25 maggio 1995 a Tuzla: gioventù interrotta

25 maggio 2020

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Venticinque anni fa poco prima del coprifuoco decine di ragazzi decisero di stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra, presso la Tuzlanska kapija (portico di Tuzla), luogo del centro città da sempre punto di incontro dei giovani. Alle 20.55 l’esercito serbo-bosniaco lanciò granate sul gruppo uccidendo 71 ragazzi e ferendone 240. Oggi, viene aperto un memoriale.

 

Tuzlanska Kapija - poesia di Mak Dizdar

All’inaugurazione del Memoriale “Kapija” accanto ai parenti delle vittime è intervenuto il sindaco di Tuzla, Jasmin Imamović : “La cultura della memoria, ma anche la culturale in generale, deve costantemente lavorare affinché non accada mai più. Desideriamo che venga per sempre espressa pietà per le vittime civili di un crimine di guerra e che non si permetta ai responsabili di mentire. La verità è più forte delle menzogne se essa viene mantenuta viva con la cultura della memoria. E questo Centro sarà il custode di tutte le prove del crimine commesso alla Kapija venticinque anni fa”. Ricorda poi che il criminale di guerra Novak Đukić nonostante la condanna oggi vive libero in Serbia.

Đukić, comandante del gruppo Tattico “Ozren” della VRS (Esercito della Republika Srpska) è stato condannato dalla Corte speciale di Sarajevo a 25 anni di carcere, in quanto responsabile di aver ordinato il 25 maggio il bombardamento della città di Tuzla – dichiarata zona protetta con la Risoluzione UN 824 del 6 maggio 1993 -  provocando la morte di questi ragazzi.

Nel febbraio del 2014 è stato poi rilasciato a seguito della sentenza della Corte superiore BiH – a causa di una errata applicazione della legge – che annullava il verdetto di condanna a 25 anni di reclusione. Nel giugno dello stesso anno il Tribunale speciale ha emesso una nuova condanna, riducendola a 20 anni, ma pochi giorni dopo l’avvocato difensore ha dichiarato che il suo cliente si trovava in Serbia per cure mediche. A ottobre 2014 è stato emesso un mandato di cattura, dato che Đukić non aveva risposto alla convocazione per scontare la pena, ed è stato chiesto alla Serbia di ratificare il verdetto, come prevede l'accordo di cooperazione legale tra i due paesi. Ma la Corte suprema di Belgrado ha più volte rimandato l’udienza .

Nel Memoriale, oltre alle foto delle vittime, saranno disponibili altre informazioni, anche grazie all’apporto del Balkan Investigative Reporting Network : “Vi sarà un film di 25 minuti e tutta la documentazione sull’indagine e sul processo a carico di Novak Đukić”, ha aggiunto il sindaco, “E questo lavoro di ricerca e documentazione che avete [BIRN] seguito negli anni e ci avete donato è di gran valore”.

I ragazzi sono in maggioranza sepolti vicini, a Tuzla, per decisione degli stessi genitori e delle autorità, come scriveva Mario Boccia in un suo racconto da noi pubblicato nel 2011: "Ci provarono in molti a dividerli, anche dopo morti. Li volevano nei rispettivi cimiteri di appartenenza. Ma i genitori e gli amici dei morti, per primi, si opposero e ottennero l’appoggio del sindaco Selim Beslagić. La proposta era semplice: 'I nostri ragazzi hanno sempre vissuto insieme e devono essere seppelliti insieme'. E così fu, per la maggioranza di loro. Solo le famiglie di quelli che vivevano a Tuzla da profughi, hanno preferito che i propri ragazzi fossero portati nei luoghi d’origine. Così nel cimitero nel parco oggi ci sono 51 tombe."

Oggi li vogliamo ricordare, uno ad uno:

Razija Dedović, Alma Brguljak, Senada Hasanović, Fahrudin Ramić, Pera Marinović, Šaban Mustačević, Edhem Sarajlić, Adnan Beganović, Asmir Bakalović, Suzana Dušić, Almasa Ćerimović, Amir Dapa, Amir Đuzel, Vesna Kurtalić, Edisa Memić, Sanja Ćajić, Nedim Rekić, Mustafa Vuković, Adnan Hujdurović, Edina Ahmetašević, Amira Mehinović, Franc Kantor, Asim Slijepčević, Sandro Kalesić, Edin Hodžić, Indira Borić, Sulejman Mehanović, Damir Kurbašić, Ilinka Tadić, Selma Nuhanović, Edin Mehmedović, Nihad Šišić, Amir Čekić, Indira Okanović, Ilvana Bošnjaković, Admir Alispahić, Jasenko Rosić, Damir Bojkić, Samir Mujić, Rajif Rahmani, Almir Jahić, Lejla Bučuk, Azur Mujabašić, Azur Vantić, Suzana Abuismail, Šemsa Hasičić, Senahid Salamović, Nenad Marković, Hamdija Hakić, Petar Stjepanović, Elvis Alagić, Lejla Atiković, Armin Šišić, Rusmir Ponjavić, Alem Hidanović, Zada Dedić, Vanja Kurbegović, Jelena Stojičić, Hasa Hrustanović, Ago Hadžić, Selma Čaušević, Nešet Mujanović, Adrijana Milić, Samir Čirak, Muri Fatušić, Elvir Murselović, Adnan Saimović, Jasminka Sarajlić e altri 4 rimasti senza identità.

Il video di BIRN

Guarda il video " realizzato dal Balkan Investigative Reporting Network dal titolo "Kapija – The Wound of Tuzla "