Bosnia: non toccateci la rakija!
18 novembre 2021
Con la solita e travolgente ironia di cui i bosniaci sono capaci, anche nei momenti più bui, è stata accolta la notizia che il governo della Federazione sta considerando di imporre un limite di produzione domestica di 20 litri all'anno per i superalcolici, tra cui l'amata rakija.
Riporta infatti la stampa locale, che nell’ambito del percorso di intergazione nell’UE della Bosnia Erzegovina, in futuro potranno produrre e vendere questi prodotti solo persone fisiche e giuridiche iscritte nel registro dei produttori, secondo il progetto preliminare di legge sulle bevande superalcoliche. Secondo la proposta di legge, un produttore di bevande superalcoliche può essere iscritto nel dovuto registro se soddisfa le condizioni in termini di strutture, locali, attrezzature e dispositivi, nonché in termini di personale professionale, ad eccezione dei produttori impegnati nella produzione per esigenze private. La legge, che si ispira alla Croazia, prevede anche multe che vanno da 1.000 a 9.000 KM, a seconda del reato.
"Questo è un pesante colpo di stato", scrive su Facebook uno dei centinaia di commentatori sotto all'articolo del 16 novembre della testata Klix, e aggiunge: "Quello che racconta Dodik sulle tasse è nulla a confronto di questa mossa". Una mossa "pericolosa", secondo un altro: "Ma questa quantità la si beve in una notte se si è in buona compagnia e con buona cucina! Mi aspetto che, se si arriverà a questo, partiranno manifestazioni di protesta di massa".
E sulla quantità permessa, secondo l'intenzione del governo Federale, scherzano molti altri: "Ma da noi 20 litri li beviamo mentre cuociamo la grappa... imbecilli!", mentre una commentatrice aggiunge: "Vergognatevi, usiamo la grappa per fare gli impacchi quando abbiamo la febbre. 2O litri servono solo per gli impacchi". E un altro ancora: "Beh, 20 litri a testa per ogni componente della famiglia potrebbero bastare... anzi, va messa obbligatoria la produzione".
Per non parlare dell'ironia sul "controllo" che questa legge prevederebbe: "Voglio vedere se ci saranno un ispettore o un poliziotto per ogni nucleo familiare a controllare...", e un'altra: "Ottimo... ma possiamo continuare a fare la marmellata? E l'Ajvar? Per ogni evenienza chiedo anche: possiamo tenerceli a casa o dobbiamo avere una struttura ad hoc? E chiedo ancora, per la mia vecchia nonna... lei lavora a maglia le pape [calzettoni di lana che si indossano in casa, ndr] e prsluk [smanicati di lana, ndr]. Quante ne può fare? Grazie in anticipo per la risposta, al governo della Federazione!".
Un'ironia che qua e là non nasconde la rabbia verso un governo che non risolve il grave problema della sussistenza: "Ma non avete altro di più intelligente da fare, come ad esempio creare posti di lavoro e alzare gli stipendi da fame, affinché i nostri figli non debbano patire la fame? Vergognatevi"; "È grazie a quello che produciamo a casa che riusciamo a sopravvivere, non lo avete capito?"; "Prima dateci stipendi e pensioni nella media europea, e solo dopo imponete leggi del genere!".
Un'altra serie di ironici commenti puntano sui rapporti con l'Unione europea: "Ma... Siamo per caso entrati in UE e non lo sappiamo?", oppure "Fan... questa legge. Non siamo nemmeno in Unione europea, e non ci entreremo mai con questa presidenza!". Ancora di più – amaramente ironici – altri due commentatori: "Questo è il futuro! Cioè quando la BiH diventerà membro dell'UE: mai"; "Tranquilli. La legge entra in vigore nel giorno dell'ingresso della BiH in UE: nel 2152".