Il settore lattiero-caseario in Federazione di Bosnia Erzegovina è in crisi: i costi di produzione sono aumentati, ma il prezzo del latte è sempre più basso. Gli incentivi statali non bastano agli agricoltori e molti abbandonano. Il governo e gli allevatori propongono ora nuove soluzioni
(Originariamente pubblicato sul portale Buka , il 24 novembre 2023)
Recentemente, i rappresentanti degli agricoltori della Federazione BiH si sono incontrati con Kemal Hrnjić, ministro dell’Agricoltura, della Gestione delle risorse idriche e delle Foreste della FBiH, per parlare della nuova strategia dello sviluppo agricolo e rurale per il periodo 2021-2027.
Uno dei motivi del ritardo nell’approvazione della strategia sta nel fatto che la proposta del documento presentata due anni fa dal precedente governo della Federazione BiH aveva suscitato un’ondata di malcontento tra gli agricoltori. Nel corso del recente incontro, i rappresentanti del settore agricolo hanno chiesto al ministro Hrnjić di modificare alcuni punti in modo da rendere il testo finale della strategia più accettabile per tutti.
Come salvare la produzione di latte?
Durante i colloqui particolare attenzione è stata rivolta alla produzione lattiero-casearia, considerata un settore strategico per lo sviluppo dell’agricoltura nella Federazione BiH. È quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dal ministero dell’Agricoltura della FBiH al termine dell’incontro con gli agricoltori.
Il ministro Hrnjić ha affermato che la nuova strategia deve essere tale da non danneggiare in alcun modo gli agricoltori, rassicurando che la sezione dedicata all’industria lattiero-casearia è stata modificata per venire incontro ai produttori di latte.
Spiegando che la produzione di latte riveste grande importanza per la sicurezza alimentare e per la preservazione delle aree rurali della Federazione BiH, il ministro ha precisato che occorre adottare una strategia che non metta a repentaglio la filiera lattiero-casearia nella FBiH.
“Mi preme sottolineare che il ministero, in collaborazione con esperti esterni, con grande professionalità ha condotto un’analisi del settore lattiero-caseario nella Federazione. I risultati emersi sono, a nostro avviso, tutt’altro che incoraggianti. Nonostante un costante aumento degli investimenti pubblici in questo settore, nel 2022 nella FBiH sono stati prodotti 6,6 milioni di litri di latte in meno rispetto all’anno precedente. Per sostenere la filiera, nel 2023 abbiamo stanziato risorse di gran lunga superiori a quelle del 2022, eppure non siamo riusciti ad aumentare la produzione”, ha spiegato il ministro Hrnjić.
L’opinione degli allevatori
Abbiamo chiesto a Nedžad Bićo, presidente dell’associazione degli agricoltori della Federazione BiH, di spiegarci i motivi del drammatico calo della produzione di latte.
“Con lo scoppio della pandemia, e poi con la guerra in Ucraina, si è assistito ad un drastico aumento del costo degli input produttivi. Il costo di alcune risorse è aumentato di oltre il 400%. Dai terreni agricoli alle cure veterinarie, passando per le sementi, i fertilizzanti, i carburanti, la luce e l’acqua – tutto è diventato più caro, mentre il prezzo d’acquisto del latte è persino diminuito. Attualmente il prezzo d’acquisto del latte prodotto dalle migliori aziende si aggira ad un marco al litro (circa 50 centesimi di euro). Mi riferisco ai grandi produttori. Gli altri ancora chiedono tra i 60 e gli 80 pfennig per litro. Un prezzo d’acquisto così basso porta al crollo della produzione, nonostante gli incentivi previsti dal bilancio della Federazione”, afferma Nedžad Bićo.
Il presidente dell’associazione degli agricoltori poi spiega come funzionano gli incentivi statali e perché non bastano.
“Se, ad esempio, il prezzo d’acquisto del latte è di un marco al litro e il contributo dello stato ammonta a 42 pfennig, il produttore ottiene 1,42 marchi al litro, ma non riceve subito l’intera somma perché i contributi statali vengono erogati con cadenza trimestrale. Il ministro ha ingaggiato esperti esterni per effettuare un’analisi dei costi di produzione del latte. Attualmente il prezzo del latte alla stalla è di 1,41 marchi al litro. Ma se il prezzo d’acquisto è di un euro, il produttore perde 41 pfennig. I produttori, scoraggiati da questa situazione, pian piano sta abbandonando i terreni agricoli. Lo stato aumenta gli incentivi, ma gli acquirenti continuano ad abbassare il prezzo d’acquisto, quindi molti produttori sono costretti a chiudere l’attività”.
Ridurre le importazioni, introdurre prezzi controllati e dazi protettivi
Parlando delle proposte degli agricoltori per uscire dalla crisi attraversata dal settore lattiero-caseario, Nedžad Bićo spiega come salvare questa importante filiera.
