In Bosnia Erzegovina non è ancora possibile per un giovane optare per il servizio civile. In questi ultimi anni se ne è iniziato a parlare. Ecco i primi risultati.
Dal 18 al 25 gennaio, grazie all'EBCO (European Bureau for Conscientious Objection) si è svolto a Sarajevo un seminario internazionale con lo scopo di sostenere la campagna per l'obiezione di coscienza in Bosnia Erzegovina. Alla base dell'organizzazione dell'incontro l'intenzione di favorire uno scambio di esperienze tra le varie realtà europee che si occupano di obiezione di coscienza e di discutere e realizzare un modello di campagna che possa risultare adatta alle caratteristiche della società bosniaca. Hanno partecipato attivisti e obiettori provenienti dalla Spagna, dalla Germania, dalla Slovenia, dalla Croazia e naturalmente dalla Bih. Il programma ha previsto lavori di gruppo, laboratori, dibattiti, incontri sulla pianificazione di una campagna e sull'organizzazione della struttura, ecc.
I partecipanti hanno definito i giorni di lavoro, conclusisi con una conferenza stampa ed una manifestazione pubblica, "interessanti e proficui".
Durante la manifestazione, svoltasi il 25 gennaio, gli attivisti sono scesi nelle strade di Sarajevo, appendendo manifesti e con alcuni banchetti antimilitaristi. Agli slogan "cibo non armi" e "per l'obiezione di coscienza e il servizio civile" si sono distribuite magliette, materiale informativo, e si sono potuti assaggiare spuntini e bere del tè. Naturalmente non mancava l'accompagnamento musicale. La reazione della gente di Sarajevo è stata positiva, la manifestazione ha attirato molta attenzione e tutto si è svolto senza incidenti.
Denis Kajic- MIFOC Mostar
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