Hajmo Bosno, hajmo Hercegovino!
16 ottobre 2013
Al canto dei tifosi degli Zmajevi, i "Draghi" della nazionale di calcio, migliaia di cittadini bosniaci hanno festeggiato stanotte nelle strade dell'intero paese. La Bosnia Erzegovina, per la prima volta nella storia del giovane paese, si è qualificata per i mondiali 2014 in Brasile
Sarajevo impazzisce di gioia e festeggia tutta notte, tra botti di fuochi d'artificio, balli euforici e lacrime di gioia. "Nemožeš vjerovati! (Non puoi immaginare). Quando Ibišević ha fatto gol ho urlato talmente che i vicini del condominio si sono spaventati... sai, italiani, non capivano il motivo di tanta pazza gioia!", mi racconta Indira al telefono ieri sera, cara amica sarajevese dal 1996 cittadina milanese per necessità post-conflitto. "Finalmente! Abbiamo dimostrato che siamo dei "draghi" e che, quando vogliamo, tutti insieme sappiamo vincere", prosegue incontenibile.
Nelle strade di tutte le principali città della Bosnia Erzegovina, come nei paesini più sperduti, la festa si è protratta fino a notte fonda. A Sarajevo migliaia di persone hanno sfilato nelle vie del centro e fino all'aeroporto, dove l'aereo della squadra nazionale è arrivato all'una e mezza di stamane. Amici che erano lì raccontano: "Si rideva e si piangeva allo stesso tempo. Cantavamo a squarciagola l'inno dei tifosi "Hajmo Bosno, hajmo Hercegovino" (Dai Bosnia, dai Erzegovina), c'erano le nostre bandiere blu e gialle, gente con la faccia dipinta degli stessi colori... un 'euforia indescrivibile!"
La Bosnia Erzegovina, paese nato poco più di vent'anni fa con la dichiarazione d'indipendenza e poi tragico teatro di una guerra durata più di quattro anni, per la prima volta nella sua storia si qualifica alla Coppa del Mondo FIFA 2014 che si terrà in Brasile dal 12 giugno al 13 luglio.
Il calciatore che ha regalato il gol della vittoria, Vedad Ibišević è nato a Vlasenica nel 1984, nei pressi di Sarajevo. All'età di 8 anni la guerra lo obbliga a sfollare con tutta la famiglia. Sarà a Tuzla che comincerà a giocare a calcio nella squadra "Proleter Slavinovići" ma subito, adolescente, passerà nella nazionale giovanile.
Nel 2000 inizia la sua carriera internazionale: a sedici anni si trasferisce a vivere con la famiglia in Svizzera e gioca nel Baden, ma dieci mesi dopo è già negli States dove studia e fa parte del St. Louis University team. Poi, tutta una scalata, fino alla chiamata nella nazionale bosniaca nel 2007 e all'ingresso nel 2012 nella tedesca VfB Stuttgart. Una carriera che è simbolo di chi ce l'ha fatta, dal nulla: "Grazie alla sua testardaggine, alla sua voglia di riscatto partendo dal nulla, oltre che alle sue capacità atletiche" aggiunge un amico di Mostar via Facebook.
"Non è importante chi vincerà, là, importante è che gli Zmajevi sono tra le 16 migliori squadre al mondo. Bravo, bravo, bravo", ha dichiarato il vicepresidente della Republika Srpska, Emil Vlajki. Gli fa eco, sempre sulle pagine di Klix.ba, il suo collega della Federazione, Mirsad Kebo: "Gli Zmajevi hanno fatto ciò che noi politici non siamo riusciti in tutti questi anni. Hanno difeso la dignità del nostro paese e continuato a tenerne alta la reputazione agli occhi del mondo".
Dignità e orgoglio che la fantasia bosniaca esprime già con la "brazil-baklava", dolce nazionale che da stanotte viene listato a festa con la bandiera brasiliana. In attesa di sentire i nomi della squadra echeggiare negli stadi brasiliani, la Bosnia Erzegovina esulta e festeggia, unita. Finalmente.