I cinque cerchi di Amel Tuka, il 'bosniaco di Bussolengo'

11 agosto 2016

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Il portabandiera della Bosnia Erzegovina ai Giochi di Rio, Amel Tuka, venerdì 12 agosto scenderà sulla pista di atletica per correre gli 800 metri, gara in cui è dato tra i favoriti.

Amel Tuka, nato nel 1991 nella cittadina di Kakanj a 45 km da Sarajevo, ha infatti i numeri per avvicinarsi al podio. Lo ha dimostrato in ultimo l'anno scorso con il bronzo ai Mondiali di Pechino. Una vittoria che ha dietro una storia particolare, quella di un atleta emerso "per caso" e che è cresciuto tra la Bosnia Erzegovina e l'Italia.

Nel 2008 Amel Tuka, al terzo anno della Srednja Stručna Škola “Kemal Kapetanović” (Istituto tecnico superiore), decide di correre in rappresentanza del suo liceo alle "Piccole Olimpiadi di Zenica" e vince, a sorpresa, la gara dei 400 metri.

L'allenatore della società di atletica "AK Zenica" lo chiama subito nella sua squadra e dopo soli due mesi Amel sale sul podio del campionati nazionali junior nei 400 e negli 800 metri. Il risultato gli apre le porte della formazione nazionale junior e alla sua prima gara internazionale, il Balkan Junior Championships 2009 in Grecia, vince il bronzo.

Dal 2010 entra a far parte della squadra di atletica senior e da allora detiene indisturbato i record nazionali sui 400 e 800 metri. Ma è nel 2013 che comincia la sua grande ascesa internazionale: agli Europei under 23 tenutisi in Finlandia, con il suo terzo posto e un tempo di 1'46''29, colpisce l'attenzione dell'allenatore italiano Gianni Ghidini, già tecnico del keniota Wilfred Kipkemboi Bungei (oro negli 800 alle Olimpiadi di Pechino del 2008).

Amel Tuka accetta di mettersi nelle mani di Ghidini: dall'autunno di quell'anno comincia da allenarsi per alcuni periodi a Bussolengo, vivendo con altri atleti in un appartamento vicino al campo d'atletica, e nell'arco di due anni il suo talento emerge con forza. Solo per nominare le gare più importanti: vince ai Giochi europei di Baku 2015 e l'11 luglio è suo l'oro a Madrid nello "IAAF World Challenge" con il nuovo record di 1'43''85, diventando il primo uomo tra gli atleti dei paesi della ex-Jugoslavia a scendere sotto 1’44″00. La gara di Madrid viene ricordata anche per il suo gesto a fine corsa: gira il pettorale di gara e mostra ai media e al pubblico la scritta che aveva preparato prima dello start: "Never Forget Srebrenica, 11.07.1995, 8372".

Dopo poche settimane la vittoria sorprendente al Diamond Legue di Monaco, dove trionfa con 1'42''51 davanti a due stelle del mezzofondo: Nijel Amos (Botswana), argento alle Olimpiadi di Londra e l'etiope Mohammed Aman, campione ai Mondiali del 2013. Poi il grande exploit: ai Mondiali di Pechino dell'anno scorso è bronzo, dietro al polacco Adam Kszczot e al campione mondiale in carica, il keniota David Lekuta Rudisha.

Se Amel Tuka riuscirà ad arrivare alla finale di martedì 16 agosto, dovrà correre fianco a fianco con atleti di grosso calibro come i già nominati David Rudisha (record mondiale con 1'40''91 alle Olimpiadi di Londra 2012) e Adam Kszczot (con il primato di 1'43''30), Nijel Amos (primato personale 1'41''73) e Mohammed Aman (primato personale 1'42''37).

Oltre che nel suo paese, si farà il tifo anche nel piccolo comune della provincia di Verona. E' del 2 agosto scorso la lettera di stima e riconoscenza inviata ad Amel Tuka firmata dalla sindaca Maria Paola Boscaini: "La comunità e l’amministrazione comunale di Bussolengo sono onorate di averLa avuta ospite a Bussolengo, dove ha svolto la preparazione per le olimpiadi di Rio 2016, utilizzando i nostri impianti sportivi. La vostra professionalità, riconosciuta ai massimi livelli, è un esempio che fa onore a Bussolengo e che contribuisce a farlo entrare nella storia dello sport mondiale."