Ancora molti i "diritti oscurati" delle donne in Bosnia Erzegovina. Emerge da un rapporto recentemente reso pubblico dal Comitato di Helsinki.
E' stato presentata a Sarajevo un'analisi sui "Diritti delle donne in Bosnia Erzegovina durante il 2001" redatta grazie ad un progetto promosso dal Comitato di Helsinki per i Diritti Umani.
Zivica Abadzic, coordinatrice del progetto, ha affermato che purtroppo il 2001 ha segnato un incremento delle violenze che le donne subiscono all'interno del proprio nucleo familiare. "La difficile situazione economica che la Bosnia Erzegovina sta vivendo certo non favorisce la condizione femminile ed anzi spesso è causa di una totale dipendenza che getta le donne ai margini della vita sociale", ha proseguito Abadzic.
Questo accade nonostante sia diventata parte integrante del sistema giuridico bosniaco, in conformità con le previsioni costituzionali e quelle contenute negli Accordi di Dayton, una convenzione sull'eliminazione delle discriminazioni subite dalle donne. "Quest'ultima obbliga la leadership, a tutti i livelli, a definire un quadro normativo ed amministrativo per arrivare effettivamente al miglioramento della condizione femminile nel nostro Paese" ha chiarito durante il suo intervento la coordinatrice del progetto "attualmente le donne sono ancora fortemente discriminate nel trovare un lavoro e sono marginali sia nel campo politico che in quello degli organi d'informazione". Zivica Abadzic ha concluso il suo intervento augurandosi che si sia in grado nei prossimi anni di "creare un programma nazionale in grado di cambiare la situazione su queste tematiche e che possa contribuire a migliorare il clima sia nelle strutture politiche che in quelle sociali nelle quali le donne si trovano ad agire" (Srna, 26.12.01).
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