Bosnia Erzegovina in delirio per l'oro europeo FIBA U16

18 agosto 2015

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Più di 50mila persone si sono riversate ieri nelle strade di Sarajevo per accogliere come eroi i ragazzi della squadra di pallacanestro vincitori dell'oro nel Campionato FIBA Europe U16. Oltre a cittadini e cittadine della capitale, gente arrivata con pullman da Pale, Banja Luka, Tuzla, Mostar, Bihać, Kljuć o con propri mezzi dai villaggi della Bosnia centrale.

"Questi ragazzi ce l'hanno fatta perché fin dal primo giorno si sono rispettati l'un l'altro. Questa è la strada, è l'esempio da seguire per il nostro paese: rispettiamoci l'un l'altro, vi prego!". Sono le prime parole pronunciate alla folla in delirio dall'allenatore delle squadra cadetti di pallacanestro, appena tornata in Bosnia Erzegovina dal campionato europeo tenutosi in Lituania.

Dal balcone sovrastante la Vječna vatra (Fiamma eterna), monumento che ricorda la liberazione della città dai nazisti nel 1945, rivolgendosi alle migliaia di persone riversatesi lungo la Titova ulica e le vie adiacenti, Josip Pandža trattiene poi a stento le lacrime e urla alla folla - che salta, canta e batte le mani – "Ancora, ancora una canzone: Volim te Bosnooo!!" (Ti amo Bosnia).

Una vittoria giocata all'ultimo secondo nella finale del 16 agosto a Kaunas, in cui la squadra di Pandža ha battuto la Lituania 85:83. La squadra bosniaca è tornata a casa anche con il titolo del migliore giocatore del campionato, riconosciuto all'eccezionale Džanan Musa che nella sola finale ha realizzato 33 punti. Musa, nell'intervista apparsa su Klix.ba, ha sottolineato che la chiave della vittoria sta nella forza della loro unione: "Credevamo in noi, dal primo momento abbiamo sentito che potevamo ottenere molto e alla fine abbiamo raggiunto l'incredibile. Essere capitano di una generazione del genere è un privilegio e mi fa provare uno stato d'animo indescrivibile! Respiriamo uno accanto all'altro, amo questi giocatori come fossero fratelli e loro hanno creduto in me con la stessa intensità".

L'arrivo in finale della squadra bosniaca era a rischio, non tanto per i risultati ottenuti nelle partite – tutte vinte eccetto contro la Finlandia e il Montenegro - ma per motivi economici. Infatti, fino alla partita del 14 agosto in cui i bosniaci hanno stracciato i tedeschi 70:54 qualificandosi per le semifinali, la Federazione bosniaca non aveva ancora versato i 10mila euro della quota di iscrizione al campionato.

A salvare la squadra è stata la donazione pervenuta dalla catena di produzione e distribuzione FIS di Vitez, come ha dichiarato Harun Mahmutović - segretario generale della Federazione di pallacanestro della BiH - sulle pagine di Al Jazeera Balkans. Un'informazione che il TC Pandža ha confermato, sempre su Al Jazeera, aggiungendo: "Mentre festeggiavamo per la vittoria contro la Germania, i rappresentanti della FIBA dichiaravano ufficialmente che i ragazzi sarebbero stati rimandati a casa perché la Bosnia Erzegovina era l'unico paese che non aveva pagato a causa delle difficili condizioni economiche del paese...".

Prima dell'arrivo della donazione del FIS, ha raccontato Mahmutović all'Agenzia turca Anadolu, sono arrivate decine di telefonate di sostegno, anche tra i residenti all'estero: "Erano singole persone che si offrivano di aiutarci. Ma il problema è molto più grande, perché chi ci governa non è interessato ad aiutare lo sport e la pallacanestro. Forse apriremo un conto corrente o un 'numero verde' per la raccolta fondi per la nostra squadra ma anche per sostenere i tanti sportivi in gamba che abbiamo nel paese e che non ce la fanno. Non abbiamo ancora deciso, perché così ci sembra di chiedere l'elemosina...".

Dopo la vittoria, rappresentanti politici e religiosi si sono spesi in congratulazioni e onori. A queste dichiarazioni, sulle pagine web dei giornali, i cittadini e le cittadine del paese hanno risposto in maniera netta: basta parole, sostenete questi ragazzi affinché continuino a crescere insieme nel loro paese, e non solo dal punto di vista sportivo.

Una medaglia d'oro che ieri ha unito la Bosnia Erzegovina per festeggiare in delirio, come scrive il quotidiano Blic, dodici ragazzi generazione '99 nati tra Banja Luka, Bihać, Gradiška, Goražde, Kotor, Pale, Sarajevo e Tuzla: Nikola Daković (unico del 2000), Adi Alikadić, Lazar Mutić, Aljoša Janković, Amar Barukčija, Srđan Kocić, Njegoš Sikiraš, Emir Čerkezović, Sani Čampara, Džanan Musa, Timur Ovčina, Vedran Mirković.