“Se continua a sprofondare a questo ritmo, il settore lattiero-caseario è destinato a sparire. Eppure, è l’unica industria del nostro paese ancora stabile e sostenibile nel suo complesso. Ogni litro [di latte] acquistato viene registrato e sottoposto a tassazione. La produzione di carne, latte e grano, queste sono le nostre filiere strategiche, filiere che dobbiamo salvare ad ogni costo. Certo che ci sono soluzioni. Abbiamo trascorso anni a cercarle. Prima di tutto, introdurre prezzi controllati. Stabilire il prezzo minimo di acquisto. Se poi i trasformatori lattiero-caseari si dovessero trovare costretti a pagare un prezzo più alto, spetterebbe allo stato rimborsare la differenza. Secondo, ridurre le importazioni e tutelare la produzione locale. Questa è forse una sfida ancora più urgente rispetto all’introduzione dei prezzi controllati. Bisogna evitare di importare latte a prezzi inferiori a quelli applicati sul mercato interno. Quando non avremo più la possibilità di acquistare un latte importato a buon mercato, cominceremo a comprare il nostro latte a prezzi ragionevoli. Il latte prodotto nei paesi dell’UE – paesi che investono ingenti risorse in agricoltura – può essere importato in BiH in quantità illimitate ad un prezzo dimezzato rispetto a quello del latte prodotto in loco. Bisogna introdurre dazi protettivi e tassare le importazioni. Dobbiamo anche iniziare ad utilizzare il blu diesel”.
Per Nedžad Bićo, è la lobby delle importazioni a distruggere la produzione agricola in BiH, una lobby – come sostiene Bićo – controllata dallo stato.
Le proposte del ministero
Anche per il ministro Hrnjić è chiaro che il settore lattiero-caseario sta attraversando una crisi. Al termine del recente incontro con i rappresentanti della filiera, il ministro ha spiegato che i cosiddetti medi e grandi allevamenti sono in stagnazione, mentre i piccoli produttori stanno abbandonando l’attività. Hrnjić ha poi precisato che circa il 75% delle aziende agricole nella FBiH ha tra tre e cinque capi in mungitura, fatto che – secondo il ministro – la dice lunga sullo stato di salute del settore.
“Con la nuova strategia abbiamo cercato di aiutare proprio questa categoria di allevatori, prevedendo di rafforzare le loro aziende così da permetterle di passare alla categoria di medie produzioni, e quindi di diventare autosufficienti entro la fine del periodo abbracciato dalla strategia, ossia entro la fine del 2027. Pertanto, nel corso dell’incontro con i rappresentanti delle associazioni ho spiegato che la strategia del ministero prevede una serie di misure legate a due modelli di incentivazione rivolti agli allevatori che hanno fino a cinque capi in mungitura. Questi produttori potranno scegliere quale modello applicare. Riteniamo che questo sistema basato sulla libera scelta possa rappresentare una svolta per la Bosnia Erzegovina e per il suo percorso di integrazione europea", sostiene Hrnjić.
"Il primo modello è quello esistente, dove gli incentivi vengono erogati per litro di latte consegnato. Il secondo modello prevede invece un meccanismo di incentivazione combinato – per litro e per capo in mungitura. Scegliendo questo secondo modello, gli allevatori otterrebbero maggiori risorse finanziarie e potrebbero aumentare la liquidità delle proprie aziende perché riceverebbero la maggior parte degli incentivi all’inizio dell’anno, evitando così il rischio di ritardi nei pagamenti, problema che affligge il settore ormai da due decenni. Abbiamo pensato anche ad un pacchetto di misure speciali rivolto ai piccoli allevatori per sostenere gli investimenti legati alla mungitura, dall’acquisto di capi da mungere, attrezzature e mangimi all’ampliamento delle stalle e dei sistemi di raffreddamento del latte. Quindi, la Federazione BiH è disposta a sostenere i piccoli allevatori con risorse più cospicue rispetto a quelle attualmente stanziate. Invece per gli allevatori che hanno sei o più capi in mungitura – e che, pur rappresentando solo il 25% di tutti gli allevatori nella FBiH, producono circa il 75% del latte – il meccanismo di incentivazione rimarrà invariato anche nel 2024 e non intendiamo modificarlo”.
Cambiamenti epocali
I produttori sono contenti delle modifiche presentate dal ministro Hrnjić e sottolineano che la versione aggiornata della strategia è molto più accettabile di quella pubblicata nel 2021.
“Se il ministro dovesse riuscire a mettere in pratica tutte le idee presentate nel corso dell’incontro, si verificherebbe una svolta epocale. Una vera e propria svolta strategica. Offrire ai produttori la possibilità di scegliere, stanziare maggiori risorse per sostenerli, supportarli nell’acquisto di attrezzature più moderne e nell’ampliamento della capacità produttiva – sono tutte misure positive. La proposta prevede che i piccoli produttori possano scegliere se ricevere incentivi per litro di latte o per capo in mungitura. Chi sceglie la seconda opzione otterrà finanziamenti all’inizio dell’anno, a condizione che nel corso di quell’anno acquisti un’altra vacca in modo da poter portare avanti la produzione anche nell’anno successivo. Era stato il precedente governo a ideare questa strategia due anni fa, ma nessuno era contento del testo iniziale. Ora la proposta è stata ritirata [dall’ordine del giorno del parlamento] con l’intento di migliorarla e, stando alle modifiche che il ministro ci ha presentato, il nuovo testo sarà completamente diverso da quello iniziale”, conclude Nedžad Bićo.
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