aeroporto e persone © Nordic Studio/Shutterstock

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L’emigrazione dalla Bosnia Erzegovina rappresenta un serio problema sociale ed economico, che tuttavia non viene adeguatamente monitorato. Anche se i dati disponibili sono scarsi, sono evidenti la fuga di giovani altamente istruiti e le pesanti ricadute sull'economia locale

03/10/2024 -  Elvir Padalović

(Originariamente pubblicato da Buka , 1 ottobre 2024)

Ad agosto il ministero della Sicurezza della Bosnia Erzegovina ha pubblicato il suo rapporto annuale sui flussi migratori, intitolato “Profilo migratorio della BiH”, che affronta anche la questione dell’emigrazione dei cittadini bosniaco-erzegovesi all’estero.

L’emigrazione dalla Bosnia Erzegovina è un serio problema sociale ed economico che contribuisce ad aggravare la situazione demografica del paese, segnata da un saldo naturale negativo. Stando ai dati diffusi dall’Agenzia di statistica della Bosnia Erzegovina, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2021 la forbice tra nascite e decessi si è sempre più allargata.

Un fenomeno sottostimato

L’emorragia di popolazione, soprattutto di persone giovani e istruite, ostacola la crescita e lo sviluppo economico della BiH. Il paese sta perdendo il capitale umano verso cui aveva indirizzato cospicue risorse attraverso il sistema scolastico.

Secondo alcune ricerche, dalla Bosnia Erzegovina ogni anno emigrano in media 36.800 persone, a fronte di circa 18.600 rientri. Quindi, il paese perderebbe circa 18.200 persone all’anno.

Tuttavia, non è possibile stabilire il numero effettivo di espatri poiché non vi è l’obbligo di cancellare la residenza in BiH. A complicare ulteriormente il quadro è il mancato impegno dello stato nel raccogliere dati sull’andamento del fenomeno dell’emigrazione.

Cervelli in fuga

Dai pochi dati disponibili emerge un costante aumento del numero di persone giovani e altamente istruite che se ne vanno dalla Bosnia Erzegovina. L’emigrazione dei giovani è una grave perdita per lo stato anche dal punto di vista economico. Le risorse investite nell’istruzione delle persone che poi decidono di emigrare non possono essere recuperate attraverso le rimesse dall’estero.

I reali effetti dell’emigrazione giovanile spesso sfuggono ai più. Non si tratta solo di costi diretti dell’istruzione, ma anche di un potenziale di crescita a lungo termine che lo stato perde con l’emigrazione della popolazione altamente istruita.

Nel rapporto sui flussi migratori pubblicato dal ministero della Sicurezza si stima che “in Bosnia Erzegovina la spesa pubblica per studente ammonti a circa 25mila marchi (circa 13mila euro) per la scuola elementare, 40mila marchi (circa 20mila euro) per la scuola superiore e 58mila marchi (poco meno di 30mila euro) per gli studi universitari”. Inoltre, come si afferma nel rapporto, “lo stato spende in media 80mila marchi (quasi 41mila euro) per ogni studente che compie un percorso di studi post-laurea (corso di dottorato)”. È chiaro quindi che l’emigrazione di persone istruite ha un forte impatto negativo sull’economia del paese e si ripercuote inevitabilmente sull’andamento del Pil.

A spingere i giovani ad andarsene dalla Bosnia Erzegovina è soprattutto il desiderio di avere una vita migliore, un lavoro sicuro e maggiori opportunità di crescita professionale. La Bosnia Erzegovina è uno dei paesi con il più alto numero di giovani emigrati all’estero.

Il fenomeno della fuga di cervelli incide negativamente sulla forza lavoro e sul potenziale innovativo, minacciando l’economia e la sopravvivenza stessa della Bosnia Erzegovina.

La mancanza di dati

Un’altra criticità sottolineata nel rapporto del ministero della Sicurezza è la scarsità di dati sull’emigrazione dalla Bosnia Erzegovina. Le statistiche ufficiali si basano esclusivamente sui dati diffusi dall’Agenzia per i documenti di riconoscimento, i registri e lo scambio di dati (IDDEEA ), l’unico ente in BiH a raccogliere dati sui cittadini che richiedono la cancellazione anagrafica per il trasferimento di residenza all’estero. Stando ai dati resi noti dall’IDDEEA, nel 2023 sono stati 2.777 i cittadini che hanno cancellato la residenza in BiH.

Le statistiche dell’IDDEEA ovviamente non riflettono la reale portata del fenomeno, però ci permettono di individuare le principali mete dell’emigrazione bosniaco-erzegovese. I cittadini della BiH emigrano perlopiù verso l’Unione europea, in particolare in Germania, Austria, Slovenia e Croazia.

Grazie agli accordi bilaterali in materia di lavoro che la Bosnia Erzegovina ha siglato con la Slovenia e la Germania, molti cittadini bosniaco-erzegovesi hanno trovato lavoro nei due paesi dell’UE con l’aiuto dell’Agenzia per il lavoro e l’impiego della BiH (ARZ). Altri invece partono autonomamente in cerca di lavoro.

Stando ai dati diffusi dall’ARZ, sulla base degli accordi bilaterali per il reclutamento di manodopera, 12.099 cittadini bosniaco-erzegovesi hanno trovato un impiego in Slovenia e 400 in Germania (quest’ultimo dato si riferisce solo al personale sanitario).

In assenza di un database accurato sull’emigrazione della popolazione bosniaco-erzegovese, le istituzioni della BiH spesso attingono ai dati sull’immigrazione e ai risultati dei censimenti della popolazione pubblicati da istituti di statistica dei paesi di destinazione.


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