Bosnia: si protesta, nonostante intimidazioni e aggressioni
24 marzo 2014
I cittadini e le cittadine di Bosnia Erzegovina si preparano al 50esimo giorno di proteste e mentre proseguono i lavori dei Plenum, non si fermano le intimidazioni nei confronti dei partecipanti. Ieri a Zenica un membro del Plenum locale è stato aggredito da tre uomini, tra i quali il figlio del sindaco. Ricoverato in ospedale non si conoscono ancora le sue condizioni fisiche
Fonte: Plenum Gradjana Ze-Do Kantona e Glas Slobode
"Mostar, Zenica, Sarajevo, Goražde, Brčko, Bugojno, Konjic, Gračanica, Fojnica, Donji Vakuf... i Plenum stanno discutendo richieste condivise, proseguono le azioni di terrore, i dimostranti non si tirano indietro". E' con questo titolo che esce il numero di oggi di "Glas Slobode – Plenum Gradjana i Gradjanki Sarajeva" (La voce della libertà – Plenum dei cittadini e delle cittadine di Sarajevo), foglio informativo redatto dai membri del Plenum di Sarajevo.
Una delle notizie riportate è quella dell'aggressione violenta subita ieri da un membro del Plenum di Zenica per mano di tre uomini, tra i quali il figlio del sindaco di Zenica. La denuncia delle violenze di cui è stato oggetto Benjamin Kaknjo è stata resa pubblica ieri sera su Facebook dal "Plenum Gradjana Ze-Do Kantona" (Plenum dei cittadini del Cantone Zenica-Doboj). "Il nostro Benjamin, che partecipa tutti i giorni con noi alle proteste, ieri verso le 17.30 davanti a un bar del centro città è stato aggredito e picchiato dal figlio di Husein Smajlović e da altri due uomini di cui non si conosce ancora l'identità. Benjamin è in ospedale e appena avremo informazioni dettagliate sul suo stato di salute vi informeremo subito".
A sostengo di Benjamin e contro le intimidazioni e le minacce di cui vengono sottoposti cittadine e cittadini che partecipano alle proteste e ai lavori dei Plenum, le manifestazioni di oggi sono a lui dedicate: "Nè musulmana, nè croata, nè serba! La Bosnia è bosniaca! Tutti noi siamo Benjamin Kaknjo! Invitiamo tutti i cittadini di Zenica ad alzare pubblicamente la testa contro il terrore e le violenze di cui sono oggetto i membri del Plenum che stanno lottando per un futuro migliore per tutte e tutti noi!".
Nel video pubblicato ieri sera in rete dal Plenum di Zenica, tre membri dello stesso raccontano quali erano le condizioni del ragazzo aggredito al momento del ricovero: "Nelle ultime 24 ore sono accaduti due eventi che dimostrano quanto le pressioni siano quotidiane e sempre più forti e brutali. All'arrivo in ospedale Benjamin vomitava e gli è stata diagnosticata una commozione cerebrale la cui portata si conoscerà domani con esami approfonditi". Un fatto, come dichiarano i portavoce del Plenum, che il padre ha già denunciato alla polizia locale e che il Plenum stesso porterà all'attenzione dell'OSCE e dell'OHR (Ufficio dell'Alto Rappresentante) chiedendo di intervenire a difesa del diritto di manifestare e di protestare liberamente.
Un diritto, come denuncia il Plenum di Sarajevo nel suo foglio informativo, che viene minacciato giornalmente. Riporta, ad esempio, il caso di un altro partecipante alle proteste che si è visto recapitare una multa di 353.60 KM (180 euro) per "offese rivolte al sindaco di Zenica Husejin Smajlović". Ma anche la denuncia da parte del Plenum di Gračanica di forti pressioni psicologiche a cui vengono sottoposti alcuni loro membri: "Avvengono in ambito privato, anche su parenti, in cui viene loro detto di smettere di protestare perché altrimenti <<ti faremo... questo e questo...>>".