Dopo 13 mesi di blocco, la Bosnia Erzegovina avrà un nuovo governo

20 novembre 2019

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Martedì 19 novembre, nel corso di una seduta straordinaria della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina Milorad Dodik, Šefik Džaferović e Željko Komšić si sono infine messi d'accordo per nominare Zoran Tegeltija al posto di Primo ministro. Dopo più di un anno di blocco questa nomina apre la strada alla formazione di un governo.

Zoran Tegeltija, 58 anni, è l'ex ministro delle Finanze della Republika Srpska (RS) ed è membro del Comitato esecutivo dell'SNSD, il partito di Milorad Dodik.

Questa nomina, annunciata da Šefik Džaferović, è stata accompagnata dall'adozione di un “programma di riforme”, un documento che dovrà essere inviato alla Nato dopo la conferma di Zoran Tegeltija come primo ministro. Un approccio che sembra divergere dal tradizionale Piano nazionale annuale, documento di negoziazione in vista dell'accesso della Bosnia Erzegovina all'Alleanza atlantica. Ciononostante Šefik Džaferović ha affermato che il documento presentato aveva ottenuto il sostegno della delegazione della Nato in Bosnia Erzegovina.

L'adozione di questo documento sarebbe stato il principale ostacolo nelle negoziazioni per la formazione del governo.

Milorad Dodik si opponeva a che questo documento fosse un prerequisito per qualsiasi discussione sottolineando che la Republika Srpska non intende integrarsi alla Nato. La SDA ha insistito affinché fosse invece adottato prima di aprire qualsiasi negoziazione. La nomina di Zoran Tegeltija e lo sblocco della situazione politica sono stati salutati positivamente dai partiti politici bosniaci, dalle ambasciate, dall'Osce e dalla delegazione Ue.

La notizia è stata invece accolta in modo molto freddo in Republika Srpska. Parte dell'opposizione accusa Milorad Dodik di aver calpestato la sovranità e le istituzioni dell'entità serba, di averla "venduta" alla Nato. Il Partito Democratico Serbo (SDS, all'opposizione) è arrivato addirittura a dire che Dodik pagherà per il suo "tradimento del popolo serbo".

Link: Le Courrier des Balkans


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