associazioni ed i gruppi che vi hanno preso parte.
Il Citizens' Pact nato quale reazione, nel 1999, alla creazione del Patto di stabilità, ha utilizzato quest'assemblea quale occasione per rafforzare la propria struttura ed ha infatti eletto un consiglio direttivo. Di questo faranno parte rappresentanti di ONG provenienti dalla Serbia, dalla Croazia, dalla Romania e dalla Bosnia Erzegovina.
Non solo si sono presentate le attività svolte da ciascun gruppo nel 2002 ma si sono anche definite, grazie a gruppi di lavoro, le priorità con le quali il Citizens' Pact dovrà confrontarsi nel 2003. Tra queste la promozione di progetti di scambio scolastici per rafforzare le relazioni all'interno della regione; la definizione di un protocollo "per la tolleranza interetnica" attraverso l'organizzazione di una conferenza lancio nel marzo 2003 seguita poi da una serie di conferenze regionali; la continuazione della campagna a favore dell'abolizione dei visti sia all'interno del sud est Europa che per i cittadini balcanici che vogliono viaggiare nell'UE, attraverso la definizione di un giorno comune di iniziative, il "giorno della campagna contro i visti" e di gruppi di lavoro creati da rappresentanti di ONG e rappresentanti delle municipalità per organizzarla.
Sonja Lokar, presidente del gruppo del Patto di stabilità che si occupa di questioni di genere, ospite e relatrice all'incontro di Sofia, ha proposto che si arrivi alla firma di un protocollo di collaborazione tra lo stesso Patto di Stabilità ed il Citizens' Pact. In parte conclusione paradossale se si considera la genesi dello stesso CP ma elemento significativo E questo è significativo comunque della capacità del CP di affrontare questioni cruciali e sentite nel Sud est Europa.
Anche se non specificato in modo esplicito nelle conclusioni ufficiali dell'assemblea annuale durante le due giornate di incontro è più volte emersa dalla discussione la necessità di continuare a favorire i legami interregionali ed il rafforzamento dei rapporti transfrontalieri, sfide alle quali i cittadini sono spesso in grado di rispondere in modo più puntuale ed efficace rispetto ai governi.
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