Lo afferma il direttore di un programma per il reinserimento lavorativo promosso dal governo della Federazione BiH e dalla Banca mondiale. La maggior parte di questi sono riusciti a reinserirsi nel settore privato.
Sembra non se la cavino troppo male i soldati dell'esercito della Federazione BiH licenziati l'anno scorso. Secondo Marko Pejcinovic, direttore del progetto PELRP (progetto pilota per l'impiego di soldati smobilitati dall'esercito della Federazione BiH), dei 7.000 soldati in esubero e quindi licenziati nel 2001 il 90% avrebbe trovato un altro lavoro.
Dopo la dichiarazione di Madrid del 1998 nella quale il PIC (Peace Implementation Council, organo politico rappresentativo della Comunità Internazionale che segue l'applicazione e l'implementazione degli Acordi di Dayton) invitava entrambe le Entità ad una riduzione dei propri eserciti, cominciò il licenziamento di soldati in esubero sia in RS che in Federazione.
In Federazione il governo e la Banca mondiale hanno congiuntamente elaborato un programma per evitare la discoccupazione di chi veniva smobilitato. Nel giugno del 2001 si è arrivati ad un finanziamento da parte della stessa Banca mondiale di 10,5 milioni di dollari (10,5 per la Federazione, 4,5 per la RS) per finanziare appunto il progetto PELRP.
Pejcinovic ha inoltre dichiarato che entro la fine dell'anno ci si aspetta che altri 2.000 ex-soldati possano reinserirsi nel mondo lavorativo. E molti altri dovranno farlo se si considera che l'esercito della Federazione attualmente conta 24.000 soldati e almeno 10.000 di questi sono di troppo (21.03.02, Slobodna Bosna).
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