La traduzione di un testo scritto dal Commissario per l'allargamento dell'UE, Olli Rehn, a seguito della debacle dei referendum sulla Costituzione europea, pubblicato in esclusiva dal quotidiano belgradese "Danas". Se si rispettano le condizioni poste dall'Unione l'intergazione è ancora possibile
Di Olli Rehn, Commissario europeo per l'allargamento, Danas, 20 giugno 2005 (tit. orig. Vrata Unije jos su otvorena onima koji ispunjavaju uslove)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak
L'Unione europea ha assistito ad un serio insuccesso quando gli elettori francesi e olandesi hanno rifiutato la costituzione proposta. Ora l'Unione sta considerando come iniziare di nuovo il processo di riforma della costituzione e come agire sui timori espressi dai cittadini europei. Ma l'UE non ha smesso di funzionare. Su alcuni giornali sono stati persino pubblicati scenari erronei, da giorno del Giudizio, nella convinzione che l'allargamento dell'UE si fermerà all'improvviso. Al contrario, il fatto è che adesso è ancora più importante che il processo di allargamento prosegua.
Per i Paesi dei Balcani occidentali, le attività dell'Unione europea rappresentano una sicurezza, fondata sugli obblighi che il Consiglio europeo ha preso a Salonicco due anni fa. Alla riunione del Consiglio europeo della settimana scorsa, i capi di stato e di governo hanno confermato che tutti i Balcani occidentali hanno la possibilità di diventare membri dell'UE. Su tale strada, l'UE aiuterà i cittadini dei Balcani occidentali a realizzare standard di vita migliore, ad aumentare il tasso d'occupazione, a trovare possibilità di lavoro e di istruzione all'estero, a garantire una maggiore sicurezza e rispetto dei diritti.
In che modo i Paesi dei Balcani occidentali possono assicurarsi dell'adempimento delle promesse per entrare finalmente nell'UE?
Il modo migliore è che le condizioni per diventare membri siano soddisfatte fino in fondo. Per aiutarli nell'intento, ad ogni Paese la Commissione europea ha fornito una dettagliata lista di compiti previsti dalla "Partnership europea". Questo documento identifica le priorità chiave che ogni governo di questi Paesi deve realizzare per portare il proprio Paese più vicino all'Unione.
Alla fin fine, tutti i potenziali Paesi membri dell'UE dovranno soddisfare le condizioni politiche, economiche ed altre poste. Ma l'UE pone singole priorità ad ogni suo passo. L'ultima condizione rimasta per la Croazia è di portare a termine una completa collaborazione con il Tribunale dell'Aia. Appena lo fa, l'UE è pronta ad iniziare subito le trattative per il suo ingresso.
Anche quando parliamo di Serbia e Montenegro, nonostante i recenti e significativi progressi, la condizione chiave per entrambi governi - sia quello di Belgrado che quello di Podgorica - è il raggiungimento della piena collaborazione con il Tribunale dell'Aia.
Il Kosovo deve introdurre standard europei, in particolare quelli che si riferiscono al rispetto e alla protezione delle minoranze nazionali. Per l'Albania, la chiave per un avvicinamento all'UE sarà lo svolgimento di libere ed oneste elezioni il prossimo luglio. Per il governo di Skopje, le priorità centrali sono le riforme economiche e l'arrivo di investimenti stranieri. Per la Bosnia ed Erzegovina, tali priorità sono rappresentate dalla riforma della polizia e dalla legge sulla radiodiffusione.
In tutti questi casi, le riforme sono nell'interesse dei Paesi stessi e porteranno ad un loro progresso.
L'avanzamento verso l'Unione europea dipende anche dal modo in cui - ed entro che termini - i singoli Paesi adempieranno ai loro obblighi. La Serbia e Montenegro ha ottenuto il via libera per iniziare già da quest'anno le trattative sull'Accordo di associazione e stabilità con l'Unione europea. Anche la Bosnia ed Erzegovina potrebbe iniziare queste trattative se dovesse soddisfare le condizioni richieste.
All'Unione europea serve ancora del tempo per "digerire" l'ultimo allargamento ai dieci nuovi membri. Dobbiamo garantire che in questo processo vengano inclusi anche i cittadini dell'Unione europea. I futuri allargamenti dovranno essere condotti con molta attenzione, di modo che l'Unione possa mantenere il volano dell'integrazione e rafforzare la propria capacità di azione.
In qualità di Commissario per l'allargamento, ho il dovere di assicurare che ogni nuovo Stato che accede all'Unione sia ben preparato per mantenere gli obblighi che comporta la membership. Questo è il motivo per cui l'aiuto dell'Unione europea ai Paesi candidati e ai potenziali candidati è concentrato sulle riforme economiche e sul progresso delle istituzioni statali. I progetti che l'Unione europea finanzia favoriscono un migliore funzionamento del sistema giudiziario, un miglioramento dell'informazione dei cittadini sui servizi pubblici e costruiscono strade e ponti nella regione. I Paesi dei Balcani occidentali debbono usare tutti questi progetti per applicare le riforme e per attenersi fermamente ai loro obblighi - cosa che presenta il miglior modo per avvicinarsi all'Unione europea.
Questa è la strada che seguo come Commissario per l'allargamento. Se dovesse dimostrarsi che gli obblighi che derivano dall'essere membri sono troppo onerosi per l'economia dei nuovi membri e per le loro amministrazioni statali, allora ciò sarà un male sia per i Paesi che stanno per entrare che per l'integrazione europea.
L'Unione europea può solo dare un sostegno. In sostanza, essere membro dell'Unione europea sarà il risultato degli sforzi del vostro Paese. Io farò tutto ciò che mi spetta, ricordando ai Paesi dell'Unione europea gli obblighi che hanno preso riguardo l'allargamento. Ma voi dovete fare la vostra parte di lavoro. L'unico modo per entrare nell'Unione europea è di fare bene i compiti a casa, per non prestare alcun motivo o scusa a coloro che desiderano rallentare o fermare il processo di allargamento.
In certi ambienti il mio comportamento viene criticato come troppo rigoroso - persino come "puritano"- ma i risultati del referendum in Francia e Olanda non offrono alcun motivo per un cambiamento di quest'atteggiamento. In questo lavoro bisogna prendere in considerazione sia gli interessi dei soggetti coinvolti che la missione storica dell'integrazione europea. E tale missione è molto sentita nei territori dei Balcani occidentali.
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