Charlie Hebdo, la solidarietà di Sarajevo
8 gennaio 2015
Alcuni cittadini hanno cominciato a portare fiori e candele di fronte all'Ambasciata di Francia già nella serata di ieri, dopo che la notizia dell'attacco al settimanale francese ha cominciato a diffondersi sui media locali.
Oggi a mezzogiorno si è tenuta una manifestazione in solidarietà con le vittime nello spazio antistante l'Ambasciata, che presenta la bandiera a mezz'asta, in Mehmed-bega Kapetanovića Ljubušaka 18. Tra i presenti c'era anche il generale in pensione dell'esercito della Bosnia Erzegovina, Jovan Divjak , che portava un manifesto con la scritta "Je suis Charlie".
Le organizzazioni dei giornalisti della Bosnia Erzegovina sono state tra le prime a condannare la strage, esortando i cittadini a mostrare pubblicamente il proprio cordoglio e la vicinanza alle vittime. Il comitato direttivo dell'associazione dei giornalisti della Bosnia Erzegovina ha infatti subito diramato un duro comunicato di condanna del “brutale attacco terrorista condotto contro la redazione di Charlie Hebdo”, seguito dalle principali istituzioni del paese. La presidenza della Bosnia Erzegovina, nell'inviare il proprio telegramma di condoglianze al presidente francese Hollande, ha parlato di un attacco che non riguarda “solamente la redazione di una rivista, né solo la Francia, ma [è] un attacco contro il mondo libero e democratico e contro la libertà di espressione.” Dello stesso tenore le parole del ministero degli Affari Esteri, che ha parlato di un “atto codardo che si cerca di mascherare dietro la religione, e che causerà conseguenze negative a tutti i musulmani di buona fede nel mondo.”
Il timore di un peggioramento nei rapporti tra le diverse comunità religiose è naturalmente forte in Bosnia Erzegovina, e la numerosa comunità islamica del paese ha oggi espresso pubblicamente la propria condanna dell'attacco terroristico con un lungo telegramma del leader religioso, il reis ulema Husein ef. Kavazović, all'ambasciatrice francese a Sarajevo, Claire Bodonyi. Il reis ulema ha espresso la piena solidarietà al popolo e al governo francese nella lotta contro la violenza terrorista, parlando della necessità di “difendere la libertà di pensiero e dei media” (il portale Klix ha pubblicato il testo completo del telegramma del reis ulema). Questa posizione ha trovato eco anche nelle parole di diversi rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo, come il popolare cantautore Dino Merlin che, nella sua pagina Facebook, ha scritto di provare “vergogna e disprezzo in quanto musulmano nei confronti degli aggressori che, compiendo malvagità, tradiscono tutti i valori su cui si fonda il mio credo”, esprimendo la vicinanza ai familiari delle vittime.